Cravenroad7

[NOT] ... [sarebbe Nearly Off Topic]

Fino ad un certo punto.
Mio nonno ha lavorato per quarant'anni in uno studio di amministrazione edilizia para-statale.
Timbrando carte, smembrando faldoni, battendo a macchina, smistando chiamate, colloquiando con responsabili/delegati, in quella che può sembrare un'arida meccanica impiegatizia, ma che conservava la sua naturale (e magica?) dignità di concreta interazione in spazi e contesti realmente umani.
Ed era dieci volte più socialmente libero lui - di andare al bar di sotto, di scherzare col portiere, di passeggiare in giardino, di fissare il mare dalla finestra - rispetto alle torme di amebe alienate che, durante le pause dai loro pc di lavoro, si ripiombano asserviti sugli schermi dei propri smartofoni per socializzare nel vuoto della rete, ignorando le persone reali che gli sono attorno, e senza guardarsi...attorno .

ALOHA LA RETE TI STRITOLA

Votato accettabili, arrotondando la valutazione per eccesso. SPOILER qua e là.

CHIUSO NELL'INCUBO: la migliore del lotto. Storia che fa quasi pendant con quella pubblicata questo mese sulla serie regolare. Autoreferenziale ancora una volta sì, ma Di Gregorio riesce a suonare qualche tasto ancora inedito. Interessante la figura del doppelganger malvagio, il lato oscuro della coscienza dylaniata (e qui la convergenza con "Il cuore degli Uomini" è perfetta). Troppo sbrigativo e privo di pathos il finale, peccato. Lavoro pulito (forse troppo) di Di Vincenzo. Discreto.

A VOLTE NON RITORNANO: la peggiore del trio, ma da salvare alla grande i disegni dell'esordiente (nella serie) Pontrelli, in particolare nel prologo. La storia invece scivola via troppo velocemente, senza lasciare realmente qualcosa al lettore. Sembra quasi una breve. Troppo statiche le reazioni di Dylan & co. durante la resurrezione di massa nella morgue. Peccato perchè le premesse erano buone. Mediocre.

SCIOPERO GENERALE: classica storia surreale in cui Gualdoni azzecca alcune trovate e c'è spazio anche per il metafumetto. Mai parole furono più vere per DD di quelle pronunciate dall'innominato disegnatore a pag. 259 "Potrei giocarmi la carta degli Inferi. E' il miglior modo per mascherare la mancanza di idee in questa serie". E infatti.. Il problema che ho sempre sottolineato con questo genere di sceneggiature gualdoniane è che appaiono più un tentativo di imitazione sclaviana che di qualcosa di genuino nelle corde dell'autore. In alcuni momenti questa cosa non si percepisce, in altri sì. Poi sempre troppa smania di andare a ripescare personaggi o eventi del passato anche recente: a volte fa piacere, altre.. vabbè io non ricordavo neppure chi diavolo (si fa per dire ) fosse Pennypacker. Baggi ok! Giudizio complessivo: così così.

Una curiosità: ma come fate ad aver letto 3 storie 3 in così poco tempo e poi commentarle, senza contare che arriviamo a 4 con l'inedito da poco sfornato
E vedo pure che alcuni come Cyber cominciano anche a sciorinare di capoverso in capoverso...micaddurighe pii poeracci.
Per leggere l'ultimo MM - non che fosse molto invogliante, eh... - io c'ho messo quasi 5 giorni tra un'acrobazia e l'altra in treno, qualche attesa dal medico, ed una divanata in solitaria prima del casino pre-cena...o post...

ALOHA VITE PARALLELE
(devo noleggiare un doppelgangher)

Per leggere tutto il Maxi ho impiegato un paio d'ore di seguito e il commento l'ho scritto nei quaranta minuti successivi.
Certo, mi ha aiutato il fatto che non sono impiegato in azienda (giusto per restare in topic). Però, in compenso, l'inedito (letto e apprezzato) non so se riuscirò a commentarlo, perché ho un lavoro da finire entro la prossima settimana.

Finito. Il miglior maxi da tempo.

Prima storia: per me la migliore, disegnata anche piuttosto bene 8
Seconda storia: la meno gradevole, ma comunque niente male. Pontrelli discreto. 6
Terza storia: abbastanza divertente, Baggi mi piace sempre anche se il suo Dylan non mi convince per nulla. 6.5

