Letto il numero 6, l'ultimo numero della serie
.
Devo rileggerlo perché l'ho letto un po' di fretta. In verità avrei voglia di rileggere tutta la serie di fila.
Il numero 5 e il numero 6, come al solito, sono in molto stretto contatto. I personaggi ricorrenti ricorrono (e rincorrono).
Alceste é passato dalla parte opposta della barricata: da intervistatore di vip a vio, da cacciatore di scoop a cacciato (letteralmente).
Gli intermezzi di quotodianità dei personaggi e della Roma tutta, rendono il mondo di Eternity davvero vivo e tangibile.
Resta un'opera sostanzialmente "vuota", nel senso che rispetto a Mercurio e Valter Buio, manca la ciccia, manca una trama vera e propria, manca il peso specifico di voler sapere cosa farà questo personaggio e che piega prenderà quella situazione.
Quì si va avanti più a "succede questo, poi questo, quindi questo" senza la sensazione di una trama architettata e strutturata, ma si ha molto più l'impressione di una quotidianità degli eventi, esattamente come in una rivista di cronaca.
Non dico che la cosa mi entusiasmi, ammetto che avrei desiderato più sostanza (a volte, durante la lettura, si arriva a sentirsene davvero il bisogno) ma la scrittura é, e qui mi ripeto, davvero eccellente, le trovate e i personaggi brillanti - per quanto spesso irritanti - insomma é davvero qualcosa di particolare, pure per gli standard Bilottiani.
Curioso di vedere il proseguo.
Aspettando con ansia "gli uomini della settimana vol 3".
Nell'editoriale si parla esplicitamente di un suo blocco dello scrittore di cui Bilotta riferisce aver sofferto e che di tanto in tanto fa capolino.
Forse la mancanza di una trama vera e propria é legata a questo.
Spesso si ha un blocco quando ci si concentra troppo sullo stile, sulla forma, vi si specchia troppo diciamo, e molto meno sul cosa dire. La forma rimane, la sostanza sembra non trovare la forza di emergere. Spiegherebbe alcune cose.
Gli auguro fortemente di tornare a scrivere in maniera serena e spensierata, magari facendo qualche passo indietro (cosa consigliata a chiunque abbia un blocco), semplificando alcune cose e provando a ritrovare il gusto del narrare storie, senza voler strafare e meravigliare tutti a tutti i costi