Mi trovo d'accordo con Rimatt. Votato insufficiente, si salva solo Bacilieri in questo numero.
Può seguire qualche S P O I L E RUna storia pretenziosa piena di citazioni a casaccio.
Dimostra però una certa coerenza: il fumettaro della storia ha perso con la possessione tutte le capacità
artistiche, destinato ormai a scrivere solo mediocrità. E tale è appunto la storia che ci narra sulle piastrelle.
Direi pregevole anche l'immagine di apertura dell'albo, per la sua valenza simbolica e metatestuale qualitativa
La storia in sé l'ho trovata pacchiana, con un soggetto che forse Chiaverotti, con maggiore umiltà, avrebbe anche potuto rendere passabile. Quelli che dovrebbero essere valori aggiunti, forse nelle intenzioni, la cornice e la metatestualità (che ha anche rotto un bel po' le scatole) non aggiungono proprio nulla, anzi tolgono (voglia di proseguire nella lettura).
Mi chiedo perché scomodare un personaggio come David Foster Wallace per caratterizzare il protagonista, che non solo non gli rende giustizia, ma è anche esplicitamente antipatico. Di pessimo gusto invece la battuta riguardante lo scrittore vero e proprio di pag. 60.
Citazioni a casaccio qua e là, ma che fanno cultura
Dialoghi poco brillanti anche se vorrebbero.
Un Groucho che non fa ridere.
Insomma, per me una bocciatura. Non ero rimasto entusiasta nemmeno dall'esordio di Ratigher, ma là almeno ci avevo intravisto del potenziale.
P.S.
Certo che Rania è piuttosto libera nei confronti della sua fede, eccola al party con un bel bicchiere con "qualcosa di forte" in mano.