Il post di luglio

Quarto appuntamento per premiare il migliore dei forumisti che questo mese si è cimentato nel sostenere le sue idee, affrontando l’eterna lotta fra criticoni e buonisti che sempiternamente imperversa sul nostro forum.
Anche questa volta la scelta è stata fatta, che il vincitore si glori della vittoria, che gli altri si preparino a competere per il prossimo agone… in bocca al lupo a tutti!

Il post del mese proviene dalla discussione su Programma di rieducazione, ultima fatica della coppia De Nardo & Dall’Agnol, soprattutto il lavoro del secondo, contrariamente al solito, è stato discusso molto accanitamente, mentre invece c’è stata concordia (relativamente) maggiore nel giudicare soggetto e sceneggiatura.

Questa volta, dopo due premi assegnati ai veterani Block -a dieta dal 56- e Cyber Dylan, torna a essere premiata una nuova leva del forum, che, primo caso dall’inizio di questo concorso, riceve il premio all’unanimità.

Rullo di tamburi. Il premio va a…


Ezekiel 25:17

Per la prima volta il premio viene vinto grazie a due post, di poco consecutivi, che qui vengono riproposti:

 

Continuo ad apprezzare le ottime sceneggiature di De Nardo. Ok, forse continua ad essere sempre un po’ poco dylaniano (è una critica che sento muovere spesso a questo autore e che condivido per i suoi primi lavori, ma sempre meno ultimamente), ma regala storie IMO apprezzabilissime.
La storia non è il massimo per originalità, ma ci sono dialoghi per lo più brillanti (anche un semplice scambio di battute fra Dylan e Bloch, all’inizio nella stanza degli interrogatori, l’ho trovato naturale e piacevole), un ritmo incalzante, e un ottimo alternarsi di scene, da quelle umoristiche (davvero belle trovate le suore e il pittore) a quelle più thriller, che danno colore alla vicenda. E pure la caratterizzazione dei personaggi non lascia a desiderare.
Qualche ingenuità (azzeccata il fatto di far narrare a Dylan in prima persona la storia, senza doversi sorbire balloons di cosa pensa sul momento, ma a volte risulta inutile), ma vengono nascoste dagli aspetti positivi dell’albo.
Dell’Agnol indubbiamente contribuisce alla qualità del prodotto, nonostante le perplessità: anch’io qualche vignetta non l’ho capita graficamente, ma certe sequenze sono geniale.
Più che soddisfatto!

 

Per molto tempo il modo educato e puntuale (diciamo professionale?) di De Nardo non mi bastava: nelle sue storie non riuscivo a trovare quella verve energetica (tipica di Dylan Dog per molto tempo) da catturarmi e farmi rimanere impressa la storia.
Ora, vuoi per la qualità sensibilmente calata di DD, il suo modo di scrivere mi piace. Certo, non ha quel pathos da scombussolarti lo stomaco come una storia della Barbato, o quel modo diretto di aggredire le corde emozionali del lettore con qualsiasi mezzo come Chiaverotti, e nemmeno la poetica di Sclavi, ma si fa apprezzare per altre cose. E questa storia ne è un esempio IMO: ritmo, personaggi (non solo Dylan e comprimari, che già non è poco, ma anche “la ragazza del mese”), ironia, e quel tocco di surreale a tinte horror che in genere nelle storie di De Nardo si vede poco, ma ultimamente sempre di più (
L’incendiario
) e che mi fa gradire ancora di più le sue storie.
Ovviamente non stiamo parlando di storie capolavoro o che inserirei fra le 50 più belle della serie, ma comunque storie dignitosissime e ben scritte, in cui viene rispettato il personaggio e il suo universo, e la cui qualità dovrebbe essere l’abitudine su una testata come
Dylan Dog (scusate, ma da un fumetto come DD ho sempre preteso tanto).

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