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#OBII - N°1 - Skinwalker
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 Oggetto del messaggio: Re: #OBII - N°1 - Skinwalker
MessaggioInviato: ven apr 18, 2025 2:29 pm 
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Terroredallinfinito ha scritto:
Dire "Dylan ambientato negli anni '80" non ha senso, perché gli albi dell'epoca d'oro erano naturalmente contemporane[...] Gli anni '80 c'erano perché uscivano in quegli anni li'.
Ricreare quell'atmosfera con manierismo é una operazione illogica


baubau ha scritto:
Concordo, anche perché le tamatiche degli anni 80-90 erano interessanti proprio perché attuali, contemporanee all'epoca in cui scrivevano gli autori [...]
Oggi la cultura é cambiata, le paure sono cambiate, i contesti sono cambiati.
Per questo io ero molto contento quando oni2 annunció, e poi effettivamente fece, che avrebbe portato Dylan nel 2010


:roll: Forse non è chiara una cosa: non c'era a monte nessuna volontà editoriale/concettuale di ri-ambientare sentitamente Dylan negli anni'80s.
Tutto questo è solo la risultante trascinatasi dell'immane quantità di vaccate e pasticci combinati dal Sommo Vate di Tor Fregnacciara; sono in pratica le conseguenze dei suoi programmuzzi semi-cialtroneschi saltati gambe all'aria nel giro di un annetto o poco più, mai portati a termine, e forieri unicamente di ulteriori incasinamenti a catena, per il resto :? .

In sintesi: RR voleva modificare sulla base l'impostazione dell'inedito, non solo verso il "contemporaneo" più spinto, ma anche stringendo la continuity con eventi ante/post quem per la narrazione, introducendo nuovi comprimari, villains, papiBloch, etc. Una sterzata non da poco a livello logistico per ciascun autore (E CE NE SONO TANTI in scuderia, perché DD non è mono-firma, a differenza degli anni 80-90s dove pre :r: sì e no si alternavano a Sclavi il Chiave e Mignacco).
Tenere tutta questa gente aggiornata, volta per volta, in base ai tempi di lavorazione in progress sulle idee (balzane) introdotte novellamente dal Capò Robbè, era praticamente impossibile, considerando le inevitabili sfasature di massima quando un personaggio viene maneggiato da cotanti autori con quasi 30 storie all'anno...perché quello ci mette 8 mesi a scrivere 94 tavole, questo non risponde al telefono per spiegargli le bomboniere di Groucho novello sposo, quell'altro non può sapere quando fece la comunione Rania in pubblicazione ad Aprile20xx, quell'altrancora se ne fregava della barba cresciuta a Ghost pubblicata Novembre20xx-1, questultimo ignorava i postumi della meteora per come concepita da X, rivista da Y, aggiornata da Z :tc: .

Per semplificare tutto, e non imbucare nel cassetto una serie di storie già in lavorazione, hanno deciso di lasciare a determinate storie/autori la possibilità DI IGNORARE gli sviluppi del recchio-pensiero vigente sull'inedito, sia in fase di ideazione, che in fase di ultimazione (disegni compresi quindi) di queste storie. Per dare un senso apparente a livello editoriale a tutto ciò, hanno pensato - tipo alibi posticcio - di metter per comodità il marchio ©80s cristallizzato giusto per distinguere comodamente l'epoca/impianto di "base" dall'inedito, che invece doveva proseguire sulla sua strada, in base ai dettami degli sviluppi della continuity recchioniana...
Spoiler!
... :3 che poi non ci fu, come tutti sappiamo, col gattopardesco colpo di mano che impose un ritorno alle origini pure sulla regolare, abortendo le novità circolari introdotte da RR nella concezione dell'universo narrativo dylaniato :dito:


Ergo, l'OB è nato solo come collettore/valvola di sfogo per la lavorazione di storie che non rientravano in un progetto semi-sciagurato poi fatalmente saltato all'aria. Nessuno a conti a fatti pensa(va) che serva ambientare le storie negli anni'80s a giù di lì... ma ormai il pasticcio è stato fatto e dobbiamo tenercelo a livello di pubblicazione, anche perché Busatta ormai c'ha preso gusto e mantiene la sua policy editoriale con un certo piglio, adattandosi a certi parametri che gli sono stati indicati, anche se alla fine lo differenziano di poco o niente dall'inedito :| .

