Crash! – Intervista a Daniela Vetro

Come promesso, la neo-disegnatrice dylaniata Daniela Vetro ci ha concesso un’ intervista in occasione del suo esordio sulle pagine dell’Old Boy, avvenuto sull’albo gigante n.19. A guidarla Giovanni Gualdoni in La confessione: la disegnatrice siciliana fa un ottimo lavoro e non sfigura affatto, dando quel tocco femminile che al personaggio è sempre mancato. È bello notare come il tratto sia pulito e ordinato in ogni particolare.

Il prossimo obiettivo, come afferma l’autrice stessa, è una storia sulla serie regolare che (sempre a suo dire)  sarà una vera impresa.

Ecco di seguito l’atteso interrogatorio.

Ciao Daniela. Per prima cosa lo staff di Cravenroad7.it  ti dà il benvenuto e ti ringrazia per la gentile collaborazione.

Grazie anche a voi per l’accoglienza!

Ti chiediamo ora di fare una breve presentazione per chi ancora non ti conoscesse: i tuoi primi passi nel mondo del fumetto e la tua carriera in generale.

Ho iniziato durante gli anni del liceo disegnando sporadicamente caricature e vignette satiriche per il Giornale di Sicilia. Successivamente ho seguito uno stage sull’illutrazione con il grande Emanuele  Luzzati  e un corso sull’animazione tradizionale della durata di alcuni mesi a Palermo. Infine nel 1998 mi sono diplomata all’Accademia Disney superando il loro corso di fumetto della durata di un anno. Da allora è iniziata la mia cospicua produzione per Disney sulle riviste Topolino, W.i.t.c.h., Giovani Marmotte, Minni Mag, PP8, Monster Allergy, etc. Sempre per Disney ho collaborato con DeAgostini e Panini nella realizzazione di album di figurine e statuine da collezionismo. Nel 2003 ho ricevuto il Topolino d’oro, riconoscimento assegnato ogni anno dalla Disney Italia nell’ambito dell’artist convention, e dal 2004 ho anche insegnato in alcuni corsi dell’Accademia per professionisti statunitensi e aspiranti fumettisti italiani.

Segui Dylan costantemente? Se sì, da quanto tempo?

Ho iniziato a leggerlo alle superiori, durante i mitici anni ‘90. In classe c’era un altro compagno appassionato e ci scambiavamo idee e commenti. Poi ho continuato. La mia collezione vanta molti numeri, ma non è completa al 100%.

Ci sono storie o autori che hai apprezzato particolarmente sulle pagine dell’Old Boy?

Sì tanti! Ovviamente come fumettista ho dato priorità ai disegnatori: Ambrosini, Carnevale, Venturi, Stano, Dall’Agnol, Casertano, Brindisi… e tanti altri. Come storie sono legata ad alcune pubblicate parecchio tempo fa come:  Attraverso lo specchio (Sclavi), Il lungo addio (Marcheselli-Sclavi), Johnny Freak (Marcheselli-Sclavi);  ma anche a più recenti come: Tutti gli amori di Sally (Ruju), Il guardiano del faro (Enna), Mater Morbi (Recchioni), La lettera bianca (Gualdoni), etc…

Ti andrebbe di raccontarci come è avvenuto il tuo ingresso nello staff di Dylan Dog?

Nel modo più classico: ho inviato una lettera, accompagnata da studi del personaggio e tavole di prova, al direttore editoriale Mauro Marcheselli, dove spiegavo la mia passione per il lavoro di fumettista e la voglia che avevo di crescere professionalmente disegnando il mitico indagatore dell’incubo, se me ne fosse stata data la possibilità. Mi è stata affidata la sceneggiatura di Giovanni Gualdoni su cui ho faticato parecchi mesi, mentre intanto dividevo il mio tempo lavorando su altri progetti di genere diverso per altri editori. Devo ringraziare entrambi per la disponibilità e la serietà con cui hanno sostenuto la mia maturazione stilistica sulla storia, ed inoltre il gentilissimo Alessandro Poli che telefonicamente mi ha fatto da tutor con i suoi preziosi suggerimenti!

C’è stato qualcosa nella sceneggiatura di Gualdoni che ti ha creato particolari problemi, o il tuo esordio dylaniato è avvenuto senza intoppi?

Direi di no,  ma ovviamente il passaggio da un genere ad un altro comporta un certo impegno. Con mia grande sorpresa il volto di Dylan, che ritenevo così familiare, è stato ciò su cui ho faticato di più insieme a un po’ di ripensamenti sull’inchiostrazione, che nelle pagine Bonelli segue regole completamente diverse da quelle Disney a cui ero abituata.

Quali sono le principali differenze fra il disegno disneyano e quello bonelliano? Su quale ti senti più a tuo agio?

Le differenze sono tante. Ovviamente il disegno che è realistico, i contenuti, la narrazione, le atmosfere, l’inchiostrazione, l’uso dei tagli, la recitazione dei personaggi… Personalmente trovo tutto ciò stimolante ed è  questo il motivo che mi ha spinto verso la Sergio Bonelli Editore. Le atmosfere drammatiche ma anche surreali di Dylan Dog sono ciò che sentivo di voler disegnare dopo anni di storie umoristiche per Topolino e romantico-adolescenziali su W.i.t.c.h.

Dopo Paola Barbato sei la seconda autrice approdata su Dylan Dog. Ti ripropongo una domanda fatta anni fa alla stessa Paola: Dylan Dog potrebbe essere il tuo uomo ideale? Perché?

Eh!Eh! Effettivamente Dylan è un Old Boy che penso faccia “gola” a molte delle sue lettrici! Bello, affascinante, gentile, ironico, sensibile, virile… ma purtroppo per la sottoscritta, che ormai si avvia ad essere una Old Girl, ha due grandi difetti: il primo è che veste sempre allo stesso modo, ma potrei anche perdonarlo visto l’eleganza con cui porta la sua “divisa” da eroe di fumetto; il secondo è che non invecchia mai, e questo purtroppo è ciò che drammaticamente lo allontana irrimediabilmente da noi comuni mortali che viviamo nel mondo reale!

Quali sono i tuoi prossimi progetti (dylaniati e non)?

Innanzitutto un’avventura dell’indagatore dell’incubo per la serie regolare. Verso fine anno conto di iniziare a leggere la sceneggiatura e disegnare i comprimari dell’episodio, mostri compresi, le locations, scegliere gli outfit dei personaggi secondari, etc. Insomma il dietro le quinte del mio lavoro che mi diverte tanto! Adesso sto lavorando a Lord of Burger vol. 3 con A. Barbucci: una pubblicazione Glénat in stile franco-manga che uscirà anche in Italia e Spagna. Per il futuro, spero a breve di vedere realizzate le statue che ho progettato per un parco cittadino in provincia di Agrigento. Incrocio le dita!

Ancora grazie e buon lavoro!

Grazie anche a voi e buona vita!

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