Capitolo né migliore né peggiore del precedente.
Diciamo che il 6,5 è confermato.
S
P
O
I
L
E
R
La principale caratteristica dell'albo precedente, ovvero un Dylan Dog che di fatto non è Dylan Dog ma un incrocio tra Martin Mystère e Robert Langdon, qui è addirittura accentuata.
E non funziona molto.
Dylan ha sempre posseduto una personalità multisfaccettata, ma che fosse un abilissimo solutore di enigmi capace persino di bagnare il naso al geniale Bill lo scopriamo solo in quest'albo. Con tutta la buona volontà , la cosa non è molto credibile.
La sceneggiatura, per fortuna, scorre liscia e spedita, con buon ritmo. Purtroppo i dialoghi sono spesso di una banalità allucinante (durante quello iniziale tra McLeod e Imir mi sono slogato le mascelle a furia di sbadigli).
Inoltre il tutto patisce la inverosomiglianza tipica di questo genere di storie.
Perché l'artefice si è preso la briga di inventare così tanti enigmi e imbastire una mappa-del-tesoro tanto contorta? Si sentiva minacciato? Dalla storia non risulta. Era pessimista di natura e non voleva correre il rischio che i cattivi trovassero la lancia? In tal caso non leggeva abbastanza fumetti.
Altrimenti avrebbe saputo che mappe del tesoro così contorte sono da sempre di impaccio SOLO per i 'buoni'. I cattivi non hanno mai problemi, gli basta seguire i buoni oppure minacciarli o ricattarli per poi farsi consegnare il tesoro una volta trovato... come per l'appunto succede in questa storia.
Poi è inverosimile che l'artefice abbia ideato enigmi tanto banali (roba da bambini delle elementari!). E' inverosimile, come fa notare Joe, che il 'geniale' Bill non si accorga che per risolvere il problema della pesata basta lasciare là i prismi, comprare una bilancia e poi tornare nell'antro (tanto, anche portando fuori i prismi, nell'antro avrebbero dovuto comunque tornarci). E' inverosimile che il diavolaccio e lo stregone fabbrichino un bambino malvagio "di scorta" e ancora più inverosimile che il bambino sia proprio quello della donna di Bill!!!!
E' inverosimile che il bambino malvagio torni buono senza neanche un graffio, ma in questi tempi di ossequio al politically correct non ci si poteva aspettare niente di diverso. Dylan è ormai un San Francesco (infatti parla con gli uccelli!
) che non ammazza più nemmeno gli adulti, figurarsi un bambino!
Questa storia, insomma, sta in piedi solo come puro intrattenimento, a patto di scollegare il cervello e di godersi il pim-pum-pam. Se non altro non ha pretese mistico-filosofiche alla Dan Brown. E' solo un fumetto da leggere in treno per divertirsi e rilassarsi.
Bloch formato Stanlio non piace neanche a me.