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RMah. Mah. Mah. Ancora mah e pure bah! Spero di non averla ben capita 'sta storia. Non dico la trama, fin troppo lineare (ahimé), ma spero di non aver ben capito da che parte andasse presa e letta. E' una commedia seria? Un thriller senza morti (umani - era mai successo nella serie?)? Una favola ecologista volutamente terra-terra? "Volutamente"? Spero di sì perché se anche la Barbato mi perde colpi così, se anche lei mi scade in certe facilonerie, io non so più a che santo devo rivolgermi per continuare ad avere un valido motivo per continuare a leggere Dylan.
Che poi per tre quarti sarebbe una gran storia alla Barbato. C'è lo splendido inizio con un Dylan più squattrinato del solito che si improvvisa gigolò da quattro soldi (scena d'antologia). C'è il protagonista in crisi che non capisce un tubo di quello che gli succede intorno, e con lui il lettore altrettanto disorientato. Ci sono dei simpatici ed adorabili uccellini, il solito stuolo barbatiano di situazioni e personaggi ambigui. Ci si aspetta da un momento all'altro il colpo di scena che faccia precipitare la storia nel dramma, il colpo di reni che porti la storia ad livello veramente surreale e fantastico. Invece nisba. Calma piattissima. Tutto si risolve con un persino imbarazzante confronto / spiegone affollatissimo di personaggi. Tutti insieme appassionatamente ('nsomma) a spiegare ragioni e moventi del proprio agire. E quel finale con il cattivo capitalista, che roba è? Uno dice “ecco adesso sale sull'aereo, mo arrivano gli uccelli e lo fanno precipitareâ€, finalone un po' burino, ma spettacolare. Invece no. "Scusi, ma la dobbiamo arrestare" e lo arrestano. Tutto qui? Sì, tutto là¬.
E Dylan stavolta ci fa davvero un po' la figura del frescone. Su dai, vecchio mio, che i tre ricercatori "innocui" alla fine si sarebbero rivelati i veri cattivi e i tre "ambigui" si sarebbero rivelati l'esatto opposto di quello che sospettavi tu era matematico, non hai mai letto le tue storie? E' tutto troppo meccanico. Dylan che ti entra in crisi misantropa e arriva a sognare e sospettare persino di essere stato tradito da Groucho, Bloch e Wells (e giuro che per un momento ho sperato che Wells potesse uscire VERAMENTE da questa storia come personaggio negativo). Ma perché? Per venti uccellini arrostiti in una sola vignetta? Oh, beninteso: l'argomento mi tocca da vicino, che io e la mia ragazza ci siamo portati a casa e abbiamo curato piccioni investiti, pappagallini dispersi, rondoni caduti dal nido. Scene come quelle di Dylan con Straccio io le ho vissute proprio con un piccolo di rondone. Però non c'è verso, la visione di quei venti uccellini arrostiti in una vignetta resta soltanto una vignetta con venti uccellini arrostiti. Povere bestiole, mi dispiace, ma nella finzione di una storia non basta per farmi scattare indignazione e incazzatuta. Né la Barbato né Freghieri riescono a farmi sentire il dramma di quello che sta succedendo nell'Isola. Detesto anch'io i cacciatori, il capitalismo cementificatore, l'arroganza antropocentrica in generale... ma non ho bisogno di andare su un' isola incantata per capire che l'uomo è 'na brutta bestia e per quello perdere il lume della ragione. Ribadisco, più che un Dylan "troppo umano" ci troviamo di fronte stavolta ad un Dylan un po' tontolone, troppo serioso, troppo fanatico, che a parte aggirarsi a caso per l'isola sospettando e accusando tutti quanti non fa praticamente altro. E' la prima volta che mi è parso seriamente di percepire l'antipatia verso il personaggio che i detrattori della Barbato attribuiscono all'autrice.
Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno? Facciamolo. Manca un protagonista essenziale: l'isola, il santuario, la Natura con la maiuscola insomma. Nonostante un Freghieri superlativo (che non sai se gioire per le spledide tavole o incazzarti per tanti anni di suoi lavori tirati via e svogliati), alla fine l'isola resta uno sfondo inerte, mai veramente vivo e affascinante. Un racconto ecologista dove non si percepisce la natura è un racconto a metà .
Poi per carità , anche così è una storia migliore del 90% delle storie che ho letto su Dylan negli ultimi e penultimi anni, però lo ammetto questo speciale è stata una delusione.