SPOILER
<b>Il pianeta dei morti</b>
Ribadisco il mio disinteresse per Di Giandomenico. Non mi piace.
...in compenso Bilotta è eccezionale. Ha scritto la migliore storia delle 4. Nei giorni passati sono stato preso da una "crisi di nervi" sui "what if" e sul fatto che Dylan irrimediabilmente ormai non sappia far altro che parlarsi addosso. D'accordo. Ma questa storia è stata scritta in un modo talmente intelligente e brillante che non mi ha fatto pesare l'idea dell'alternativa futuristica del soggetto. Quindi rinnovo il mio apprezzamento per Bilotta, nella speranza di vederlo molto molto più spesso sulla testata. Unico difetto, fra l'altro lo stesso di "Cuore di zombie", un'eccessiva velocità in alcuni snodi e passaggi, la sensazione di molte interessanti sfumature sottese, quasi sottopelle, che non riescono ad affiorare in superficie.
Notazioni sparse:
1) Al solito, ottimi i colori Tenderini. Le scene del galeone in acqua coi riflessi di luce sembrano trasudare salsedine e versi di gabbiani in volo!
2) Pagina 3: libro a terra con scritta Oudeis (omaggio a Di Giandomenico) e nome Bilotta sul cassonetto (?) all'estrema destra. Fra l'altro le lettere BG compaiono sulla fibbia della cintura della ragazza in fuga. Un'altra citazione a Oudeis è a pagina 14, nell'immagine del pagliaccio.
<b>EDIT:
Rimando al blog di Di Giandomenico per alcune interessantissime notazioni di "back stage" sulla lavorazione della storia.
http://oudeis-ulisse.blogspot.com/
... lo stesso Di Giandomenico si ritrae mentre gioca col proprio cane Willy nella penultima vignetta di pag. 19. [:)]</b>
3) Gli zombi parlano come Ghor (o come Lord Chester?), uno dei protagonisti del secondo Speciale. Sarà voluto?
4) E la scelta di rappresentare il primo ministro come l'Harvey Dent/Due Facce di Batman? Fra l'altro sul blog di Di Giandomenico si vede proprio un'interpretazione di Due Facce. Casualità? (Effettivamente potrebbe anche trattarsi di Johnny Dark, l' "Uomo invisibile" che riappare sfigurato in "Oltre la morte", n? 88.)
Sempre a questo riguardo, geniali i manifesti stile "Citizen Kane" con volto rappresentato simmetricamente, come allo specchio, con tanto di reduplicazione di Big Ben sul fondo!
Comunque... PIU' BILOTTA PER DYLAN DOG!
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<b>Videokiller</b>
Nella mia personalissima classifica la metto al secondo posto. Bella, tecnica, strutturata... professionale! Contiene un silenzio vibrante ed il necessario e giusto grado di impalpabile tensione, cosa cui contribuiscono i deliranti disegni di Stano (il ghigno dell' "assassino", nella prima vignetta di pagina 37, è quanto di più cattivo e destabilizzante abbia visto negli ultimi tempi su Dylan Dog). L'inesplicabile logicità interna della sceneggiatura la rende "autoriale" a tutti gli effetti.
La colorazione Stano mi ricorda un poco le stanze color pastello dell'Overlook Hotel dello "Shining" kubrickiano: tanto più pericolose quanto più innocue e "gaie" all'apparenza. Ecco, la vivacità dei colori di Stano, quasi "fauve", crea quella piacevole dissonanza che contribuisce a rendere inquietante la storia.
Notazioni sparse:
1) Piccolo appunto: nell'ultima vignetta di pagina 64, la prima volta che appare la schermata di youtube, c'è scritto "Views: 5"; dopo l'ulteriore visione del filmato da parte dell' "assassino" il numero dovrebbe salire a 6, ma nella successiva schermata di youtube compare ancora una volta il numero 5. Sono piccolezze, anzi, infinitesimezze.
2) Anch'io come KhA'ronT ho cercato il filmato su youtube!
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<b>Il mago degli affari</b>
Decisamente la peggiore. Fiacca, ostentatamente prevedibile, deludente (ripensando alle altre prove brevi di Ruju). La morale di fondo, il sottotesto (la moderna sacralità del denaro in rapporto all'antica sacralità della natura), è molto azzeccata e ad alto potenziale di interesse; la storia, il contesto, non ha alcun piglio e non cattura la curiosità, cosa tanto più incredibile (!) vista la brevità del formato, come nota giustamente Waits. Peccato.
Notazioni sparse:
1) colorare sul bianco e nero di Mari è un'impresa, ma Tenderini ci riesce al meglio. Penultima vignetta di pagina 91 STUPENDA!
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<b>L'inferno in terra</b>
Bella storia, ma svantaggiata dalla "competizione" in questo Color Fest con Bilotta e Barbato. L'assunto di fondo è programmatico sin dalla prima tavola (a proposito, De Angelis è secondo me l'elemento grafico più interessante di questo Color Fest), un crescendo credibile e ben ritmato dello "sprofondamento bellico" di Londra, parallelismi "realtà/storia breve di Dylan Dog" ma anche "Oriente/Occidente" (o "guerra in Oriente trasportata nella civilissima e moderna Londra") molto ben riusciti e adeguati (ad esempio, il parco cittadino con le mine anti-uomo), mai sopra le righe. Unica pecca, una retorica (solo in alcuni punti, a dire il vero) troppo rimarcata. Però lo scioglimento della vicenda dopo il parto conclude la storia in un modo molto buono, senza patetismi o abbandoni oltranzisti sul tema del pacifismo (e non tutti ci riescono a evitarli!). La prima storia cui mi è venuto da pensare riguardo il tema "personificazioni di concetti astratti" è "Il capolinea" di Marzano, ma in quel caso si trattava della Speranza e l'argomento era condotto con meno eleganza rispetto all'episodio in questione. Inoltre il ritorno di una riflessione sui temi dell'attualità in Dylan Dog (Medda e "La collina dei conigli" a parte, per carità...). Mi piace molto quando gli autori sono disposti a sporcarsi le mani, prendendo un pezzo di mondo e scaraventandolo fra le pagine scritte.
Notazioni sparse:
1) Studio Rudoni alla colorazione più "concreto" e meno evanescente rispetto a Tenderini, ma ugualmente apprezzabile! Inoltre le storie di Gualdoni si riconfermano per i toni color seppia (che personalmente adoro).
2) Citazione dal finale de "Il dottor Stranamore" di Kubrick a pagina 121.
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Bilancio complessivo di questo secondo Color Fest: assolutamente positivo.