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Scritto altrove quasi tre anni fa...
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Un bambino e il suo mondo interiore; IL bambino e IL mondo interiore.
Calvin nasce dalla fantasia del cartoonist Bill Watterson, il quale, ispirato dallo Spirito della Fantasia, gli affianca una tigre di pezza. Di pezza, ma molto, molto particolare. Hobbes è il compagno di giochi privilegiato dell?irrequieto, ribelle, ipercinetico ragazzino. Nella complessa architettura dei giochi e dei voli pindarici di Calvin, la tigre prende vita per il bambino e per la gioia del lettore, parla con lui, gioca con lui, gli tende agguati ed è sua complice negli scherzi alla povera Siusy, la bambina così equilibrata e perfettina da rappresentare l?odiato mondo delle regole, la realtà contrapposta alla fantasia. Per i poveri di spirito, come i genitori di Calvin, adulti alle prese con le bollette, le frustrazioni e la routine della vita reale, Hobbes resta un pupazzo di pezza.
Con la sua strip, Watterson ha fornito la più potente rappresentazione dell?infanzia che il fumetto ci abbia dato; filtrata (non potrebbe essere diversamente) attraverso l?esperienza dell?adulto Watterson, ma assolutamente aderente alla psicologia del bambino Calvin. Forse può risultare naturale accostare C&H ai Peanuts, ma secondo me le differenze sono ben più delle possibili parentele, e il confronto non ha motivo di essere.
Schulz è stato un poeta (con Herriman il maggiore del fumetto) che - attraverso la voluta ?povertà? del suo segno, brillante sintesi grafica, e i suoi universi ora surreali e lunari, ora malinconici, ora acuminati e vibranti di ironia ? ci ha mostrato le debolezze e le frustrazioni, ma anche le dolci fragilità, la calda umanità, la forza, la paranoia, le tante emozioni dell?essere umano. Il tutto ambientato in una dimensione dove l?infanzia è metafora della condizione umana tutta, fonte della psicologia dell?adulto e sintesi della visione morale dell?autore. Più un bracchetto, la carica destabilizzante della poesia, l?elemento di discontinuità con l?arida ragione.
Watterson non ricerca la poesia, ma la rappresentazione sociologica ed antropologica del mondo della fantasia come elemento costitutivo delle coordinate mentali dell?infanzia. Sin dal disegno, curato ed esteticamente ricercato, appare evidente come alla sintesi schulziana egli sostituisca l?analisi. Il ricercatore Watterson mette il bambino Calvin sotto la lente della sua elaborazione narrativa, eppure nonostante i discorsi e le parole di Calvin siano ? necessariamente ? quelli di Watterson, il mondo e la percezione che di esso ha il bambino sono inequivocabilmente quelli dei bambini di tutto il mondo (o almeno: di tutto il mondo dove esiste una media borghesia). Ecco l?orrore/attrazione per LA bambina, incarnata dalla piccola, orribilmente inquadrata, Siusy; ecco la maestra, la signora Vermoni, autentica rappresentante di un esercito di pedagoghi scazzati, che di volta in volta assume agli occhi di Calvin l?aspetto dei mostri più orripilanti; ecco tutte le invenzioni onirico-fantastiche di Calvin: dal mondo dei dinosauri in cui lo precipita ogni tanto la sua fantasia, all?improbabile Stupendoman, proiezione supereroistica della ribellione ad ogni ?vessazione? autoritaria, o all?astronauta Spiff, lo Spirito dell?Avventura.
La vita di Calvin è lotta; lotta di emancipazione dall?Autorità, incarnata dai suoi (anonimi) genitori. Il padre di Calvin l?abbiamo visto centinaia di volte nei film e telefilm d?oltreoceano, abbiamo letto di lui nei romanzi e nelle analisi statistiche; e altre migliaia di volte lo abbiamo incontrato: al ristorante, sull?autobus, sul pianerottolo di casa, alla scrivania accanto alla nostra: l?Uomo Comune. Ha un lavoro comune, una vita comune, aspirazioni comuni, divertimenti comuni: non sarebbe un male, se non avesse anche sogni comuni. Eppure anche lui deve essere stato bambino, e occasionalmente quel bambino di un tempo affiora in superficie, quando fornisce a Calvin qualche risposta assolutamente improbabile a uno dei tanti perché di ogni bambino che si rispetti: ?La luna è abitata?? ? ?Sicuro, chi credi l?accenda ogni sera??; scambi di battute di questo tenore, che scatenano la giusta ira della mamma di Calvin.
Già, la mamma? questa donna che, probabilmente, se avesse mai immaginato che la Sorte le riservava un figlio come Calvin si sarebbe data ad una vita da anacoreta nel deserto del Sahara, questa donna che deve quotidianamente combattere contro il cervello vulcanico di suo figlio e contro la rapacità dell?unica ragazza disposta a fare da baby-sitter al suo terribile rampollo, questa donna il cui volto ha una perenne piega all?ingiù causata dall?irredimibile conflitto tra la sua blanda razionalità e la vitalissima fantasia di Calvin, questa donna che non potrà che uscire vincente, alla lunga, da questo conflitto, e che pure è già stata sconfitta, perché almeno la stagione dell?infanzia abbiamo diritto a viverla liberamente ? ecco, questa donna, segaligna, piuttosto antipatica, banale e poco attraente, non riesco a non trovarla incredibilmente sexy.
Non conosco persone che, lette le strip di Calvin&Hobbes non abbiano amato la tigre e il bambino. Ben diverso il discorso per i prezzi dei loro albi pubblicati dalla Comix! La scappatoia c?è, basta leggere Linus, dove si ha la possibilità di avvicinarsi al fatato mondo del monello e del felino.
Watterson ha scritto le avventure del magico duo per 10 anni, poi ha smesso, non volendo arrivare alla fatale scelta tra il rinchiudersi della strip nella sua ripetitività o l?assurda necessità di far crescere Calvin.
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V.
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