Il post di marzo 2015 – Il cuore degli uomini

Cari lettori del blog, vi propongo un nuovo post premiato anche questo mese, stavolta ispirato dalla pubblicazione de Il cuore degli uomini, opera del curatore della testata Roberto Recchioni e dell’autore più innovativo e fuori dagli schemi del roster dylaniato, Piero Dall’Agnol, e impreziosita come al solito dalla copertina di Angelo Stano.


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Utente sempre molto notevole nei suoi interventi mai banali e sempre molto discussi, dopo doverse volte in cui ci era arrivato vicino, per la prima volta si conferma nella prestigiosa lista degli utenti premiati, lui è….

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Dear Boy

Di seguito il post della vittoria (insolitamente ottimista):

LA CHIMERA DELLE DONNE
a.k.a ELOGIO AI SESSO DIPENDENTI CON DIPENDENTI EQUIVOCI
Il #342 è un albo atipico, degno discendente di pietre miliari come Caccia alle Streghe o Oltre quella Porta, narrativamente disadorno e discontinuo, avulso dalle convenzionali logiche editoriali, per privilegiare il messaggio all’azione. Una visione da condividere con i lettori di lungo corso piuttosto che una pappetta (vedi #341) per il neofita che non ha dovuto districarsi nei decenni di schizofrenia sentimentale a cui è stato sottoposto il povero indagatore da parte di troppe menti lasciate a briglie sciolte.
Una storia che seppellisce l’idea stessa dell’amore romantico, certificando che Dylan Dog si approccia alle donne con la dinamica emotiva di un bambino che vuole solo essere il centro dell’attenzione pretendendo sempre nuovi giocattoli che inesorabilmente lo annoieranno.
Un glaciale fanciullo che se la caverà sempre calpestando i cadaveri (reali o morali poco importa) di chi ha immolato la propria razionalità sull’altare del sentimento supremo.
Proprio come Dora e suo padre che travolti dall’amore (una per Dylan l’altro per la figlia) cederanno alla follia.
Interpretazione del personaggio che mi trova pienamente d’accordo e soddisfa (sono sempre stato un sostenitore del Dylan sesso dipendente incapace di innamorarsi, altro che puerile magia romantica).
La parte onirica è notevole quanto impietosa con le sue corna e banchetti di frattaglie.
Quindi, bravo Recchioni questa volta.
Solo qualche piccolo appunto di gusto personale.
I salvataggi tempestivi da ultimo secondo hanno un po’ stufato in assoluto.
La battuta sulla pioggia sarebbe scadente anche per colorado caffè.
Dylan è brillante e simpatico nelle conversazioni, ma non è un battutista.
Ci sono ancora un po’ troppe frasi ad effetto gratuite.
Avrei apprezzato più calcata la parte della tortura e relativa sofferenza, ma forse perché io sono un sadico.

Dall’Agnol innovatore epocale nella storia del fumetto. Non tanto per lo stile, quanto per l’approccio.
Si ha l’impressione che disegni tutto di getto, con puro istinto, senza rifinire o rimodellare. Le vignette che “sente”, che valuta cardine per il racconto, sono sublimi per forza comunicativa. Quelle di contorno, tipo ambienti o campi lunghi, sono solo da “raccordo” per quelle che contano e vanno bene anche appena abbozzate (in verità, alcune sono al limite dell’impubblicabilità). Mi chiedo come verrebbe trattato un aspirante disegnatore che presentasse tavole del genere…
Sulla copertina dico solo, che stavo per prendere il maxi che era esposto di fianco.

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1 commento

  1. wordle scrive:

    Questo e terrifico grazie mille signore!

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