Il post di ottobre 2012 – Il crollo

Scusate il ritardo, ma preparare  la premiazione per celebrare a dovere il vincitore del post del mese cravenroaddiano si fa sempre più difficile, il tempo è poco, i post da valutare sono tanti, e il lavoro ‘normale’ si fa sempre più che gravoso… non che mi lamenti, vista l’alternativa, di questi tempi. Ma è una cosa che facciamo sempre volentieri, visto che leggere post interessanti è un piacere. Speriamo che la scelta finale faccia piacere anche al premiato, e agli altri che lo hanno sfidato questo mese.

L’albo recensito questo mese dal vincitore è il mensile, Il crollo, sceneggiato da Paola Barbato e disegnato da Giovanni Freghieri. Due nomi storici di questa testata, che spesso dividono il pubblico, e che hanno acceso le discussioni, che per la verità spente non sono quasi mai state.

Il vincitore è uno dei forumisti più costanti nel proporci post di qualità da valutare, finisce davvero molto spesso fra i finalisti, non è la prima volta che la spunta e riesce a introdursi nel rush per il post dell’anno (manca poco, preparatevi!), chissà che non riesca a spuntarla anche qui.

In ogni caso parliamo di…

Cyber Dylan

Pubblichiamo integralmente il suo post:

Strano albo.
Enigmatico, a tratti affascinante e sicuramente innovativo nell’approccio, difetta però di costruzione nella suspense, di caratterizzazione psicologica nei personaggi e di adeguati climax.
Fondamentalmente, è un albo che non lavora sull’emotività, bensì sul coinvolgimento intellettuale.
Per vari aspetti, ha una struttura molto più “alla Martin Mystère” che non “alla Dylan Dog”.
Gli albi migliori del BVZM, è notorio, non puntano su emozioni forti o su personaggi psicologicamente caratterizzati, ma sulla stimolazione intellettuale.
Le storie di Dylan, invece, fanno leva su emozioni “pure”, talora melodrammatiche. Del resto il personaggio è un concentrato di emozioni primarie e di nevrosi (in senso buono :wink: ) e vive in un mondo dove l’irrazionale è dato per scontato, perlomeno dal lettore.
Si tratta di due metodi di fare fumetto completamente diversi e poco compatibili. 
Di sicuro l’approccio “alla Martin Mystère” piace poco ai lettori di Dyd. Non a caso i commenti che lodano certi aspetti di questa storia esaltano SOPRATTUTTO gli aspetti puramente emotivi (Dylan sotto le macerie che fatica a liberarsi… il relazionarsi con Fanny…), dettagli che in realtà hanno importanza assolutamente secondaria dal punto di vista dell’economia narrativa.

D’altra parte, anche dal punto di vista intellettuale i difetti non mancano: è davvero troppo verbosa e le esposizioni in maniera piatta, con troppo infodumping, la rendono fastidiosamente simile a un compitino.
Inoltre ha brutti scivoloni nel melodramma (ingrediente diverso: è come aggiungere la rucola a una torta di mele!!!), tipo quando il coreano ricorda la povera nonna morta, così di punto in bianco…
Ci sono difetti anche nel meccanismo intellettuale. In troppi hanno notato che non si capisce bene chi sia Nell (non l’ho capito nemmeno io… :| ) perchè la cosa non sia un difetto. Evidentemente la Barbato ha perso un po’ il filo a un certo punto, tra colpi di scena, contro-colpi-di-scena, rivelazioni improvvise e capriole narrative.
Nel complesso, un albo non privo di interesse, a modo suo originale, ma con tre problemi seri:

– le storie alla Martin Mystère non vanno bene per Dylan Dog. Soprattutto, non vanno bene a molti lettori di Dylan Dog.
– il melodramma in una storia che punta sul coinvolgimento intellettuale non arricchisce le atmosfere, anzi le danneggia
– in una storia intellettuale il meccanismo deve funzionare come un orologio, come un’equazione con tutti i numeri al posto giusto. Non è questo il caso.
Le do comunque un 6 e mezzo, perchè l’originalità nell’approccio resta e merita di essere premiata.
Freghieri sbriga il compito con la consueta efficienza, però la tendenza a disegnare quasi tutti i personaggi con facce più o meno uguali (e abbastanza anonime) è un po’ una seccatura.

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