Quattro chiacchiere con Paola Barbato

Quattro chiacchere con Paola Barbato
Intervista a Paola Barbato
11 Novembre 2003

E’ stato necessario un messaggio demenziale degno del miglior Groucho per stanare dai meandri oscuri del lurkaggio(1) l’autrice più brava della serie, Paola Barbato. Paola legge i messaggi del nostro forum con attenzione, cercando di capire nei commenti dei fan di Dylan Dog, i motivi per cui una storia ha
funzionato ed è piaciuta, oppure i motivi per cui la storia li ha lasciati perplessi. I fan sono una grande risorsa per chi come Paola, ha dovuto imparare sul campo il mestiere dello sceneggiatore di fumetti.

– I forum sono importanti – Ha scritto Paola
– Partecipare ad un forum però è insano per uno scrittore, perché in questo modo i commenti dei fan vengono edulcorati e perdono spontaneità.
Però è importante conoscere le loro opinioni, per quanto un forum come questo sia comunque una ristretta minoranza rispetto al totale dei lettori.

Nei limiti delle sue disponibilità, Paola ha risposto ad alcune domande che i partecipanti di Craven Road 7 (piuttosto sorpresi dall’arrivo della special guest) le hanno rivolto. Questo articolo ve ne ripropone alcune con relativa risposta. I partecipanti hanno adottato nick molto pittoreschi come Giudaballerino e Killex, ma non preoccupatevi non sono loro, almeno credo…

GiudaBallerino:
Ti faccio i miei complimenti per le tue storie, soprattutto per “Il settimo girone” infatti non sono daccordo sul voto dato su UBC Fumetti, per me meritava molto di più.

Paola Barbato:
Hanno ragione sul fatto che la storia avrebbe dovuto prendere meno di 94 tavole, ma quello è il formato. Ci sono storie che in 94 tavole stanno strettissime, altre a cui vanno larghe. E’ un albo che mi piace, diciamo che per me è stato l’albo di svolta, dove ho cominciato ad avere uno stile mio in maniera abbastanza uniforme. Ovviamente è una cosa che posso sapere solo io,  perchè gli albi non escono in ordine, a volte ne esce uno più vecchio dopo uno nuovissimo.

Goblin:
Spero che manterrai il tuo stile di scrivere le storie e appunto non si cerchi di imitare Sclavi. Memorie dal sottosuolo,Lo specchio dell’anima,Sciarada sono delle storie stupende per uno stile appunto diverso da Sclavi, secondo me.

Paola Barbato:
PROCLAMA: Tiziano è Tiziano. Non è morto, è vivo. Non parlate di lui al passato. Fossi in lui mi terrei ben stretto ai miei gioielli di famiglia.
Nessuno deve prendere il suo posto. Nessuno deve imitarlo. Nessuno deve cercare di scrivere cose “alla Sclavi”. Se lo facessimo sarebbe davvero la fine di Dylan Dog, perchè io non posso pensare con la sua testa, nessuno di noi può farlo. So che Tiz vi manca, non dispero affatto che torni a scrivere un giorno, ma per rispetto a lui, a noi e a voi non ci devono essere imitazioni, per quanto possano essere “aderenti” al suo modo di scrivere. Una storia imitazione Sclavi made in Taiwan vi insulterebbe tutti. Lo penso sul serio. So di non piacere a tutti, so che il mio stile a molti risulta ostico e tanti si annoiano perchè c’è poca azione.
Ma è mio, è il solo che ho. I difetti sto cercando di aggiustarli, Tiz mi aiuta parecchio (certe randellate, ma anche carote) e anche Mauro (poche carote lì).

Mirco:
Voglio farti una domanda che non riguarda la tua produzione, ma Dylan Dog in generale.
Da quel che ho potuto capire seguendo gli interventi degli autori sui forum o mailing list, che la Bonelli è poco permissiva in fase di stesura delle sceneggiature e soggetti. Dylan Dog sembra risentire di questo. Il problema non è tanto la mancanza di Sclavi, che sicuramente si sente in quanto Sclavi è Dylan Dog, ma quanto la mancanza di stimoli nuovi, idee, di un piano editoriale a medio\lungo termine (con questo intendo anche mini saghe, personaggi ricorrenti che  non siano necessariamente Xabaras). Insomma, Dylan Dog vive alla giornata, e ci vive sicuramente bene dato che è dopo Tex la testata più venduta.
La mia personale opinione è che questo non dipenda da voi autori, ma dalla redazione.
Volevo chiederti cosa ne pensi, fino a che punto avete dei limiti nello scrivere, e soprattutto fino a che punto ti senti stimolata dal personaggio.

Paola Barbato:
Duecentosei numeri regolari, speciali, almanacchi, maxi, giganti e storie fuori serie… Puoi inventarti variazioni sul tema del vampiro finchè vuoi, ma alla fine qualcosa di veramente nuovo è difficile da trovare.
A meno di non uscire dall’impronta della serie (e già qualche volta si è sforato nel giallo e nella fantascienza). Gli ultimi arrivati possono avere magari un entusiasmo che manca agli autori più navigati, e forse questo entusiasmo fa “condire” la storia in modo che il lettore vi si appassioni di più. Ma il tema, l’orrore, è quello, puoi trattarlo in mille modi ma è quello. Limitazioni date dall’editore?
Se ce ne sono è a livello di soggetto.

Killex:
E’ vero che la storia “Il numero 200” inizialmente doveva intitolarsi “L’altra storia”? Se sì, come mai è stato cambiato il titolo e chi l’ha deciso, tu, la redazione, Sergio Bonelli…

Paola Barbato:
TUTTE le storie nascono con un titolo provvisorio. Per una volta questa no. E’ nata come “Il numero duecento” perchè ho creato il file in fretta e furia e non ho cambiato il nome nemmeno sulle ricevute. ln effetti l’ipotesi di chiamare la storia “L’altra storia” è saltata fuori, andava bene a tutti, come però andava bene a tutti, paradossalmente, anche “Il numero duecento”. Alla fine hanno optato per questo titolo, forse perchè più di richiamo, perchè giocava su vari piani (sottolineava che era l’albo celebrativo, il numero appariva in copertina, c’era il gioco col numero civico di Bloch…). Ma seriamente: è un albo che si è evoluto FACENDOLO, a tutti i livelli, anche di disegno, quindi le cose sono venute da sè più che in altre occasioni, dove un titolo lo si studia per assonanze, dissonanze, richiami ad altri titoli, parallelismi con titoli di altre serie che escono in edicola in quel periodo…

Johnny dark:
Quanto ci metti in media a creare e sceneggiare una storia? Il disegnatore comincia a disegnarla quando l’hai finita del tutto o un po’ prima?

Paola Barbato:
In condizioni ottimali due/tre settimane. Se mi blocco mesi. Il mio record è cinque giorni, da leggersi anche come: debiti. Per me non è stata una scelta, mi dà disagio fare altrimenti, e quindi consegno tutte le novantaquattro tavole intere al disegnatore, anche perché secondo me se non sa la storia fino alla fine fa fatica a inquadrare i personaggi e dare il giusto peso a svincoli in apparenza banali o inutili.

Killex:
Chi saranno i disegnatori delle tue prossime storie?

Paola Barbato:
Storie già scritte per la serie regolare di Freghieri (2) e di Piccatto. Speciale 2004 di Piccatto. Storie in lavorazione di Roi (speciale 2005), Celoni, Alessandrini (gigante).

(1): Lurkare: seguire un forum, un newsgroup, una mailing list senza intervenire