Era Davvero necessario?

Davvero, il web-fumetto scritto da Paola Barbato, approderà in edicola per i tipi della Star Comics. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa in quel di Milano Cartoomics ed è stata una sorpresa per tutti. A dirigere il progetto sarà  Giuseppe di Bernardo.

Non si sa nulla ovviamente sui disegnatori che si alterneranno nella serie, né se la pubblicazione cartacea sostituirà o integrerà quella online. Sarebbe azzardato per una casa editrice pubblicare una storia già iniziata ma le sperimentazioni potrebbero continuare da qui.

La modalità di pubblicazione è stata al centro di una piccola polemica tra l’autrice Paola Barbato e il RRobe (Roberto Recchioni). L’autore di John Doe in un suo post criticava il progetto: i disegnatori non dovrebbero lavorare gratis, questo è il succo del suo discorso. Citando il post stesso, la Barbato affermò: “Una volta che il progetto si è evoluto allora in molti sono entrati a gamba tesa sulla questione “soldi”, cercando di farmi passare per una sfruttatrice. Ma i ragazzi sono adulti e vaccinati, sapevano che quelle sei tavole non gli avrebbero fruttato soldi ma solo visibilità, ed è abbastanza offensivo affermare che siano stati circuiti. Del resto neanche io ci guadagno nulla…”. E’ ingenuo pensare che la Barbato non ci guadagnasse nulla, ma parlo non tanto in termini economici, quanto in termini di visibilità. La scelta di non avere disegnatori fissi e rendendo la resa grafica ultra-frammentata, su disposizioni della stessa autrice ogni disegnatore poteva realizzare infatti solo sei tavole, ha fatto sì che l’attenzione si focalizzasse soltanto sull’aspetto narrativo.

Ora che le condizioni sono cambiate, perché è improbabile che qualche autore pubblicherà gratis per la Star Comics, sarà interessante inoltre capire l’evoluzione etica di questo progetto.
La Star Comics potrebbe seguire tre vie: la prima è quella di far ridisegnare le trentaquattro puntate in modo da renderle omogenee e dividerle in albi bonelliani, e questo annullerebbe il lavoro volontario dei tanti disegnatori che hanno prestato manodopera gratuita; la seconda sarebbe stampare le puntate così come sono, con tutte le differenze stilistiche del caso: alcune in bianco e nero, altre a colori e altre di cui è evidente la natura non professionale del tratto. Questa seconda opzione è azzardata per la Star Comics ma è sicuramente coraggiosa e corretta nei confronti dei disegnatori volontari. L’ultima possibilità sarebbe di continuare la storia partendo da dove è arrivata sul web, in questo modo Davvero potrebbe lasciare definitivamente la rete.

Se è chiaro che con novantaquattro tavole la Barbato riuscirà a dare più respiro alla narrazione, spesso sacrificata nei microepisodi di sei tavole, è chiaro anche che con una pubblicazione su carta in “formato bonelli”, Davvero perderà i suoi connotati sperimentali, le peculiarità che lo hanno classificato come un progetto innovativo, un fumetto partecipativo e sperimentale sia per le modalità di pubblicazione che per le caratteristiche narrative in qualche modo “realiste” impropriamente paragonate agli shojo manga; una storia in cui la protagonista non è come va di moda in questi anni nella narrativa tradizionale una giovane precaria iper-istruita in balia di call center e agenzie del lavoro interinale, si veda il successo di alcuni libri come Alice senza niente di Pietro De Viola (ed. Terre di Mezzo), o Il mondo deve sapere di Michela Murgia (ed.ISBN), entrambe nate anch’esse come web-narrazioni, ma una ricca borghese viziata e antipatica.

La mancanza di una precisa classificazione, quindi, fa capire la sua natura innovativa, una natura che con la pubblicazione su carta perderà di ogni significato e andrà a confrontarsi in edicola con gli shojo manga veri, con la tradizione avventurosa della Bonelli e con le stesse pubblicazioni sperimentali della Star Comics che ha annunciato, tra le altre cose, l’esordio di un web-fumettaro molto popolare: Davide La Rosa.
Ma cosa sarà di Davvero, dell’aspetto sperimentale e partecipativo che lo ha contraddistinto, lo scopriremo soltanto quando uscirà su carta.

Notizia tratta da Lo spazio Bianco 

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