Cravenroad7

Bella, semplice, ma bella.

E tra l'altro: grande Soldi!

Albo difficile da valutare. Se formalmente è quasi ineccepibile, nella sostanza si sente che manca più di qualcosa. Cosa insolita per la Barbato, la storia appare poco "sentita", quasi distaccata, anche se ancora una volta si vanno a toccare i nervi scoperti di Dylan e si indagano le sue paure e si mettono alla berlina alcune sue qualità. Forse ha ragione qualcuno sopra a definirlo un esercizio di stile, anche se io non vedo il paragone con Oltre quella porta, dove gli intenti erano altri e il risultato più sorprendente. Però rimane quella sensazione di dejà và, di certi temi già troppe volte affrontati, che unito a quella freddezza di cui dicevo, ostacola il coinvolgimento del lettore. Rimane poco, ma rimane scritto bene.
Mi ha fatto piacere rivedere Soldi dopo tanto tempo, con uno stile diverso (in alcune vignette quasi "stanizzato"). Facendo una media, come voto direi accettabile, anche se da Paola è lecito attendersi molto, molto di più.

Finita l'annata 2009 vado con la consueta classifica. Questa volta voglio premiare una storia imperfetta ma che ha saputo emozionarmi tantissimo, sorpresa Gualdoni al 4° posto con una storia da Maxi:

1) Il vecchio che legge
2) Tueentoun
3) Il giorno del licantropo
4) Le morti bianche
5) Il modulo A38
6) Il giardino delle illusioni
7) Oggetti smarriti
8) Seppelliti vivi
9) Discesa nell'abisso
10) Il re delle mosche
11) Fuga dal passato
12) Il piccolo diavolo
13) I sei corvi
14) Uno sconosciuto sulla strada
15) L'angelo caduto
16)I professionisti
17) I conigli rosa colpiscono ancora
18) Il tredicesimo uomo
19) La strage dei Graham

Brevi:
1) La fiaba nera
2) Blatte
3) La sposa del diavolo
4) Il buio nell'anima
5) Per una rosa
6) Nemici per sempre

Cosa sarebbe il "deja và" ... una variante franco-burina del "toggiamannataffank**"

A parte questo, il senso di deja vu in questo albo per me rimane strettamente legato ad Oltre quella Porta.
Anche se intenti e risultati erano differenti - e per fortuna - questa storia ne ricalca a piene mani la struttura, sembrando un'inutile accozaglia di quegli spunti sparsi avanzati dal precedente più illustre.
La freddezza non lo trovo un difetto: ma se ristagna in un acquitrino inflazionato non provi gusto a pattinarci sopra

Visto che sto la faccio pure io una SUPER-classifica d'annata

1) Il giorno del licantropo
2) Tueentoun
3) Le morti bianche
4) Oggetti smarriti
5) Il modulo A38
6) Il vecchio che legge
7) Seppelliti vivi
8) I sei corvi
9) Il re delle mosche
10) Il giardino delle illusioni
11) I professionisti
12) Il tredicesimo uomo
13) Discesa nell'abisso
14) Il piccolo diavolo
15) Uno sconosciuto sulla strada
16) Fuga dal passato
17) L'angelo caduto
18) I conigli rosa colpiscono ancora
19) La strage dei Graham

ALOHA MAURIZIO SEIMANDI & SUPERTELEGATTONE

A parte la mia ipervalutazione del Vecchio che legge, siamo lì, molto simili.
Il dejà và è la versione valsesiana del deja vu.

Albo davvero bello e suggestivo.Fuori dagli schemi,non una storia canonica.Cosa che sicuramente incide molto sull'approccio del lettore.Non a caso al timone c'e' la Barbato,per molti autrice da giudicare agli antipodi."Il giardino delle illusioni" e' chiaramente una storia caratterizzata da angoscia,senso di smarrimento,profonda riflessione sulle paure con un Dylan "barbatamente" messo in grande difficolta'.C'e' sempre una prova da superare.
Leggo del non sense.Si,ci puo' stare.Credo che l'albo sia stato scritto volutamente in questo modo,pensando piu' all'evoluzione del personaggio all'interno delle tavolte che alla storia stessa,e alla sua risoluzione.Forse la parte piu' debole se si creano delle aspettative idealizzate,ma che nella sua semplicita'...nel suo essere asciutto,non necessariamente freddo e distaccato...riescono a dare a "Il giardino delle illusioni" un paradossale senso di realismo nella sua atmosfera onirica,sognante.Non sapremo mai cosa,perche'.E' un albo che ci lascia con una domanda che si aggiunge a un'altra domanda.Ma va bene cosi'.Fugge dallo schemo del raccontino banale del mese,e spinge il lettore a un qualcosa di piu' radicale.Piaccia o non piaccia.Ma non si resta indifferenti.
Per me vale,e non poco.

È ancora quel filone barbatiano di autoretrospettiva dylaniata che ha l'apice ne Il senza nome.
Fino a metà albo mi è piaciuto, poi cominciano improbavili situazioni da "film horror serie z" (cit.) e vabbè, un po' va perdendosi.

Lettura comunque piacevole e veloce, che già per la Barbato è un traguardo mica da ridere. Buon Soldi, copertina orrenda. 7.5

#stopjohnnyfreak

il giardino delle illusioni
una piccola appendice di "oltre quella porta", apprezzabile solo dai fanatici ammiratori della barbato (presente!) e in un'ottica di "protesta" contro la gestione di dylan dog
mi ha divertito la scena dei quadri, che ritraggono l'ipocrisia del personaggio, e quella dei corpi sospesi che testimonia una prova interessante di soldi, ostica, irriconoscibile rispetto a "oltre la morte", facilmente confondibile per qualcosa di "tirato via", in realtà ricorda stano
copertina non male

voto 6+