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 Oggetto del messaggio: Re: #OBII - N°1 - Skinwalker
MessaggioInviato: ven apr 18, 2025 3:24 pm 
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wolkoff ha scritto:
Ergo, l'OB è nato solo come collettore/valvola di sfogo per la lavorazione di storie che non rientravano in un progetto semi-sciagurato poi fatalmente saltato all'aria. Nessuno a conti a fatti pensa(va) che serva ambientare le storie negli anni'80s a giù di lì...

Anche perché a prescindere fare ambientazioni negli anni 80 inizio 90 è impossibile, non puoi chiedere agli autori e ai disegnatori di mettere da parte gli ultimi quarant'anni della loro vita. Come operazione è un vero e proprio suicidio, visto che non farebbe altro che cementificare DYD come un prodotto passato e legato al passato - quindi mi torna che l'OB sia nato per riciclo.

Terroredallinfinto ha scritto:
Se un albo usciva nell'88, le acconciature erano quelle, i richiami al cinema pure, l'omaggio/rielaborazione era al successo del momento, ecc.
Gli anni '80 c'erano perché uscivano in quegli anni li'.

In generale la situazione odierna di DYD la trovo molto strana. :|
Seguendo questa logica, allora la modernizzazione di DYD dovrebbe essere accaduta naturalmente con lo scorrere del tempo. Dovremmo essere arrivati a oggi dove DYD si rifà al nostro presente e Dylan deve avere a che fare con l'orrore delle camere d'eco e ascolta i FUCKYOURCLIQUE. Però nulla di questo è successo e non riesco a spiegarmi come.
C'è stato un punto dove la 'linea temporale' di DYD si è staccata dal resto del mondo e non so quando sia accaduto né perché.

Quand'è che le cose hanno smesso di avere senso?

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 Oggetto del messaggio: Re: #OBII - N°1 - Skinwalker
MessaggioInviato: ven apr 18, 2025 3:27 pm 
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Perché gli autori sono rimasti sempre gli stessi, e insieme a quelli nuovi/'giovani' sono già vecchi dentro, che é poi un requisito che devi avere se voi veramente essere bonelliano DOC, e non solo essere preso a prestito.

Vabbé, facendo meno l'idiota e ragionando a ruota libera, secondo me la seconda linea temporale parte tipo dal '96/'97, ovvero quando finisce la voglia e la spinta creativa e tutto comincia pian piano a stagnare e sfaldarsi. Non c'é più un fuoco sacro e si va più per inerzia.

In più, si entra nel periodo di "fine della storia" ed "eterno presente", ed ecco che non si crea niente di nuovo, ma si recupera dal passato, si puo' attingere a decenni di mari di cultura per rifarsi la propria individualmente, ed ecco che diventa hipster e figo semplicemente il passato.

Una volta il mondo che fruivi era il tuo mondo contemporaneo che sceglievi se modificare o vivere pienamente. Oggi ho l'impressione ci siano tanti mondi passati contemporaneamente, a tua scelta, ma ben poco ancorato all'oggi.


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 Oggetto del messaggio: Re: #OBII - N°1 - Skinwalker
MessaggioInviato: ven apr 18, 2025 5:50 pm 
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Cita:
:roll: Forse non è chiara una cosa: non c'era a monte nessuna volontà editoriale/concettuale di ri-ambientare sentitamente Dylan negli anni'80s.
Tutto questo è solo la risultante trascinatasi dell'immane quantità di vaccate e pasticci combinati dal Sommo Vate di Tor Fregnacciara; sono in pratica le conseguenze dei suoi programmuzzi semi-cialtroneschi saltati gambe all'aria nel giro di un annetto o poco più, mai portati a termine, e forieri unicamente di ulteriori incasinamenti a catena, per il resto :? .


