Dico la mia... SPOILER (neanche più di tanto a dire il vero...)
Intanto ormai è chiara una cosa (almeno per me, e credo per la maggior parte di voi):
Per quanto la Barbato possa fare una storia meno brillante di altre sue, resta comunque una storia degna di essere chiamata tale. E questo è secondo me il caso di questo gigante. Non è un capolavoro, non è la migliore prova della Barbato, ma è una storia con una dignità. Barbato per me è una firma che vuol dire qualità assicurata, da un range che va dalla sufficienza al capolavoro. Detto questo, passiamo all'albo:
236 pagine... ma siamo sicuri? a fine albo stavo per controllare se le numerazione non fosse sbagliata perchè sembrano molto meno. Questo vuol dire una cosa sola: la storia si è fatta leggere e molto bene. Passiamo alla storia in se: qualcuno si è lamentato per il troppo "fantasy", ma io vi chiedo: cosa vi aspettate da giganti e speciali? io mi aspetto qualcosa fuori dall'ordinario, qualcosa che non sia la solita indagine o almeno, che abbia caratteristiche che ti facciano riconoscere la straordinarietà dell'evento (ovvero una storia all'anno). "L'esercito del male", "I peccatori di Hellborn", "Il senza nome", "La scelta" e "La peste" ne sono un esempio. "Piovuto dal cielo", "Licantropia", "Il padrone della luce" sono invece storie che avrei accettato più volentieri compresse nelle canoniche 98 pagine e piazzate nella serie regolare. Inutile dire che questa "La lunga notte" la considero della prima categoria e ne sono contento.
Comunque, la prima cosa che mi è saltata all'occhio è come Dylan in questa avventura, faccia solo la comparsa. Se togliessimo Dylan, la storia reggerebbe uguale (ovvio, con piccole modifiche) e questo non è esattamente un punto a favore. Da l'idea che la storia partorita dalla Barbato fosse generica e non specificatamente per Dylan e che poi lo abbia aggiunto facendolo solo camminare con gli altri vampiri e facendogli fare qualche cosina qua e la. La firma della Barbato comunque, è ormai riconoscibile (almeno per me). In quasi tutte le sue storie, il povero Dylan è messo in situazioni estreme. Non fisiche, ma psicologiche. In questo caso abbiamo la sua angoscia per il processo di vampirizzazione. In particolare si riconsce la firma della Barbato in 2 punti: il primo è nella chiesa nello scontro con gli zombie, il secondo è il finale (intendo proprio le ultimissime pagine, dal sogno in poi).
DISEGNI:
Piccatto ha cambiato stile, su questo non ci sono dubbi.
Dal suo primo "Il ritorno del mostro", sono passati 19 anni e difficilmente il tratto rimane tale e quale. La domanda fatidica è: è migliorato o peggiorato? banalmente si potrebbe dire che è solo cambiato. E voglio essere banale
Cmq i disegni mi sono piaciuti.
Concludendo: un bel gigante. Non fa scintille, ma è comunque "di qualità".
Voto: 7