Non so se qualcuno di voi si ricorda delle modalità rocambolesche con cui Faso di Elio e le Storie Tese riusciva a entrare in possesso delle poesie di Ermes Palinsesto. Più o meno rispecchia il modo in cui sono riuscito a leggere (finalmente) questo numero 406!
SPOILER SPOILER SPOILER
Copertina: non mi piace per nulla, tra Dylan raddoppiato artificialmente, colori casuali e logo nero su nero quantomeno discutibile, e in ogni caso Cavenago non mi ha mai convinto così poco come da qualche tempo a questa parte. Opinione in generale: albo contemporaneamente migliore e peggiore del ciclo, per il semplice motivo che ogni cosa positiva che ci ho trovato viene rigorosamente annullata da una sua controparte negativa. Volendo oversemplificare, probabilmente è l'albo migliore dei sei. Iniziamo dicendo che io, fin dalle anteprime, ero rimasto colpito in positivo dall'uso di Endrigo e della sua canzone, quindi che l'albo si apra così (e non con la solita parolaccia cui Recchioni mi aveva abituato!) non mi è dispiaciuto. Solo, credo di non capire la funzione di questa bambina che (mi pare) sparisce completamente dalla storia? Comunque. Già all'inizio dell'albo capiamo che Dylan parlerà per due tutto il tempo, e se la storia mi ha insegnato qualcosa, nel caso di Rribe non è un buon segno, anche se la battuta iniziale sullo sparare agli oggetti immobili mi è piaciuta, ma è una rara avis. Dopo due cose positive, iniziano i guai: pessima la scena del cane infernale, con banalissimo sproloquio dylaniano a colpi di clichè canini, e che finisce come sempre a tarallucci e vino, addirittura con il cane che diventa etereo, alla faccia della minaccia. Tralascio la "citazione" da Shakespeare che è semplicemente ingombrante, e calo il sipario della carità su "Dylan Dogghe", ma non sul fatto che Bloch, paparino di Dylan, è salvato sul suo cellulare come "Bloch" (mi ha ricordato un soprammobilino che avevano i miei, a forma di chitarra, con sotto scritto "chitarra"). Per la serie, invece, un colpo al cerchio e uno alla botte, Dylan tira fuori il telefono, ma il telefono non funziona. Così sono contenti tutti. Alè. E Dylan disse "Che sciocco!" la prima volta... L'incontro con il baleniere: se le citazioni di Moby Dick significassero "ottimo", After earth sarebbe ottimo. L'incontro con Rrecchioni segamunito: a parte il fatto che forse le apparizioni di Recchioni si stanno moltiplicando a vista d'occhio (ho letto ieri "gli anni selvaggi" e l'ho trovato pure lì! Albo orribile, detto inter nos!). Lasciando stare i dialoghi che sono allucinanti, e tralasciando il fatto che già Sclavi aveva usato American Psycho eccetera, questa scena dà adito a vari dubbi: -innanzitutto per giustificare il dinamico duo che scappa per le scale bisognerebbe aver detto prima che quelle scale le avevano salite! E non mi pare che sia detto da nessuna parte. -dipoi, non c'è nulla che giustifichi il distacco che c'è tra il duo e il segamunito, perchè chi ci crede che Gnaghi corre pure veloce, oltre a essere intelligentissimo, violinista, esperto videoludico, eccetera? Nel film "American Psycho" il distacco è giustificato dal fatto che lei gli dà un calcio in faccia e lui per qualche secondo si preoccupa più della faccia che non della vittima, che quindi ha il tempo di distanziarlo. -pagina 33: ditemi voi se nella prima vignetta Dylan e Gnaghi sembra che stiano scappando! Tanto che quando uscì l'anteprima di questa tavola io credevo che i due fossero all'oscuro che ci fosse un plagio che li minacciava con la motosega. -inoltre, ha senso sempre nel film perchè la ragazza è da