Il post di luglio 2012 – Verso un mondo lontano

Caronte, Minosse, Circe, Scipione, Nerone… tanti nomi ad accompagnare la nostra estate contribuiscono a rinfrescare i nostri studi di mitologia e storia classica, ma non cambiano il fatto che d’estate faccia caldo, con o senza divinità infernali coinvolte. Il nostro Dylan, che di viaggi all’inferno se ne intende, è sempre qui ad accompagnarle, chissà che prossimamente qualche climatologo fantasioso non peschi da lui i prossimi nomi… magari se a portare il caldo sono il ciclone Xabaras e l’anticiclone Morte sarebbe più gradito, almeno per noi dylaniati all’ultimo stadio.

Ma mentre le temperature italiane vanno su, le discussioni sulle uscite del mese sono meno ‘calde’ del solito, probabilmente per via di una maggiore uniformità di giudizio che toglie il pepe e lo stimolo alla discussione… e allora per premiare il post del mese ci rivolgiamo alle più fredde, ma non meno interessanti analisi degli albi passati che i nostri forumisti più nostalgici continuano a fare, spinti anche dalla recente implementazione dei sondaggi anche sui vecchi albi (a proposito, avete votato, vero?). Per la precisione, il post di questo mese proviene dal topic dedicato a Verso un mondo lontano, fatica di Sclavi e Piccatto ispirata dal masterpiece di Kurt Vonnegut, Mattatoio n.5.

Stranamente, nonostante l’albo sia oggetto di quasi unanime apprezzamento, il post del mese contiene numerosi elementi di critica, forse non tutti condivisibili, ma sicuramente tutti esposti tanto bene da meritare la premiazione. L’autore è un nostro recente acquisto, distintosi subito per la sua ricercatezza lessicale e l’eleganza della prosa,

Lui è…

Nikolaj Stavrogin

 

Una volta avatarizzato a nostra googlesca discrezione, come da tradizione per gli utenti privi di avatar, possiamo finalmente farvi leggere il suo post…

Ho uno strano rapporto con quest’albo.

È pur sempre uno Sclavi [anche se in un periodo altalenante], quindi scorrevole, interessante, creativo, a tratti ingegnoso, illustrato da un buon Piccatto… ma anche “sbilanciato”, inadeguato e fuori luogo.

Innanzitutto, nella descrizione delle donne ricoverate al centro sociale [e nella vicenda stessa di Primrose], si nota che, da un lato, Sclavi banalizza e appiattisce l’argomento sul lato platealmente fisico, ignorando e sottovalutando quella che molto [più?] spesso è una violenza sottile, subdola, psicologica, e che oltretutto non si consuma solo nell’ambito domestico, ma investe in maniera indiretta e subliminale la stessa struttura della società.

D’altro canto, però, il tema viene arricchito fino ad annacquarsi e diluirsi in maniera difficilmente comprensibile.
Francamente non ho capito perché narrare parallelamente la vicenda di un giovane esper che conta in base 8 [??] sulla base di suggestioni fantascientifiche di un assassino laureato in fisica e chimica intento a ricostruire un mondo avveniristico, con tanto di separatori astrali e sdoppiamento/incarnazione di corpi. Cioè…perché?
Capisco che la vicenda di Vaal e quella di Primrose siano complementari, ma così il tema portante viene decentrato, anche perché la prima è praticamente l’asse principale del racconto.
Ciò comporta due ordini di conseguenze: innanzitutto il personaggio di Primrose, avendo poco spazio a disposizione, non gode di un opportuno sviluppo. È ridotta a “donna oggetto di violenze che vuole fuggire” e poco altro. Non sappiamo nulla di lei, mentre di Vaal ci viene narrato quasi tutto. 
Inoltre, inevitabilmente, la piattezza di Primrose trascina con sé quella del marito, ancora più evanescente. La genesi delle sue manie rimane inspiegata, i motivi della sua sadica pignoleria tralasciati, fino a divenire carne da macello per Trudy [bel personaggio] e successivamente assassino, senza troppi approfondimenti di sorta.

Insomma, un tema urgente e rilevante soffocato da una sovrastruttura fanta-cyber-punk di dubbia utilità, quando bastava e avanzava la cruda realtà per una rappresentazione artistica. 
Doveva essere trattato in punta di piedi, scivolare leggero, lasciandoci un vuoto su cui interrogarsi e riflettere, mentre in sostanza risulta pesante come un macigno.
Mi piacerebbe vedere un altro albo su questo tema; o meglio, provocatoriamente, mi piacerebbe FINALMENTE vedere un albo su questo tema.

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