Lassando perdere la bojata del dichiarato ciclo trimestrale - come se non fossero quasi 40anni che DD si occupa di mostri e "diversi"
- puro pretesto per lanciare un quantum di hype artefatto in retrobottega...
... se torno all'albo di per sé, mi sembra che siamo alla solita solfa made in
Marzano, mediamente impresentabile, e scadente nel complesso per quanto il mestiere salvi qualcosina in corner, per un match in realtà già compromesso. Negli ultimi tempi in qualche lavoro aveva leggermente alzato la sua media (tipo la crime-farsa
Gli esorcisti,
OB#6 o quella scopiazzata sul faro maledetto nel
Magazine2022) ... ma si trattava di episodi sparsi, non di trend in conferma.
Votato 5 senza troppe remore né rimpianti.
⨳ S ⨳ P ⨳ O ⨳ I ⨳ L ⨳ E ⨳ R ⨳ Copertina scipita, ma il concept del mostrazzo non è opera dei Cestaros e quello ci teniamo.
Disegni validi fino ad un certo punto, poi l'abuso delle mezzetinte slavate digitalmente mi viene peggio che a noja, e pertanto suppura nello stucchevole oltre che nell'impersonalmente artificioso
Salvo i primi piani più drammatici e qualche scena di "aborti" splatter (pp. 72 ed 87), ma per il resto
Armitano non rientra nei miei gusti, con quel Jenkins-otaria, il caschetto marmorizzato della psicologa, i freddi casermoni iniziali (a Londra?), e il mostracchio filiforme che sembra ricalcato da nonsoquantimanga - e quando si arrampica sulle pareti ricorda paroparo
quest'altra storia di Marzano. Le pagine più genuine sono quelle dove rinuncia alle mezzetinte (pp.50-53), ma sono quelle che contano meno nell'ottica della storia.
Ecco, la storia: molto standard nelle movenze, tra indagini, morti da ricollegare, clienti svalvolati etc. Manca di appeal ma nel complesso un po' ti cattura, per almeno vedere come va a finire ed i dialoghi sono meno sballati di altri autori - ho visto un po' di vintage chiaverottiano nel modo in cui il padre stronzone insulta/maltratta il figlio (non tanto la moglie) e pensa di rinsavirlo a colpi di mazza dopo il lutto in famiglia
I problemi nascono dai soliti scompensi para-logici in quello che dicono/fanno i vari personaggi rispetto a quello che viene mostrato nelle vignette
Come già detto da
Keanu siamo al limite del pateticamente ridicolo quando l'anatomo-patologo dichiara che Sophie è morta esattamente come le altre vittime (p.54) quando toppa completamente in quest'osservazione, non diversamente da quando la stessa pula dichiara che il sangue è stato tutto risucchiato dalla prima vittima (p.22) mentre in realtà vediamo la sua cameretta più imbrattata di un mattatojo industriale
A parte lo sgangherato scontro finale, con controfinalicchio rattoppato per contentino, abbastanza assurda anche tutta la scena di Dylan che si accomoda tranquillamente accanto a Kyle (p.82) sul lettuccio per discorrere del più e del meno, mentre il padre si ritrova squartato in terra e chissaquale pericolo incombe nell'ombra
A queste beotate aggiungo un
difetto di sostanza nel soggetto, che già era striminzito al benchéminimo:
ma c'era davvero bisogno di rispolverare l'ennesima variante dello stralogoro mito del vampiro, aggiungendo lo spoiler già nella presentazione dell'albo? Ma un po' di fantasia no, eh? Un altro tipo di creatura è vietato interpellarlo, invece di citare Renfield, le navi cargo etc? E poi perché mettere in mezzo al calderone il concetto di "Maestro" (della Notte), dobbiamo per caso fare pubblicità aziendalista a
Dampyr? Senza contare che nei meccanismi della storia non viene sfruttato affatto l'eco del darkweb, delle community di hikikomori et similia, se non per lasciarli preda di luoghi peggio-che-comunissimi e soprattutto di un villain - il presunto Maestro -
il cui unico obiettivo di fatto è scroccare l'affitto nella stanzetta di Kyle e non scomodarsi a citofonare ("lasciami entrare") per intrufolarsi nelle stanzette delle sue prossime vittime.
Wow, davvero un mostro fascinoso, imponente, e subdolo, altroché
.
Meritava una trilogia in ciclo tutta per sé.