Sìsì, la vicenda editoriale è chiara ed è chiaramente figlia del pasticcio improvvisato che è stato la parte più rinnovatrice della gestione Oni2.
Il punto era capire se, ad oggi, l'old boy abbia un senso e se ha un senso mantenere questa formula.
Per me i vantaggi di una ambientazione dichiaratamente anni '80/'90 sono:
-coerenza nel non utilizzo delle tecnologie moderne
-effetto nostalgia
-coerenza temporale nella cronologia della continuity dylaniata

Il primo può essere tranquillamente aggirata dal fatto che Dylan, come dicevo, per caratteristiche intrinseche del personaggio, ripudia (provetto galimbertiano) il progresso tecnologico a favore di un approccio individualista, romantico e personalistico alla vita. Insomma, anche ai giorni nostri indagherebbe andando in biblioteca o chiedendo aiuto a lord wells, piuttosto che navigare su google o aspettare i riscontri della scientifica. Nel gioco della sospensione dell'incredulità, questo ci può stare.
Gli altri due sono, per me, totalmente ininfluenti.

Al contrario, i vantaggi dell'ambientarlo ai giorni nostri sono molti più, e sono quelli che dicevo nel mio commento precedente.
...
Fosse per me, per dare un senso all'old boy, io lo strutturerei in macrocicli di più storie, oppure con what if simil "Pianeta dei Morti", insomma un posto dove gli autori che ne hanno voglia possano prendersi una manciata di numeri per fare un ciclo di storie in grande libertà, separata dall """continuity""" della regolare, e con esiti imprevedibili.
Ma la direzione della testata è stata quella opposta, cioè ritorno al classico più classico e morte di tutto quello che non è il dylan canonico, quindi temo che resteremo con questa imbarazzante divisione old boy (dylan anni '80) e regolare (dylan moderno) dove l'unica differenza sarà nelle auto, nei computer e in qualche riferimento alla Thatcher piuttosto che a Trump.

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 Oggetto del messaggio: Re: #OBII - N°1 - Skinwalker
MessaggioInviato: sab apr 19, 2025 2:31 pm 
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Avete scritto molte cose interessanti... forse la discussione meriterebbe un topic a parte... ma tant'è: provo a tirare qualche fila che mi fila ispirato, poi si vede.

Una cosa che non condivido è la sopravvalutazione del (proprio) presente.
Ogni epoca è destinata a scorrere ed esser rivista con diversa ottica da quelle successive. Non so quanto sarà stimolante per uno del 2060s calarsi nel contesto dei 2020s, ma di sicuro posso dire che Dylan (inteso come personaggio, non come testata) non è uno che vive organicamente il proprio tempo. Essendo per lo più un dandy ennui disimpegnato vive in un mondo tutto suo, di a-socialità relativa, dove di certo non è suo interesse approfondire dibattiti geo-politici attualizzati, fenomeni di costume last minute, etc. Li intercetta suo malgrado, anche per caso, spesso attraverso il cliente/indagine del mese, ma in linea generale se ne frega e non tasta nessun polso della situazione a livello storico né la vive organicamente sulla propria pelle con effetti distinguibili.
Non è Martin Mystère per intenderci, che deve premere sull'attualità e curarsene (anche se studia le civiltà antichissime), perché riveste un ruolo di personaggio pubblico e lavora per le tv. Aggiungiamoci poi, atavicamente, che come diceva un certo H.P. Lovecraft, la paura è il sentimento più antico dell'uomo... 8-)

Dylan viene calato nel presente dagli autori e da quello che loro ispira. Come faceva Sclavi d'altronde, col suo complesso retroterra culturale, fatto di dischi, film, libri, etc. Se gli attuali autori continuano ancora a fare di Matrix, S.King o Q.Tarantino i loro punti di riferimento, o ci sbrodolano addosso tonnellate di citazionismo da nerdomani tardoni, è normale che il "presente" sia secondario per una storia di DD :roll: .
E comunque, senza entrare in piena fascinazione per il vintage, non sono rare di questi tempi pellicole o serie tv ambientate tra anni'70s e '90s del secolo scorso perché, come già detto, l'assenza di determinati parametri socio-tecnologici permette una certo tipo di contestualizzazione, ed anche alcuni escamotage più credibili per la sceneggiatura/narrazione.

