Romics 2002

Romics 2002: Fiera di Roma 3-6 ottobre

Finalmente a Roma un fiera decente!

Finalmente la capitale ha ospitato un’interessante fiera del fumetto. Ha peccato in alcune occasioni di cattiva organizzazione, ma avrà modo in futuro (almeno si spera), di rimediare. Ha soltanto due anni, diamogli il tempo di imparare a camminare.
Giovedì l’apertura. Raccatto tutto ciò che la fiera offre gratuitamente: la guida e qualche fumetto (uno dei quali doveva offire in omaggio un cd che invece era stato tolto).
Mi reco subito nel padiglione della mostra mercato per spulciare nelle bancarelle e trovare qualcosa della lunga lista che mi ero portato. Nulla! Non ho trovato
assolutamente nulla. C’erano pochi espositori (i quali facevano prezzi troppoalti). Alla fine mi sono dovuto accontentare di qualche arretrato di Julia, meglio di niente!

La striscia più lunga del mondo: 60 metri

L’evento della giornata è stata la realizzazione della striscia più lunga del mondo (60 metri). Se non fosse una fiera del fumetto, avrei frainteso sicuramente! Sulle pareti del padiglione vi erano appesi 30 fogli bianchi, su cui i 30 autori avrebbero disegnato, in base alla sceneggiatura di Tito Faraci, la loro vignetta e avrebbero quindi contribuito a portare un po’ di soldi alle casse di MediciSenza Frontiere.
La sceneggiatura di Faraci lascia molto spazio agli autori (ognuno dei quali ha un suo stile naturalmente). In poche parole: i personaggi sono due, un lui e una lei, senz’altre indicazioni. La striscia narra la storia della striscia stessa, ironizzando sulla differenza di stile dei vari disegnatori e sui generi.  I disegnatori si avvicinano al loro foglio bianco, sono 30 accidenti! Non ho mai visto 30 disegnatori tutti insieme. Tra di essi riconosco Serpieri, Gomez, Torti, Soldi, ….li vedo disegnare, la striscia prende vita…

Incontri:

Sabato al Romics. Ore 16: incontro con Giancarlo Berardi, autore di Ken Parker e Julia.
L’incontro inizia discutendo dell’impegno sociale nelle opere di Berardi, argomento che si è subito spostato verso il fumetto e quindi in Ken Parker (soprattutto Sciopero). A parlare di Ken Parker non poteva non esserci anche Milazzo, il disegnatore che ha lavorato con lui per molti anni.
Berardi ci ha raccontato della difficoltà per la Bonelli Editore di proporre un fumetto che non aveva una scadenza programmata. Sergio Bonelli che era presente, ha confermato tutto. Ha definito Ken Parker un figlio ribelle, ma a cui alla fine si vuole bene.
Terminata l’esperienza di Ken Parker, Berardi divorziò artisticamente da Milazzo e nacque Julia. Julia gli ha dato modo di maturare, per lui è stata un’esperienza nuova: doveva dare all’editore un prodotto seriale solido e ben costruito. Come tutti i prodotti seriali quindi avrebbe avuto i suoi alti e suoi bassi, ed è per questo che il suo intuito di narratore, gli ha suggerito di puntare tutto sulla caratterizzazione dei personaggi.
Presente insieme a Berardi, Marco Soldi, autore delle splendide copertine di Julia. Soldi ha sottolineato come sia inesatto pensare che in Julia i disegnatori
siano costretti ad utilizzare lo stesso stile. Questo fraintendimento nasce dal fatto che la “regia” è unica: cioè di Berardi stesso. Ha paragonato Julia ai telefilm della serie “Hitchcock presenta…”. Hitchcock infatti non era l’autore degli episodi, ma aveva soltanto il compito di indirizzare i vari registi.

Il giorno stesso ho assistito alla conferenza di Carlos Gomez, argentino, disegnatore di Dago, un fumetto che consiglio a tutti di leggere. In conferenza ha raccontato i suoi inizi come disegnatore e le tante difficoltà (per portare le sue tavole all’editore doveva fare periodicamente 700km in treno). Ha raccontato  insieme a Robin Wood, sceneggiatore di Dago (ha scritto anche alcune storie di Dylan Dog), il suo esordio su Dago e la graduale sostituzione al vecchio disegnatore: Salinas.

Di rilevante c’è da dire che Carlos Gomez fa uso del computer per rifinire le tavole di Dago e per non dover ridisegnare sfondi o vignette già disegnate.
Domenica c’e’ stata la conferenza di Tito Faraci, anch’esso sceneggiatore di Dylan Dog (tra le altre cose). Ha dimostrato come già intuivo, una notevole intelligenza. Uno sceneggiatore cosi’ eclettico non poteva non esserlo. Dopo Faraci è stata la volta di Milo Manara, artista simpatico e modesto.
Ha raccontato tanti aneddoti sui suoi maestri: Fellini e Pratt. Punzecchiato dai giornalisti, che parlavano di donne sculacciate e censure nei fumetti, ha sempre risposto brillantemente e senza peli sulla lingua.
L’ultimo incontro era dedicato ai film che hanno ispirato Tex Willer, era tardi purtroppo, e non ho potuto seguirlo tutto.
Ho quasi del tutto ignorato la presenza di Yoichi Takahashi, non ho potuto neanche assistere alla sua conferenza. Giustifico la presenza del mangaka
col fatto che molti visitatori del Romics sono ragazzi cresciuti vedendo “Holly e Benji” (versione televisiva di Capitan Tsubasa).

Mostre

Interessante la mostra dedicata a Milo Manara “Sirenae”. La prima parte della mostra era composta dalle illustrazioni dedicate a Fellini. La seconda, intitolata “La modella”, è stata dedicata agli artisti del passato: Rubes, Tiziano, Dalì e naturalmente alle loro modelle, che Manara ha ritratto a sua maniera.
Deludente la mostra dedicata a Pazienza: nient’altro che la riproduzione di alcune pagine di un libro. Buon inizio comunque, per chi non sa nulla su questo
geniale artista.
La mostra di Julia (anch’essa come quella di Paz priva di tavole originali), è un percorso che offre al visitatore alcune interessanti chiavi di lettura. Anche questa mostra è ottima per chi di Julia non sa nulla.
Carlos Gomez invece ha portato tavole originali e tavole rielaborate al computer. Ci mostra il fascino di Dago e la notevole cura con cui ha saputo ricostruire
i costumi dell’epoca (a volte per sua ammissione, commettendo clamorosi errori).
Bella la mostra Futuro Anteriore: selezione di opere di giovani autori emergenti di cui sentiremo parlare molto.