sola e disarmata: qui il cattivone ha davanti uno armato di pistola e l'altro di vanga, contro uno armato di motosega SPENTA per giunta! Si potrebbe dire "Quando un uomo armato di motosega incontra un uomo armato di pistola...". Oppure si potrebbe citare Pulp Fiction, nella scena in cui Butch decide che la motosega non è adatta ai suoi scopi e sceglie la spada, per capire che la motosega non è una minaccia adatta allo scopo! -insomma, tutto questo bordello, e alla fine la motosega li liscia completamente! La definizione stessa di Tarallucci e vino! E ovviamente la minaccia finisce lì, perchè, come dice Rrobecop, siamo nel gioco dell'oca. Immaginiamo la potenza di vedere questa scena trasportata nel finale dell'albo, e vedere la motosega che squarcia Gnaghi invece di morire come come poi muore! Mah! Come sempre il problema non è il numero delle citazioni, fosse anche spropositato: l'importante è che siano sensate! E Recchioni diciamo che non sempre fa suo questo che per me è un principio basilare. A pagina 39, il marchio di fabbrica di Rrobe: una tavola fantastica, distrutta dai suoi dialoghi da asilo. Alè! A pagina 49 Dylan dice "alla prossima STRANEZZA che vedo GLI sparo addosso". Ovviamente dovrebbe dire LE sparo addosso, ma siccome in Boccaccio esiste questo uso di GLI allora gliela abboniamo... Si vede che nessun follower lo ha avvertito prima della stampa. Oh! A pagina 59 Gnaghi viene chiamato prima idiota, e poi poveraccio! Ci sarà un limite agli insulti che gli piovono addosso da tutti i lati? Ricordiamo solo lo "scemo" dato da Carpenter, e per par condicio lo "gnagheggiare" di Rania. Ma non dimentichiamo anche il "bizzarro" datogli dal curator ipse in ogni albo! Già che siamo in argomento, notiamo anche che Dylan DAVANTI a Lord Chester che come sappiamo parla male, chiede a Gnaghi di TRADURRE quello che il lord ha appena detto! Ma ve la immaginate una cosa del genere? Voi incontrate un ragazzo disabile che parla male, insieme alla madre, mettiamo. Il ragazzo vi dice delle parole incomprensibili, e voi, rivolgendovi alla madre: "Signora, può TRADURRE?". Ma se non è la cosa più indelicata che abbia mai sentito, poco ci manca!!!!!! Che delicatezza, Rrobe! Comunque, sopravvoliamo anche su questo. Mater morbi tutta schiacciata verso l'alto e monodimensionale mi pare che l'abbiamo già detto. Dopo una vita, invece, che Roi ci delizia con le sue onomatopee sghimbescie, a pagina 63 vediamo una bella risata di Mater Morbi computerizzata e ripetuta due volte identica (perchè ricordiamo che per Egli du gust is sempre megl che uan, e infatti a pagina 64: di nuovo "che sciocco"! e due! Alè, la regola non fallisce mai!). Tra parentesi, ci sono anche due didascalie con "vedere il numero 404", di cui la seconda è assolutamente inutile. A pagina 68 mi è piaciuta molto la soluzione della camminata nel labirinto. Mi sarebbe piaciuta ancora di più se non l'avesse già usata (du gust...) nel 400 con Dylan e Groucho nella foresta. Bisogna dire che la versione di Stano fa pena, mentre questa di Roi è bellissima. C'è da aggiungere che è tipico solo dei più umili pensare che si è già diventati dei classici da autocitare dopo solo sei mesi, come la Disney che appiccica il bollino Disney Classic appena un suo prodotto esce. Davvero umile. Peccato, come sempre, che Dylan stavolta parli addirittura per TRE, visto che c'è anche Chester, e tutto quello che dice è una fesseria! A proposito di Chester, ma la differenza tra la prima apparizione di Chester di Piccatto e questa? Tutto sdentato e bavoso, e questo di Roi? Non c'è rispetto Sul fatto