Sergio il Magnifico

La prima cosa che ho controllato dopo aver comprato il nuovo albo in edicola di Dylan Dog, il numero 302: Il delitto perfetto, è stato il tamburino dei crediti. Alla voce direttore generale, per la prima volta, appare il nome di Davide Bonelli, figlio di Sergio, scomparso poco più di un mese fa.
Abbiamo dovuto aspettare i tempi editoriali bonelliani per leggere qualcosa di ufficiale. Si sa: gli albi vengono stampati e distribuiti con mesi di anticipo e pensare di ricominciare daccapo, con tanto spreco di soldi e di tempo, sarebbe stato irrispettoso verso Sergio stesso.
L’albo contiene una commemorazione da parte della redazione e una lettera molto sentita di Tiziano Sclavi. E qui si è riaperta la ferita.
Sergio  Bonelli è il nostro editore, dico nostro in quanto fan delle sue pubblicazioni, e la sua scomparsa si fa ancora sentire. Sappiamo che il suo contributo è stato fondamentale per dar vita al Dylan Dog che conosciamo noi; Tiziano Sclavi, come ormai penso sappiano tutti, aveva in mente un personaggio solitario, chandleriano, senza spalla comica. E’ stato anche grazie all’intervento di Sergio Bonelli che ha preso vita uno dei personaggi più amati della scuderia bonelliana, quel Groucho che dà tanti grattacapi agli autori e tanto buon umore ai lettori. La migliore spalla comica possibile.
L’intervento di un buon editore si nota da questi particolari, che poi tanto “particolari” non sono. Un bravo editore è strabico: ha un occhio rivolto verso l’arte e  un occhio rivolto al mercato, con le sue regole ferree e fredde. Ciò che ha contraddistinto Sergio Bonelli è proprio questo: l’aver saputo amalgamare le necessità espressive di un uomo molto complesso come Tiziano Sclavi, alle esigenze del mercato del fumetto italiano. Una scommessa che, inizialmente, sembrava persa. Poi c’è stato un boom quasi inspiegabile, incomprensibile. Così Dylan Dog, nei primi anni ’90, è diventato un fenomeno di culto, amato da centinaia di migliaia di persone, studiato e letto da intellettuali del calibro di Umberto Eco.
Con la scomparsa di Sergio è forse finito il rinascimento del fumetto popolare italiano proprio per questa sua incredibile capacità nello scoprire talenti. Sergio il Magnifico non è un titolo che ho dato a caso a questo articolo, il paragone con Lorenzo de’ Medici è una cosa che pensavo da tempo e continuerò a pensarlo ogni volta che leggerò le storie di Tiziano Sclavi. Chi altri, se non un grande mecenate come lui, poteva dar credito a quelle strane fantasie horror?
Ci chiediamo tutti cosa succederà nel futuro, anche se nessuno ha il coraggio di porre la domanda. Davide rappresenta la terza generazione di Bonelli sul mercato. Potergli dire un giorno: “tale padre, tale figlio” è l’augurio migliore che noi di cravenroad7.it possiamo fargli.

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