Sui trascorsi del Sommo su altre testate non mi cimento perché interessano poco questo topic...
Gordon Pym ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Complimenti alla lungimiranza e all'analisi "sensibile" dei responsabili SBE (Sclavi compreso, nel ruolo nel padrino assente-passivo) che se lo sono scelto e covato perbene lasciandocelo sorbire in tutta la sua patetica parabola, dalla pensione di Bloch a Ghost che fa Wells, passando per mogli in hijab, matrimoni baffeschi di convenienza, e gnagheggi al camposanto.
Dalle interviste che ho visto, a Sclavi importa davvero poco di Dylan e in generale ha pensato che fosse il caso che cominciasse a camminare da solo , con autori che potessero interpretarlo anche in maniera diversa. E' giusto che sia così ma per trovare un degno sostituto di Sclavi bisognerebbe trovare un altro "intellettuale prestato al fumetto".
Questa storia che non possono esistere epigoni di Sclavi è una scusa cantilenata per gli inetti. All'assenza di Tiziano ci siamo abituati da decenni. Ciò non toglie che ci siano ANCORA (talent scoutismo a parte) già abili ed arruolabili professionisti che capiscono moooooolto più di Dylan Dog, a livello di sintonia, del Sommo Vate Fregnacciaro. Tipo Medda o la Barbato alla supervisione. Per non parlare di un pajo che hai menzionato tu stesso, tipo Bilotta o Ambrosini, che tra l'altro sono quasi intellettuali di per sé.
Gordon Pym ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Sappiamo tutti che è stato scelto solo per la roboanza del nome tra i nerdofili da fiera ed i cultori di fumetti trendy, oltre che per le sue capacità sul lato marketing, di markettizzare con hype a palla ogni fiato che gli usciva, sfintere social compreso.
non so quanto appeal potesse avere il suo nome su chi non bazzicava i forum degli appassionati di fumetti.
[...] Secondo me alcuni personaggi però sono fortemente legati al loro autore e Dylan è profondamente e indossolubimente legato a Sclavi così come Martyn Mystere lo è a Castelli, non sarà facile per nessuno metterci le mani.
Vedasi sopra.
Dylan senza Sclavi se la può cavare egregiamente, perché Tiziano ha finito nel '98 grossomodo, e questo non toglie che siano uscite dozzine di ottime storie dopo quel periodo per mano di altri. Quindi parliamo di polvere al vento: dài Dylan in mano a chi capisce di Dylan (non il nerd ottuso-integralista-
leggi-Gualdoni; né il nerd-esaltato-imbonitore-
leggi-Recchioni) e le cose possono assestarsi su una qualità elevata. Metti Ambrosini alla curatela della testata, e vedi in quale cestino finiscono le proposte di sceneggiatura di gente come la Baraldi o Simeoni. Il pesce puzza sempre dalla testa, e la coda se ne va per conto suo se lasciato puzzare.
Per quanto riguarda l'appeal, non mi riferivo di certo al bacino di utenza da risvegliare - e infatti le copie vendute continuano a calare, per dozzine di ragioni che non stiamo a ripetere.
Parlo di tutta una ragnatela mediatica di sotto-categorie interne al proprio settore social-compiacente, tra amiconi, amichetti, colleguzzi, colleguculi, scagnozzilli e comparastri in cerca di clamore sui loro blog, websites, fanzine, fiere, scuole di fumetto, etc, che auto-alimentano a vicenda il circuito dell'hype autoreferenziale da presunti
connoisseurs, e garantiscono il marchio RR come fonte di interesse e ciarle a priori, scambiandosi visibilità a vicenda, tra una polemica gratuita ed una leccata di terga.
Tutto fumo, fetente, per il pesce arrostito di sopra...