Ho uno strano rapporto con quest'albo.
È pur sempre uno Sclavi [anche se in un periodo altalenante], quindi scorrevole, interessante, creativo, a tratti ingegnoso, illustrato da un buon Piccatto... ma anche "sbilanciato", inadeguato e fuori luogo.
Innanzitutto, nella descrizione delle donne ricoverate al centro sociale [e nella vicenda stessa di Primrose], si nota che, da un lato, Sclavi banalizza e appiattisce l'argomento sul lato platealmente fisico, ignorando e sottovalutando quella che molto [più?] spesso è una violenza sottile, subdola, psicologica, e che oltretutto non si consuma solo nell'ambito domestico, ma investe in maniera indiretta e subliminale la stessa struttura della società.
D'altro canto, però, il tema viene arricchito fino ad annacquarsi e diluirsi in maniera difficilmente comprensibile. Francamente non ho capito perché narrare parallelamente la vicenda di un giovane esper che conta in base 8 [??] sulla base di suggestioni fantascientifiche di un assassino laureato in fisica e chimica intento a ricostruire un mondo avveniristico, con tanto di separatori astrali e sdoppiamento/incarnazione di corpi. Cioè...perché? Capisco che la vicenda di Vaal e quella di Primrose siano complementari, ma così il tema portante viene decentrato, anche perché la prima è praticamente l'asse principale del racconto. Ciò comporta due ordini di conseguenze: innanzitutto il personaggio di Primrose, avendo poco spazio a disposizione, non gode di un opportuno sviluppo. È ridotta a "donna oggetto di violenze che vuole fuggire" e poco altro. Non sappiamo nulla di lei, mentre di Vaal ci viene narrato quasi tutto. Inoltre, inevitabilmente, la piattezza di Primrose trascina con sé quella del marito, ancora più evanescente. La genesi delle sue manie rimane inspiegata, i motivi della sua sadica pignoleria tralasciati, fino a divenire carne da macello per Trudy [bel personaggio] e successivamente assassino, senza troppi approfondimenti di sorta.
Insomma, un tema urgente e rilevante soffocato da una sovrastruttura fanta-cyber-punk di dubbia utilità, quando bastava e avanzava la cruda realtà per una rappresentazione artistica. Doveva essere trattato in punta di piedi, scivolare leggero, lasciandoci un vuoto su cui interrogarsi e riflettere, mentre in sostanza risulta pesante come un macigno. Mi piacerebbe vedere un altro albo su questo tema; o meglio, provocatoriamente, mi piacerebbe FINALMENTE vedere un albo su questo tema.
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