Cravenroad7

allora ecco!

Mi ispira molto la copertina del prossimo numero, titolo e tutto ciò che evoca.

Incredibile lettura La foresta dei sucidi, malinconica e struggente.
Una storia raccontata in modo magistrale, che coinvolge e lascia senza parole.

Pensa che per me è uno degli albi peggiori della serie.

In genere le storie con Kenshin sono sempre connesse con qualcosa del folklore giapponese, ma nonostante le buone premesse, la storia stavolta è di una noia tremenda, stenta a prendere ritmo, si trascina decadente pagina dopo pagina senza entusiasmarmi e inserendo vicende che terminata la storia restano senza soluzione: nel sogno Hanzo accusa Kenshin di essere morto per "opera sua" quando poi vediamo che ha fatto di tutto per salvarlo, e l'incongruenza viene lasciata appesa; Watanabe è nella foresta per farla finita, ma avverte l'aoandon e se fa sotto dalla paura, inoltre i suoi occhi diventano neri senza un motivo.
Alcuni dettagli del tempio cambiano tra pagina 6, 14 e 63, tanto che quando Harlan e gli altri lo trovano non l'ho riconosciuto come quello di inizio storia.
La spiegazione su cosa sia un oyabun è didascalizzata due volte, mentre non è mai indicata la storia in cui appare Hanzo per la prima volta...
Disegni discreti, ma ne "La donna dalla bocca squarciata" Gualandris ha dimostrato di saper fare di molto meglio.

Sono in Italia per qualche giorno per un viaggio di lavoro, sarà tre volte che passo davanti a un'edicola, prendo in mano l'ultimo Dampyr e lo rimetto giù. Mi fido di bertuccia o di gas75??
La prossima volta vedo di capitare in madrepatria in occasione di un albo meno divisivo.

Storia non eccelsa, ai limiti della mediocrità e con personaggi monodimensionali.

Niente, alla fine ho ceduto al quarto volume della guerra alle rane del BPRD, che mi guardava voluttuoso da uno scaffale, serico nella sua guaina di plastica. Tensione erotica palpabile in fumetteria, l'ho preso dissimulando distacco e attribuendo al clima le mie mani sudate. Ora è di là. Che dite, vado?

Vai, ma accertati di essere al riparo da occhi indiscreti.

Mamma mia queste rane, Rimatt
Ma ora devo capire che fine ha fatto Daimio! Ne riparleremo in topic apposito, quando avrò finito questo quarto volume, sono a due terzi ora.

Parlando invece di Dampyr e Mignola, per restare funambolicamente in topic. Nonostante il celebre battesimo di Hellboy NNeveriano ( https://dimeweb.blogspot.com/2018/08/25 ... llboy.html , per chi se lo fosse perso) ho pensato diverse volte che Dampyr sia l'eroe Bonelli più adatto a un eventuale trattamento Mignola: horror d'azione, folklore, vampiri...
Paradossalmente la parte tenerona di Dylan si sposa male con lo stile di Mignola, i cui personaggi sono tendenzialmente tutti di un pezzo e piuttosto pragmatici. E poi, se assoldi Mignola, un po' di botte come si deve bisogna poi fargliele disegnare.

Tra i pochi Dampyr che ho letto c'è Il giardino proibito, n. 26. Mi è piaciuto, ma leggendolo ho anche pensato immediatamente che disegnato da Mignola sarebbe stato un capolavoro. Non so se vi piace il gioco, ma a me pare sia assolutamente nelle sue corde, come atmosfere, personaggi, mostroni, macchinari pieni di meccanismi... ci sono addirittura un paio di vignette da manuale Mignoliano, i suoi bellissimi primi piani di dettagli inanimati, come statue.

So bene che i nostri eroi nazionali raccolgono poco interesse in direzione USA, ma sognare non costa nulla!

Finalmente il film è uscito in streaming....

Lo hai visto?

Grazie Bob, stasera me lo guardo.

A me è piaciuto parecchio


Così come l'albo di questo mese Le vendicatrici.
Leggo e penso che funziona tutto, dal più piccolo dei dialoghi, ai riferimenti storici, ai disegni.
Però non capirò mai perché
SPOILER
I vampiri si affrontino sempre di notte, rinunciando all'unico vantaggio che si ha nei loro confronti (escludendo il sangue di Harlan sui proiettili, naturalmente).

Mi sarebbe piaciuto che Samira fuggisse, permettendoci così di rivederla in futuro, perché è un gran bel personaggio.
Leggenda e background interessantissimo, così come la curatrice del centro culturale che si inserisce perfettamente nel folklore.

Ci fosse un Dylan Dog così, ci sarebbe da leccarsi le dita.