Ma c’è politica anche nei fumetti Bonelli?

Riportiamo di seguito i link di un articolo e di un’intervista.

L’uno apparso sul Secolo d’Italia del 15 aprile 2010:

http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/View.aspx?ID=2010041515459354-1

visibile anche su:

http://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=2&t=5975)

L’altra sul sito www.ioacquaesapone.it in data 1 febbraio 2010:

http://www.ioacquaesapone.it/articolo.php?id=418

Il filo conduttore del dibattito è: ma c’è politica anche nei fumetti Bonelli?

Per rispondere a questa domanda, riportiamo due estratti da entrambi i pezzi:

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“Lucia Annunziata direbbe, probabilmente, che parlare di fumetti è “da fighetti”. Il ruolo degli intellettuali, ci spiega, consiste nell’«affondare il ferro nella realtà». Ma per farlo, aggiungiamo noi, non si può prescindere dall’immaginario, dalla lezione che ci ha consegnato Edmondo Berselli: «A me piace tutto ciò che è popolare e sono convinto che difficilmente il popolo sbagli». Come ha detto Michele Serra, lo scrittore modenese era, come altri, «una smentita vivente della maniera appartata e schizzinosa con la quale il colto rischia sempre di guardare al “volgare”». Tantopiù la minoranza è “illuminata”, semmai, e maggior rispetto dovrebbe avere – per rimanere alle parole del giornalista e scrittore – «per i materiali della vita». Parlarne il linguaggio e farsi comprendere, così, dalla maggioranza. Anche commentando una partita di calcio, ascoltando una canzone di Guccini o interpretando un fumetto. Ma forse l’Annunziata non ricorda bene che la cosiddetta cultura popolare e di massa ebbe tra i suoi primi interpreti Elio Vittorini e che interessò molto figure come quelle di Bottai o Mussolini. E dove sarebbe quindi la presunta vocazione salottiera?”

(Roberto Alfatti Appetiti, Secolo d’Italia, 15/04/2010)

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Spesso gli albi Bonelli sono stati molto politici. E molto strumentalizzati. Tex icona della destra, Nathan Never e Dylan Dog della sinistra.

“Una cosa inevitabile: se ora ci chiudiamo nel mio ufficio e sfogliamo tutti i Tex, a ogni pagina tu dirai destra e io sinistra, o viceversa. E un altro centro. È così da almeno 30 anni, noi facciamo storie, non politica: papà se faceva un banchiere ladro, era perché gli serviva. Ricordo una storia di Tex in Canada in cui alcuni vedevano nei ribelli le Brigate Rosse, altri i poliziotti, spesso dipende da chi legge e non da scrivere. E dalla ripetitività della Storia. Le guerre hanno la pessima abitudine di somigliarsi tutte, così come le dinamiche sociali e politiche. Ma, detto fra noi, leggendo Nathan Never o le nostre altre serie, non ho mai scoperto per chi votano i nostri autori. Vero è che in tutti c’è un sentire comune pacifista”.

(Fonte: www.ioacquaesapone.it)

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1 commento

  1. Imp scrive:

    Bellissima, l’immagine XD

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