Dico subito che non è una storia indimenticabile, ma sono contento.
Sono contento che Dario Argento abbia scritto per Dylan Dog e spero che prima o poi lo rifaccia, anche solo un soggetto. Sono contento di avervi trovato atmosfere sia argentiane che dylaniate, grazie anche o soprattutto ad un buon Roi (non ottimo come ne
Il bianco e il nero, ma sempre apprezzabile). Marginalmente, ma sono contento anche per la copertina che dal vivo è tutt'altra cosa che quella vista online.
Il voto per la storia è un 6 +, forse un 6,5. 7,5 ai disegni. Voto buono.
Lasciando un po' da parte la verosimiglianza (di moventi, psicologie, ecc.), la storia soffre piuttosto di un ritmo ineguale e di un certo raffreddamento della suspense. Se in un film certi fotogrammi avrebbero portato ad un sicuro effetto sorpresa (per quanto non originalissimo) qui risultano come rallentati, non so se mi spiego, ma ho avuto questa sensazione, forse la causa è principalmente lo stile di Roi.
Lettura di genere discreta direi. Ho apprezzato parecchi dialoghi, non tutti, così come quasi sempre Groucho.
Non mi sono piaciuti i soliti riferimenti al nuovo corso, come le brevi apparizioni di Rania (uff) e Carpenter (già meglio), che una pagina a testa la portano via, si esagera con Irma e poi c'è qualcosa che stona con la pretesa continuity. Qui Dylan dice che il maggiolone ha appena passato la revisione, ma nel prossimo numero...