Vincenzo Beretta ha scritto:
... nel periodo che sto ripercorrendo (in particolare gli anni '90) Claudio sia stato lo sceneggiatore che più ha saputo avvicinarsi alle sensibilità del Tiz. È l'unico, per dire, che quando arrivo a metà di una storia mi fa tornare indietro a guardare il tamburino perché non sono sicuro di chi l'abbia scritta - anche se Sclavi è più "romantico" mentre Chiaverotti è più intenso e, in un certo senso, più incline a una "cruda indifferenza".
Giustissimo, per quanto riguarda la sensibilità di quel periodo
.
Anzi rilancio: proprio Claudio incarnò alla perfezione (più del maggiormente adulto Sclavi) un certo
teenage angst di quel periodo '90s, anche romanticheggiante, accompagnato dal suo trash gore spassionato ed efferato da film di genere (v. Fulci, Bava, etc).
Non dimentichiamoci che all'epoca Dylan Dog era un fumetto per "giovani", non come adesso che l'età media del lettore supera i 30 abbondantemente.
Vincenzo Beretta ha scritto:
Non so dire, quindi, quanto Chiaverotti fosse assistito da Sclavi ...e Marcheselli.
Quello che posso dire, da lettore, è che trovo il Chiaverotti "anni '90" l'autore più "omogeneo" alle caratteristiche della testata.
Appunto, il buon Chiave ha contribuito in quegli anni fondamentali a costruire l'identità della testata, non fossilizzandosi sul solco di Sclavi, ma entrando in perfetta sintonia con lui con uno stile comunque personale (v. controfinale beffardo ed irriverente garantito
.
La malelingue ipocritamente faziose continueranno poi a dire che le sue storie più riuscite sono soltanto merito delle revisioni di Sclavi (conosco un certo Rrorbertonzo che diceva cose simili... ), mentre quelle più scarse tutta colpa sua.
Un peso, due misure, tre di briscola a poker
.