Detto questo, tornando all'OB come testata:

baubau ha scritto:
Il punto era capire se, ad oggi, l'old boy abbia un senso e se ha un senso mantenere questa formula.


Ambé, anche io ne farei sinceramente a meno, specialmente in questa versione smilza da serie regolare camuffata, ma purtroppo orma il dado è tratto, ed il brodo bollito. Dubito si possa liquidare Busatta a breve giro come tutto il simil-progetto, anche perché (vendite a parte, che ignoro) la qualità delle storie è spesso piuttosto alta, e comunque migliore dell'inedito.
Non certo per merito dell'ambientazione anni'80s, che come detto in precedenza è al limite del decorativo.


baubau ha scritto:
Fosse per me, per dare un senso all'old boy, io lo strutturerei in macrocicli di più storie, oppure con what if simil "Pianeta dei Morti", insomma un posto dove gli autori che ne hanno voglia possano prendersi una manciata di numeri per fare un ciclo di storie in grande libertà, separata dall """continuity""" della regolare.


L'inedito ormai non ha nessuna aspirazione alla continuity, come in origine non ne aveva nei primi 7-8 anni dello Sclavi pensiero, che fu costretto a cambiare idea per esigenze editoriali, ma che adesso è tornato al verbo dell'autoconclusivismo assoluto per ogni albo.
Citare Bilotta ( :mrgreen: ) come esempio di autore capace di gestire un ciclo narrativo mi sembra una cosa paradossale e su cui non vorrei tornare pure in queste sede: dico solo che anche a me piacerebbe moltissimo un OB più libero dall'ansia di clonare il formato dell'inedito, all'insegna invece della variazione, magari con mini-saghe annuali (non "a tema" possibilmente) o semestrali, tipo "stagioni" da serie tv su un filone narrativo unico... ma non credo che la SBE si voglia confrontare su questi orizzonti, e anche per consueto poltronismo di gestione preferisca sempre organizzarsi commissionando le solite 94 tavole autoconclusive all'autore X+Y a disegni, mentre Z+W stanno facendo lo stesso per l'albo successivo, a ruota.


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MessaggioInviato: sab apr 19, 2025 9:21 pm 
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Buonasera,
condivido l'affermazione di Wolkoff che Dylan è "un dandy ennui disimpegnato vive in un mondo tutto suo, di a-socialità relativa, dove di certo non è suo interesse approfondire dibattiti geo-politici attualizzati, fenomeni di costume last minute" tuttavia penso che questa sia solo l'immagine originaria; nell'albo 341 "Al servizio del caos", mette in scena un dialogo "sofferto" con Ranja sul cellulare e questa visione del personaggio è ripresa in quasi tutti gli albi con soggetto e sceneggiatura di Recchioni. Personalmente ciò è molto lontano dalla mia visione del personaggio, però c'è stata anche questa sfumatura...
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 Oggetto del messaggio: Re: #OBII - N°1 - Skinwalker
MessaggioInviato: sab apr 19, 2025 11:30 pm 
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wolkoff ha scritto:
Dylan (inteso come personaggio, non come testata) non è uno che vive organicamente il proprio tempo. [...] Li intercetta suo malgrado, anche per caso, spesso attraverso il cliente/indagine del mese, ma in linea generale se ne frega e non tasta nessun polso della situazione a livello storico né la vive organicamente sulla propria pelle con effetti distinguibili.

Mentre è assolutamente vero che Dylan come persona è estromesso dalla sua contemporaneità, questo non vuol dire che non si possa provare ad introdurre il presente in tutto quello che non è Dylan.
Appunto proprio perché il protagonista rimarrebbe comunque tutto sommato escluso, non sarebbe anche relativamente facile?

