Grazie, Keanu. Qui il post mi sembra ben collocato.
Cerco di rispondere punto per punto (o quasi) alle tue obiezioni.
Keanu Coen ha scritto:
PRO:
-1) c'è una probabilità (non so di preciso quale, ci vorrebbe Groucho...) che venga ripescata una buona storia. Ma a questo punto bisognerebbe stabilire la ratio storie buone vs storie brutte per poter dire che il gioco vale la candela. Quante storie ripescate buone devono uscire per bilanciare le storie ripescate brutte?
Qui non so neanche se si può parlare di un vero "pro", perché in linea teorica tutte le storie messe in cantiere sono meritevoli di pubblicazione: banalmente, un editore non paga una storia perché finisca in un cassetto, quindi la storia bell'e finita che rimane impubblicata dovrebbe essere un'eccezione. Insomma, prima o poi le storie pronte dovrebbero vedere tutte l'edicola.
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CONTRO:
-1) si prende il lavoro di uno scrittore e lo si snatura (più o meno pesantemente) per riadattarlo
Questo è vero solo nella misura in cui la storia ha bisogno di essere riadattata: per dirla in altre parole, in una serie priva di continuity com'era fino a poco fa Dylan questo non sarebbe mai stato un problema. Ora lo è solo fino a un certo punto, perché nonostante tutto la continuity dylaniana rimane blanda, e non è certo sostituendo un "vecchio" con un "papà" che si snatura il lavoro di uno sceneggiatore. Penso quindi che quello che tu intendi come snaturante sia semmai il normale lavoro redazionale, che impone che un curatore di testata, laddove necessario, metta le mani sulle sceneggiature consegnategli e se crede che sia il caso ne riscriva intere sequenze (vedi quanto successo con gli Speciali di Barbato e Gualdoni).
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-2) si prende il lavoro di un disegnatore e lo si snatura (più o meno pesantemente) per riadattarlo
-3) alcuni disegnatori si sono lamentati (direi giustamente) perché a distanza di tempo non si sono riconosciuti più nello stile che utilizzavano prima
Il punto 2 non mi pare un vero problema, più o meno per i motivi di cui sopra; su Dylan non ricordo casi del genere, a dire il vero. Su Tex, in anni passati, si sono viste cose raccapriccianti, invece, come i volti del Tex di Wilson ridisegnati da Monti. Brrrr... e non è che il Tex di Muzzi con le facce di Galep fosse molto meglio, a ben pensarci.
Sul punto 3, direi che i disegnatori dovrebbero anche smettere di lamentarsi per motivi del genere; posso benissimo capire il loro fastidio, ma questo è un classico imprevisto del mestiere che è connaturato alla natura stessa del loro lavoro.
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-4) albi lasciati a metà anni fa vengono terminati ora con uno stile diverso
So che come argomentazione non ti convince, ma è una cosa che in Bonelli è standard. Ricordo per esempio una storia di Tex (
A sud di Nogales) che palesemente era stata iniziata da Ticci durante i primi anni della sua collaborazione texiana, e conclusa invece all'epoca della pubblicazione, vale a dire 5/6 anni dopo almeno. Idem con una storia di Mister No (
Il matador e albi seguenti), iniziata da Diso su sceneggiatura di Nolitta e conclusa qualche anno dopo da Mignacco (e lo stacco, nello stile di disegno di Diso, è evidente). Ma potrei tirare in ballo anche l'ultimo Texone di Villa, scritto e disegnato lungo quasi vent'anni. Di nuovo, è nella natura stessa del fumetto seriale che questo avvenga.
