In tutta franchezza dopo certi vostri commenti entuasiasti,
mi aspettavo mooooooolto meglio dalla seconda storia, tipo il botto dell'anno o cose simili
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Bella, apprezzabile, ben scritta, per carità... ma per me nulla di non-dimenticabile, molto "furba" nei ricattucoli corecore per legare empaticamente il lettore alla vicenda, specialmente dal punto di vista del disagio infantile, pro-commozione (e parlando di zombies, anche quella cerebrale
)
Un orrore come tanti
Testi
7Disegni
8Un orrore come tanti che appunto presenta l'ennesima variazione sul tema/eventualità dello zombismo, infra-domestico in questo caso, coi soliti dilemmi da corollario a margine. Dopo tutti gli approfondimenti su settordicimila film e serie tv dell'ultimo ventennio + il
PdM in sospensione aerea nella divagante capoccia di Bilotta
(di cui questo poteva sembrare un semplice spin-off, anche per il mood)... sinceramente non ne sentivo il bisogno, anche perché tutto il resto che gli ruota attorno è puro contorno semi-pretestuoso che rimane lettera menoche(non)morta - il rito druidico, lo sciamano-Morgan nnamurato, l'epidemia di condominio, etc
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Insomma,
Vanzella ha fatto di meglio, e partire da uno spunto stravisto o stra-abusato come base del soggetto non incontra il mio necessario gusto, quando si poteva sfruttare quell'incipit in altro modo, almeno nella sostanza del dylaniesco .
Per il resto la storia è abbastanza valida, la cornice minimalista di quartiere-stile casermoni di periferia tra Corviale e Ken Loach è la cosa meglio riuscita... e anche i bimbetti sono ben caratterizzati nei loro pasticci di sopravvivenza, tra il cinico ed il tenero. Le ossessioni di Maggie non reggono proprio, personaggio sballato e pretestuoso nelle sue presunte intuizioni, mentre Mia come personaggio è cool perché scostante e poco faconda: alla fine la base delle sue motivazioni rimane molto oscura, anche se non è necessariamente un difetto.
Dylan un po' evanescente e scocciato (se non rassegnato), anche se meglio così di quando fa lo splendido stronzone sarcastico a tutti i costi. Nel complesso come storia si lascia leggere con scioltezza, con buoni scambi e pause, per quanto
ruoti tutto attorno ad un singolo concetto/risvolto, quello di tenersi la mamma-zomba in casa. Non di certo il top di originalità o interesse. Poco altro per il resto, troppo poco per andare oltre il "buono", per quanto nella parte finale il pathos ed il ritmo salgano vertiginosamente, perché bisogna prendere delle decisioni difficili... tipo prendere Dylan ripetutamente a botte in testa
Bacilieri mi piace sempre molto, ma qui mi è sembrato sotto la sua media in diversi punti - che comunque rimane altissima. Ha osato meno del solito, sia nei dettagli, sia nel tratteggio, che nello scardinare la classica vignetta da gabbia bonelliana. Molto belli alcuni primi piani commoventi, e la mamma-zombie nei suoi slanci feroci e putrefatti.
Non ho capito perché dopo il fattaccio del rito ci viene mostrato il complesso edilizio distrutto interamente in una parte, tipo cicatrice crollata (v. pp.130-35), mentre in realtà il mega-fulmine della catastrofe inziale colpisce soltanto il giardinetto aperto sottostante (p. 115, con voragine) e non l'edificio in sé.
Poi non so se è una provocazione voluta od un refuso a sbafo: quando Maggie s'incontra coi giovani malfattori-pro-bono-materno sul ballatojo (v. 3 vignette di fila orizzontale tra p. 156 e 157), come mai cambia sempre il disegno del setting? I personaggi non si muovono avanti e indré, eppure lo stesso parapetto prima non presenta crepe, poi sì, poi di nuovo no, prima compare un cavo penzolante, poi no, etc ???
Devo controllare se il mio balcone ha sempre quella mattonella sconnessa, o solo nei giorni dispari? Un problema come tanti...