Io parlo principalmente di cose piccole - non t'immaginare gli stravolgimenti alla RRobe - che aiuterebbero stronzi come me che hanno conosciuto DYD negli ultimi anni a sentirlo un po' più "proprio" e non "quel fumetto che ha segnato gli anni 90 in italia e che in qualche miracoloso modo non è fallito da lì ad oggi". Perché tutte le citazioni da nerdomani tardoni(trademark) sono tutte cose che io sento ostili, come se fossero un modo per dirmi di smettere di leggere perché questo fumetto non è per me. Però riconosco che è una battaglia persa perché il numero di stronzi come me è molto minore rispetto a quelli che queste citazioni le riescono a cogliere, quindi alla Bonelli andare a citare Beau ha Paura invece di Matrix è solo una perdita di tempo e soldi.
Spoiler!
C'è da dire che sono un (bel) po' di parte in questo discorso perché ho solo vissuto negli ultimi vent'anni e "gli anni ottanta/novanta" sono un periodo fittizio che esistono fino ad un certo punto. In più adoro scrivere riguardo il contemporaneo quindi penso sia anche questione che mi piacerebbe vedere un DYD scritto in uno stile affine al mio.

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MessaggioInviato: gio apr 24, 2025 4:07 pm 
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Tralasciando la questione "anni 80", devo dire che si tratta di un albo che scorre via in modo fluido. Niente di memorabile, ma una piacevole lettura. Spero anch'io che questa collana intraprenda sentieri diversi dalla regolare. Vedremo.


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MessaggioInviato: dom apr 27, 2025 10:55 am 
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A me questa storia di Enna è piaciuta , sa scrivere e mettere dialoghi convincenti realistici, sebbene in storie fantastiche. Anche i disegni ottimi , a parte quei strani segnetti sul volto di Dylan.
Una trasferta che ti infarcisce di una nuova mitologia senza esagerare, come farebbe martin mystere.

Per quanto riguarda l'ambientazione anni 80 , io l 'old boy l'ho sempre letto senza mai notare un cambio drastico di epoca, sono quasi sempre state storie che potrebbero essere attuali senza accorgercene. Pochissima differenza. Anche se i soggetti mi sembrano più solidi sull' old boy che sulla regolare.


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MessaggioInviato: dom apr 27, 2025 1:19 pm 
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semplicemente devono riciclare storie scritte prima della meteora di Ricchioni


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MessaggioInviato: dom apr 27, 2025 4:55 pm 
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Bob Cooper ha scritto:
semplicemente devono riciclare storie scritte prima della meteora di Ricchioni

Meteora di CHI?? :o

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MessaggioInviato: mer apr 30, 2025 10:06 pm 
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Bob Cooper ha scritto:
semplicemente devono riciclare storie scritte prima della meteora di Ricchioni

Quest'albo e stato disegnato l'anno scorso...


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MessaggioInviato: sab mag 03, 2025 11:56 am 
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Località: WENETO
salvohead ha scritto:
Bob Cooper ha scritto:
semplicemente devono riciclare storie scritte prima della meteora di Ricchioni

Quest'albo e stato disegnato l'anno scorso...


Non so nulla delle dinamiche di uscita di questa storia in particolare, ma comunque "scritta" e "disegnata" sono due concetti completamente differenti, specialmente in casa Bonelli, dove, ormai è chiaro, la mano sinistra non sa cosa fa la mano destra. La storia potrebbe essere stata scritta dieci anni fa, tenuta in magazzino e disegnata solo l'anno scorso. Niente di più normale nella fabbrica dei (bi)sogni* di casa Bonelli.



*Bisogni nel senso che se c'è bisogno di un albo per fare da toppa, non si fanno scrupoli a ripescarne uno dalla Geenna in cui l'avevano tumulato.

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MessaggioInviato: mar mag 06, 2025 2:41 pm 
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wolkoff ha scritto:

Una cosa che non condivido è la sopravvalutazione del (proprio) presente.
Ogni epoca è destinata a scorrere ed esser rivista con diversa ottica da quelle successive. Non so quanto sarà stimolante per uno del 2060s calarsi nel contesto dei 2020s, ma di sicuro posso dire che Dylan (inteso come personaggio, non come testata) non è uno che vive organicamente il proprio tempo. Essendo per lo più un dandy ennui disimpegnato vive in un mondo tutto suo, di a-socialità relativa, dove di certo non è suo interesse approfondire dibattiti geo-politici attualizzati, fenomeni di costume last minute, etc. Li intercetta suo malgrado, anche per caso, spesso attraverso il cliente/indagine del mese, ma in linea generale se ne frega e non tasta nessun polso della situazione a livello storico né la vive organicamente sulla propria pelle con effetti distinguibili.