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-5) le storie ripescate vengono spesso e volentieri usate come tappabuchi, o comunque inserite all'ultimo momento, all'insaputa dei diretti interessati, con zero o quasi legami con il corso narrativo attuale
-6) la trama e i disegni possono risultare ormai anacronistici (traduzione del palermitano "avvicchiàti")
Qui mi rifaccio al punto 1: questo può essere un problema solo nel caso di una stretta continuity, ma non mi pare che la continuity dylaniana si possa definire "stretta". Il punto 6, nello specifico, è un po' "far fetched" (si vede che ti sei impegnato molto più nei "contro" che nei "pro"
), perché ci vorrebbe un legame davvero stretto con l'attualità perché questo si vedifichi.
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-7) di conseguenza è in palese contraddizione con quanto dice Recchioni, quando sostiene che i ritmi di produzione si sono accelerati per rimanere di più agganciati alla realtà (la realtà del passato, evidentemente)
Bisogna anche tener conto che dal momento in cui una storia di 100 pagine viene messa in cantiere a quello in cui arriva in edicola trascorrono mediamente un paio d'anni; gli autori lo sanno bene, pertanto gli agganci alla realtà saranno sempre indiretti e ben ponderati, in modo da evitare che nei due anni in questione la storia possa in qualche modo diventare obsoleta. Che i ritmi di produzione si siano accelerati può voler dire che si lavora con... quanto? Un anno e mezzo di anticipo, invece di due? Comunque tempi lunghi.
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-8) dopo trent'anni e passa di fedeltà e attaccamento e piccioli FORSE vi meritate storie create apposta...
Ma tutte le storie sono create apposta, no? Create per Dylan. Questi cicli e queste "rivoluzioni" non fanno parte della natura del personaggio, per me, quindi trovo più snaturante un "ciclo 666" o un qualsiasi progetto analogo (tutte cose che infatti, per quanto mi riguarda, rimangono in edicola) che qualsiasi storia ripescata (che invece per me fa molto old fashioned Bonelli).
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-9) è un sistema che in Bonelli (e non solo) si usa dall'alba dei tempi, e sarebbe pure ora di evolversi
Finché la Bonelli sopravviverà non ci potrà essere evoluzione, perché certi stratagemmi fanno parte della natura stessa del fumetto seriale. Un magazzino di storie è indispensabile quando si porta avanti una serie che, tra una collana e l'altra, esce con una trentina di albi inediti all'anno. Non si può lavorare "sul filo" perché l'imprevisto è sempre dietro l'angolo: e se un disegnatore si fa male? Se decide di lasciare a metà un albo (cosa successa più volte, solo su Tex mi vengono in mente 4 o 5 esempi che però vi risparmio)? Se per un qualsiasi problema un albo finito risulta lacunoso e occorre rimetterci le mani per renderlo pubblicabile? Insomma, non solo occorrono storie di scorta, ma ne occorrono molte (almeno tante quante quelle che devono uscire, a spanne). Inevitabile che alcune di queste vengano momentaneamente messe in disparte.
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-10) se non lo scopriamo da soli, loro cercano di vendercele come nuove e ci fanno campagna elettorale
Questo non mi piace, per quanto capisca che un editore debba vendere il proprio prodotto. Ma lo stile, spesso, non è il massimo (eufemismo).
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-11) la quantità di storie ripescate ultimamente sta raggiungendo un livello poco dignitoso
-12) come cavolo fa Dylan a sapere che la strega si chiama Agnes Senga???
Su questi due punti nello specifico non mi pronuncio, perché di recente non seguo più Dylan con costanza (un albo acquistato nell'ultimo anno), quindi non sono al corrente della situazione.
Commento finale: il problema primario, in tutto ciò, rimane IMO l'adozione della continuity (per blanda che sia) su una collana che la continuity l'ha sempre spernacchiata, oltre che la duplicazione del personaggio (mensile e Old Boy), che in fase di programmazione qualche piccolo disagio lo ha inevitabilmente comportato. A questo si deve senz'altro aggiungere che la continuity stessa è stata gestita in maniera tutt'altro che impeccabile, e che il livello comunicativo del curatore lascia alquanto a desiderare (altro eufemismo).