che Lord Chester sia cugino di Gnaghi, super sipario della carità! Si sa che i cugini dei Lord fanno i becchini nei cimiteri scozzesi, tra l'altro. Comunque: la splash page con tutti i Groucho dovrebbe essere un colpo da maestro e invece manco uno di questi Groucho è amalgamato con gli altri. Dovrebbe essere una tavola piena di Groucho e invece ci sono un sacco di fastidiosissimi buchi, e lo stesso dicasi per la tavola con lo spazio come sfondo, per niente amalgamato con i due personaggi. Giuro, su tutta la situazione del multiverso non dirò una parola, perchè l'unica definizione possibile è una parolaccia, e io non le scrivo mai. A pagina 78: a me va bene tutto, ma come si fa a pensare che sia una buona idea fare dire a Groucho quella filastrocca in quella posizione lì? completamente innaturale, fuori contesto... Rovina soltanto la tavola, che poi sarà la diciottesima splash page dell'albo. Probabilmente per fare un favore a me, un altro COLMO! Gino Bramieri back in action! Ovviamente, Depretis style, usare una battuta vecchia come il cucco, e poi dire che è vecchia come il cucco. Sceneggiatura 101! Poi non vorrei dire, ma Gnaghi muore, e da pagina 77 a pagina 87 lui è sdraiato per terra e manco si vede più. Dopo averlo preso per il sedere per sei albi, questo mi sembra il trattamento ideale. Lo spiegone di Groucho di pagina 88 è la cosa più assurda che io abbia mai letto, ecco, l'ho detto. Infine: la questione della frase presa da Woody Allen. Secondo me l'importante non è segnalare la fonte o meno, perchè da quando Dylan esiste a volte l'autore viene citato e a volte no, senza, o quasi, criterio. La questione è: -la frase detta da Diane Keaton nel film ha senso perchè legata alle parole della sua interlocutrice -la Keaton in 40 secondi cambia un sacco di espressioni facciali mentre la dice, e ci mette 40 secondi a dirla -Groucho invece rimane con quella espressione tutto il tempo e l'effetto è pessimo. Bastava, secondo me, spezzare questa battuta (evidentemente irrinunciabile) in due vignette, e nessuno avrebbe avuto niente da dire. E invece Rribe è ossessionato da questi balloononi e non si accorge di quanto siano fumettisticamente cacofonici. Contento lui... Tra l'altro Dylan (da quale pulpito!), dopo aver stordito Sybil con quel pippone tremendo su Unbreakable, e aver parlato da solo per sei albi, ha il CORAGGIO di dire a Groucho, che ha appena conosciuto, e che gli ha salvato la vita, di stare zitto! Siamo al porco che dà del maiale alla colomba (cit.)! Tutto questo ovviamente mentre c'è ancora Gnaghi stramorto a terra! Ultima considerazione: "Comincio ad avere caldo con questo cappotto. Dovrei comprarmi una giacca o due, o magari una dozzina". Grande Roberto, è così che si scrivono i fumetti! Così si creano le mitologie dei personaggi! Concludendo: Roi come sempre ci sono cose che sa fare alla perfezione, e cose che non sa fare. Ammettiamolo. Ad esempio, deve aver fatto un patto col diavolo, perchè per ora fa certi occhi che fanno spavento di quanto sono realistici. Se penso all'albo del mese prossimo, mi viene da piangere. Roberto, invece, su come si imposta un fumetto, probabilmente non ha uguali. Per come materialmente lo scrive, bisogna calare per sempre il sipario della carità. Peccato. Finalmente questo ciclo è finito, giuro che non ne potevo più. Quasi dimenticavo: se il Rribe mi avesse citato il bellissimo pezzo dei Litfiba "Il pazzo che ride", gli avrei perdonato tutto il resto!
_________________ "You should be ashamed of yourself". "I am. 24/7".
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