Riprendo per un secondo l'Ot sugli anni '80 e sul contesto originario in cui dylan é nato e si é sviluppato, perché in effetti é interessante e meriterebbe un topic a parte (che però durerebbe mezza pagina e poi verrebbe dimenticato, quindi ecco...).
A chi vuole parlare del numero in questione, che per quanto non indimenticabile é comunque molto carino e divertente (compratelo pure tranquillamente) mi ignori pure.

È vero, come detto da me e da molti altri in precedenza, che dylan per sua natura non é fortemente legato né limitato al periodo storico in cui é ambientato, che é una contemporaneità imprecisata che va dagli anni '80 ad oggi senza grossi problemi.
Quello che cambia fortemente, secondo me, é la sensibilità ad alcune tematiche artistiche e sociali.
Sclavi stesso, con un cambio di sensibilità sia suo personale che sociale e culturale, prima di abbandonare il personaggio aveva già eliminato alcune sue caratteristiche fondanti (lo splatter su tutte) per abbracciare un orrore più surreale e grottesco, che visivo e truculento.
Se penso ad alcuni "topoi" del dylan che fu, trovo che nella società di oggi siano incomprensibili da parte di un giovane lettore, o perlomeno che possano venire recepiti con molta meno identificabilità.
Chiaramente il discorso si basa sulla MIA visione e sulla MIA interpretazione della società contemporanea, quella post-social, che é del tutto personale e confesso piena di bias anti-social network. Non mi esprimo sulla società ddgli anni '80 perché, banalmente, non l' ho vissuta.

Ad esempio il tema de "gli ultimi" : in ogni epoca sono stati visti come qualcosa da cui fuggire e tenersi ben lontano, eppure ho sempre visto nei confronti degli strati più bassi della società, una sorta di pietà, o pietismo a seconda dei casi, che ai giorni d'oggi forse non c'é più, ed é stato sostituito da un atteggiamento di disumanizzazione e condanna. L'idea comune interiorizzata e diffusa ora é che la società ti dà tutte le opportunità per non essere tra gli ultimi, se ci stai é per colpa tua, perché lo meriti, per incapacità, per debolezza. Il culto del duro, dell'alfa, dell'imprenditore che sbaraglia la concorrenza e calpesta gli ultimi é ormai abbracciato e legittimato (a livello inconscio) da tutta la società, ha vinto ed ha sostituito il culto borghese del middleclass man che convive con gli ultimi e li reputa umani come lui e vicini a lui. La scomparsa della religione, anche solo come ipocrita cuscinetto morale comandato, ha fatto il resto.
La vita, causa scomparsa della classe media e aumento delle disuguaglianze tra molto ricchi e molto poveri, è tornata ad essere come un tempo una "lotta" per accaparrarsi le risorse che fino a poco tempo fa erano più o meno accessibili a tutti. In questo, l'ultimo é qualcuno da schiacciare e disumanizzare, non da compatire.
Stessa cosa vale per il famoso "i mostri siamo noi", per il malato, per colui che, vessato dagli orrori della vita, finisce per diventare un mostro e un vessatore a sua volta. Se la società ti illude di darti tutti i confort di cui hai bisogno, allora se sei nevrotico, se non ce la fai, se sei portato allo stremo fino a compiere l'impensabile e l'irrimendiabile, beh, é colpa tua, la società non ti deve niente, non sei un essere umano come noi, sei un mostro e basta. Il mostro sei tu, e non voglio sentire scuse.
Chiunque ha in mente gli infiniti flashback sul passato del mostro di turno sclaviano o chiaverottiano, un passato fatto di soprusi, torture fisiche e mentali, angherie
La pietà per chi, da vittima, diventa carnefice, non é davvero concepita. Il mostro va cancellato.
-tranne ovviamente nel caso il carnefice sia una "categoria sotto tutela" (donna, nero, gay, eccetera...). Categorie del tutto arbitrarie e dettate dalla recente moda della rincorsa al vittimismo che é il pensiero woke. Ma non voglio entrare nell'argomento ora.-

