MandarinoFish ha scritto:
Ho deciso di rileggere tutta la saga di Ken Parker, dall’inizio. Sentivo che prima di affrontare Il mattino che verrà, l’ultimo tassello pubblicato, dovevo fare un passo indietro.
Non so da dove cominciare esattamente, perché parlare di Ken Parker non è come raccontare semplicemente di un fumetto che mi è piaciuto: è raccontare di un’esperienza che mi ha lasciato dentro qualcosa. È stato un viaggio lungo, profondo, pieno di emozioni vere. E ancora adesso, ripensandoci, sento quell’inquietudine dolceamara che solo le storie autentiche riescono a lasciarti.
Leggere Ken Parker è stato come guardarsi allo specchio. Mi sono trovato, spesso senza volerlo, a immedesimarmi con lui, con la sua irrequietezza, il suo senso di giustizia. Ken non è l’eroe classico tutto d’un pezzo: è un uomo che sbaglia, che ha dubbi, che prova dolore, amore, vergogna, pietà. Ed è proprio questa umanità che me lo ha reso così vicino. In un mondo narrativo dove dominavano spesso figure maschili granitiche, infallibili e monocromatiche, lui invece è fragile, riflessivo, vero. Non cerca la gloria, non cerca vendetta: cerca se stesso, e in questo, in fondo, cerca anche noi.
Quello che mi ha profondamente colpito è come Ken Parker abbia avuto il coraggio di affrontare temi che ancora oggi, a volte, la narrativa popolare fatica ad affrontare con sincerità: razzismo, ecologia, omosessualità, diritti, lavoro, rispetto per la natura e tanto altro ancora.
Ripensando al periodo in cui è uscito, è incredibile la carica rivoluzionaria di tutto questo. Ken Parker è davvero avanti. Parla del nostro tempo ben prima che certi discorsi diventassero mainstream. Non cerca di dare risposte facili, ma pone domande scomode. E per questo, ancora oggi, mi sembra incredibilmente attuale.
Alla fine di questo viaggio, quello che mi resta dentro è un senso di gratitudine. Gratitudine per aver incontrato un personaggio che ha saputo insegnarmi senza prediche, che ha mostrato la bellezza del dubbio, la dignità della fragilità, il valore dell’ascolto.
E se penso a tutto ciò che mi ha lasciato, non posso non ricordare alcuni dei suoi capitoli più intensi:
Chemako, La ballata di Pat O'Shane, Un uomo inutile, Lily e il cacciatore, Casa dolce casa, Diritto e rovescio, Cronaca, Adah, Storie di soldati, I pionieri, Boston, Sciopero, I ragazzi di Donovan, Un principe per Norma, Il respiro e il sogno, Un soffio di libertà, La carovana Donaver, I condannati.
Senza alcun dubbio, Ken Parker è uno dei fumetti più belli che abbia mai avuto il piacere di leggere.
Gran belle parole, Manda, per Ken Parker. Quoto e sottoscrivo tutto; anche per me rimane, a quasi dieci anni dalla prima lettura, un fumetto imprescindibile e carico di significati.