ICERRR ha scritto:
Il problema sta nel fatto che il "woke" è un problema inventato dagli americani che s'è poi trasmesso alla mentalità italiana.
L'industria cinematografica sta fallendo, ma non è certo per via di inclusione e simili, è un discorso molto più complesso. Così complesso che è sorto il bisogno di trovare un capro espiatorio, identificato in gruppi sui quali ci si può accanire quanto si vuole perché non protetti del tutto dalla legge in quanto minoranze. A questo capro espiatorio è stato dato il nome di "ideologia woke" - fra l'altro la parola "woke" era parte del vernacolo afroamericano finché non è stato sfigurato - perché dire "sono contro alla rappresentazione di minoranze all'interno di prodotti artistici" fa brutto, meglio idealizzare tutto quanto e togliere la componente umana del discorso.
L'idea che esista un "agenda woke" che rovina tutto e si propaga come un'epidemia farà e sta già facendo dei danni alle minoranze, in modo indiretto e nascosto. Ti prego di non prendere tutto questo come un attacco personale, non sto dicendo che te sei un bastardo ma che l'idea porta la gente ad essere bastarda pensando di star facendo del bene.
Quello di cui parli tu non è altro che cattiva scrittura, cosa che persiste indifferentemente dai temi trattati. Quello che voglio dire è che non penso che ossessionarsi così tanto su un concetto, arrivando a segnarti mentalmente se qualcosa è "woke" oppure no, faccia bene. Non sto dicendo che non puoi lamentarti del "woke", ma che il "woke" non esiste e stai sprecando tempo e energie.
No. Mi dispiace ma su questi temi sono molto categorico. Seguo molto l'argomento e mi sono letto diverso articoli ed in particolare un saggio (la trappola identitaria) che spiegano benissimo l'origine, la storia e perché e percome ha preso piede il movimento woke, che come dici tu non é una parolaccia, é la definizione di una certa ideologia che parte dai movimenti identitari razziali degli anni 2000,che hanno bollato la lotta per i diritti civili degli afroamericani fino ad allora sostenuta come fallimentare (nonostante avesse raggiunto traguardi insperati e mai visti, compreso un certo barak obama, che ancora parlava di uguaglianza tra bianchi e neri) e hanno decretato l'impossibilità di convivenza tra bianchi e neri, e di fatto la necessità di una nuova segregazione, di un razzismo positivo e di leggi apposite per i neri. Questo si é poi espanso a tutte le minoranze (di genere, sessualità, abilismo,...) tramite la teoria dell'intersezionalità. Queste teorie, sostenute da accademici in maniera piuttosto seria e argomentata, sono state poi "memizzate" tramite i vari social (reddit, poi instagram, eccetera) portando a quello che é oggi, cioé una lotta continua tra identità fatta di vittimismo, menzogne, censura del dissenso, disonestà intellettuale, e SOPRATTUTTO, che é la cosa che in questo e sottolineo questo topic mi interessa, di SFRUTTAMENTO dell'arte per la diffuzione di messaggi.
L'agenda woke esiste eccome, lo dimostrano le migliaglia di linee guida di stampo woke/progressista che SQUALIFICANO nei campi più disparati chiunque non le rispetti. Nel cinema se non segui determinati requisiti non vai a gli oscar. Nei videogiochi la faccenda sweet baby inc. é fresca fresca. Nel giornalismo ci sono infinite linee guida a cui hanno aderito tutti i mezzi di stampa mainstream (vedi il manifesto di venezia, soltanto uno dei tanti, che detta le parole da usare e quelle da non usare in maniera del tutto arbitraria e censorea). Ma si potrebbe andare avanti all'infinito. Blackrock e vanguard, le più grandi società di investimento al mondo, che impongono alle aziende di aderire ai dettami woke, pena l'esclusione dai loro giri di affari (tradotto: non ti compro le azioni). E così via all'infinito. L'agenda woke esiste NEI FATTI, pur non avendo un manifesto essendo la manifestazione memizzata di teorie accademiche discutibili ma comunque molto serie e ben argomentate.
Punto due: non venire a dire a me che uso il wokeism come capro espiatorio, quando sto sempre là ad evidenziare punto per punto i difetti dei singoli film e del settore tutto, che é in balia di molti mutamenti, trai quali ma non solo l'adozione degli stilemi tipici dell'ideologia woke (inclusività a discapito della credibilità, le minoranze dipinte come perfette e vincenti, senza nessun lato negativo, didascalismo nel messaggio che diventa più importante del film in sé, il tutto tramite l'inserimento forzato di situazioni e dialoghi atti unicamente a sostenere tale ideologia) che distruggono il senso stesso dell'opera, per quanto sono invasivi e messi a forza. Per me puoi pure darmi del bastardo, non mi offendo, perché io so di aver sempre difeso chiunque fosse discriminato, ma guardando al singolo individuo, e non all'identità che si é autonomamente affibbiato.
Quello che tu dici essere "cattiva scrittura indipendentemente dal woke", purtroppo, non é per niente indipendente, ma frutto di scelte di produttori troppo spaventati dal far incazzare la (piccolissima nei numeri relativi) bolla identitaria sbagliata, farla entrare nel piede di guerra, far partire la shitstorm e in definitiva perdere il lavoro.
Pian piano si stanno accorgendo che per non far incazzare una piccolissima minoranza rumorosa, stanno facendo imbestialire la LORO maggioranza silenziosa, che infatti non compra più.
Il "go woke go broke" é un effetto di questo clima esasperato che hanno creato gli attivisti woke.
A me piace? Sì, perché detesto i modi invasivi, disonesti e censorei con i quali l'agenda woke viene portata avanti.
Dall'altra parte mi piange il cuore, perché io ho sempre creduto fortissimo nell'uguaglianza, nei valori dell'universalismo e dei diritti civili, e quando sento i discorsi di Martin Luther King "sogno che un giorno mio figlio venga giudicato non per il colore della sua pelle, ma per le qualità del suo carattere" mi si riempie il petto.
Peccato che sia stata l'ideologia woke/identitaria la prima a rinnegare e tradire queste idee.
Prima finisce e prima si potrà ricominciare a parlare di diritti civili in maniera seria.