Dylan é un individualista che rifugge la società, ne vive lontano, ai margini, ritagliandosi le sue isole felici (il galeone, il clarinetto, groucho, bloch, le donne del mese,...) e le sue isole infelici (i vestiti che indossa, i suoi amori impossibili e tragici, il suo lavoro, gli incubi, la famiglia che non ha avuto e che non avrà mai,... ) che costituiscono il suo universo al di fuori del quale non ha interesse a mettere piede.
L'individualismo é fortissimo anche al giorno d'oggi, forse più forte che mai, ma non é un individualismo che si ritaglia degli spazi all'interno dei queli vivere, ma che spinge invece a combattere per accaparrarsi spazi sociali comuni, schiacciando gli altri per risultarne protagonista (i famosi 10 minuti di notorietà concessi a tutti da internet). L'individualismo interiorizzato delle nuove generazioni é un individualismo che spinge a sgomitare ed emergere tra la massa, e non a trovarsi ognuno il suo spazio fatto su misura (non c'é posto per tutti, ma mors tua vita mea).

Insomma, questi sono solo alcune tematiche ricorrenti, tipiche delle storie di Sclavi, Chiaverotti & co, che oggi trovo di difficile presa, perché lontanissime dalla realtà contemporanea.
Con questo non sto dicendo che quando sono uscite negli anni '80, fossero condivise da tutti, anzi, fecero scalpore proprio perché di rottura e di critica alla società del tempo, ma credo anche che oggi farebbero MOLTA più fatica non solo ad essere apprezzate, ma proprio ad essere recepite come importanti e rilevanti nel discorso pubblico, in quanto alcune idee sono ormai talmente memizzate e interiorizzate nella nostra socialità quotidiana, che per farle vacillare servirebbe davvero una dinamite.
Insomma, sono tematiche forti, di critica, che già al tempo immagino circolassero con difficoltà in una società solto più "sociale" e meno individualista di quella odierna, e che oggi davvero non so con cosa pottebbero fare eco.
Sono idee che, molto semplicemente, hanno perso...
Forse proprio per questo motivo ci sarebbe bisogno di autori bravi a parlare di ultimi, di invisibili, di dimenticato e di mostri, e forse nel farlo, e qui é il nocciolo del discorso, sarebbe più semplice fare una ambientazione anni '80 che non una odierna.
Forse... Ma non sto dicendo che sia imprescindibile.

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Baron Karza ha scritto:
Buonasera,
condivido l'affermazione di Wolkoff che Dylan è "un dandy ennui disimpegnato vive in un mondo tutto suo, di a-socialità relativa, dove di certo non è suo interesse approfondire dibattiti geo-politici attualizzati, fenomeni di costume last minute" tuttavia penso che questa sia solo l'immagine originaria; nell'albo 341 "Al servizio del caos", mette in scena un dialogo "sofferto" con Ranja sul cellulare e questa visione del personaggio è ripresa in quasi tutti gli albi con soggetto e sceneggiatura di Recchioni. Personalmente ciò è molto lontano dalla mia visione del personaggio, però c'è stata anche questa sfumatura...
Baron Karza


Il problema é appunto che quel dialogo "sofferto" :mrgreen: é completamente out of character, forzato e stridente ancbe a livello stilistico oltre che concettuale, di gran lunga la cosa peggiore di tutto il numero (che, a parte quello spezzone finale, ricordo come molto valido) ed ha condizionato tutto il corso del dylan da lì a seguite, in quanto esprime la concezione del personaggio di Oni2, concezione sbagliatissima che peró verrà ripresa da lì a seguire.

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Oggettivo è ciò che richiede dimostrazioni.
Soggettivo è ciò che richiede argomentazioni.

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