La prima metà circa del primo volume, quella in b/n, è composta dalle strips quotidiane (ognuna delle quali rimontata su due strisce), che uscivano ogni giorno dal lunedì al sabato su diversi quotidiani statunitensi ed erano in stretta continuity. La seconda metà, quella a colori, ospita invece le tavole domenicali, che presentavano una continuity più tenue e parallela a quella delle strisce quotidiane. Per tutta la sua storia editoriale, il Popeye di Segar avrà questa struttura. Per quanto riguarda i disegni, io adoro anche oggi lo stile di Segar, ma bisogna tener conto che si tratta di materiale di oltre 80 anni fa, quindi è inevitabile che graficamente l'opera appaia datata. In quanto ai testi, io trovo che siano invecchiati benissimo, e l'impareggiabile mix tra avventura, sfrenata fantasia, umorismo (spesso surreale) e sentimenti sia così ben calibrato da toccare, nei momenti più ispirati, vette di autentica poesia.
Le sgrammaticature fanno parte del linguaggio di Popeye, che "è nato orfano" (sic) e non ha mai imparato a esprimersi bene. La traduzione italiana riprende abbastanza fedelmente, per quanto possibile, le storpiature dell'originale inglese: dove il Popeye americano dice "I suspose", l'italiano dice "suspongo", e così via. Per intenderci, il motto di Popeye è "I yam what I yam and tha's all what I yam", zeppo di errori di spelling.
_________________ È la mia opinione, e la condivido.
Ciao, Teo
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