Nel complesso voto buono

Lette anche le prime due.
Sul gioco dei rimandi con l'albo mensile in edicola ha già detto Recchioni nell'introdurre il volume, quindi non mi ci soffermo. E' come un cercare un confronto continuo tra questo Old Boy e il Dylan rinnovato, per non lasciarli troppo come due mondi paralleli, senza nessun punto di contatto.
Chiuso nell'incubo ci presenta un protagonista in crisi, profondamente segnato, minato nelle sue certezze e pronto ad una nuova vita, normalmente da incubo, in cui sembra lo zombie di sé stesso. Fino a 2/3 o poco più dal finale avevo la sensazione di star leggendo una delle migliori storie di Di Gregorio, poi la conclusione non mi ha convinto appieno, forse troppo sbrigativa, ma il ripristino dell'ordine (ancor più trattandosi dell'Old Boy) era ovvio e questo finiva per togliere un certo pathos e d'altra parte un finale differente faticherei ad immaginarlo (peggio sarebbe stato lo scoprire che fosse appunto tutto un incubo che svanisce all'alba). Buoni i disegni, anche se non reggono il confronto con quelli di Dall'Agnol (parte onirica su tutte). 7
A volte non ritornano si lascia leggere, buona l'idea di fondo, c'è uno scontro classico per la serie nel finale. Forse il personaggio centrale di Talbot manca del giusto fascino e di una certa complessità, ma è voluto il suo essere una specie di travet del paranormale, incapace di controllarlo. Risulta un po' piatto ed è forse uno dei motivi per cui la storia fatica ad entrare da subito a pieno regime. Sul 5,5. Contando i disegni, di un più che sufficiente Pontrelli, il voto complessivo è 6.
Della storia di Gualdoni ho già detto sopra. Il mio voto complessivo a questo Maxi è sul 6,5. Di poco superiore al precedente. Non ricordo quand'è stata l'ultima volta che ho votato buono per questa pubblicazione, spesso mi è capitato di saltarne dei numeri, a volte ho votato più che altro spinto dal valore di una sola storia (l'ultima volta mi pare proprio per Paranoia di Ruju), e considerando che, seppur senza esagerare, l'ho preferito ai precedenti Maxi, arrotonderò per eccesso

Solo due parole sulla terza storia.

Gualdoni è un concentrato di fantasia pirotecnica. La sua immaginazione a domino / matrioska lo porta a scrivere di questi "pastiche" ricchi di cambi di rotta, di storie nelle storie, di collegamenti anche efficaci tra una scena e l'altra. Peccato che i risultati siano spesso mediocri.

Ci sarebbe da dire che quando queste cose le faceva Sclavi avevano una struttura di FERRO, che aveva un suo senso, una sua coerenza interna e uno o più messaggi importanti e profondi. Però non mi va di dilungarmi (ritengo inutili i paragoni).

Vorrei esprimere, inoltre, la mia solidarietà al bravo Baggi. Trovo che Gualdoni, forse pensando di star scrivendo una storia di livello più alto di quella che poi è venuta fuori, gli abbia dato da disegnare scenari che a volte hanno richiesto più lavoro del necessario e che non hanno certo contribuito a rendere migliore la (sufficiente, non di più) storia.
Mi riferisco alle scene nello spazio (ce n'è una molto bella a pagina intera, mi chiedo quanto ci abbia messo il povero Baggi) e a quelle degli attacchi aerei / rivolte di piazza / bolge infernali. Mi sembrava un misto di Roy Mann e David Murphy.

Brindisi in Ghost Hotel inseriva, in un giornale, un rebus che, risolto, dava "Tiziano ti odio", proprio perché Sclavi era, a volte, maniacalmente dettagliato. Ma ne valeva la pena, eccome. Qui no, per niente. Neanche per idea.

Comunque due risate, con questa storia, me le son fatte.

Quali sono le vecchie e quali le nuove?

che dire, questa nuova old testata mi ha convinto e credo proprio la collezionerò:
Bellissime le copertine...direi le migliori, ho letto da qualche parte che Carnevale sarà il copertinista dello speciale ma per il momento quelle di Gigi Cavenago mi piacciono più di tutte.
Belle le storie, ancora non ho una mia preferita ma mi ha convinto perfino Gualdoni che fino a un pò (più di un pò) di tempo fa era uno di quelli che mi entusiasmava di meno. Forte l'idea di inserire "quella cosa" del tesserino, devo dire che ormai l'idea di perderlo anche sull'old mi mette agitazione.
I disegni di Baggi mi ricordano Coppola e Sydney Jordan...strani a primo impatto, soprattutto perchè non sono più abituato ai retini ma una volta che abitui l'occhio è uno spettacolo. Bravissimo.
Un pò di delusione (personale) per Pontrelli, non che non mi siano piaciuti, è un disegnatore eccezionale ma mi aspettavo il Pontrelli di CIRCUS (JD 54) o di RUOTE ROVENTI (JD 61) o di LE VOCI NELL'OMBRA (eura) e invece...è un omonimo? Premettendo che è un disegnatore che mi piace molto spero comunque di rivedere il suo segno un pò umoristico.
Di Vincenzo old boy.
Voto 10.

Magari un lavoro fisso alle poste!

Il fatto è questo: alcune frasi dette ora in un contesto come questo, dove si fa fatica a campare e ad arrivare a finire il mese, che dovrebbero ricordare altre "frasi/fasi" dette/passate eoni fa (in altri contesti, in un altra epoca, da un autore "altro") fanno un po' incazzare, o quanto meno non trovano terreno fertile per essere prese come "poetiche" o "liberatorie". Non mi attacco solo al fatto che manchi il lavoro, ma proprio l'approccio è che non mi trova favorevole. Mi è sembrata una frase buttata lì così, senza che venisse presa sul serio nemmeno da chi l'ha scritta/usata.

Finisco il volume e poi recensisco tutto. Non vi preoccupate!

Ho letto "ricchi di ricotta"

Ahah, forse sarebbe meglio.

Ovviamente,

S
P
O
I
L
E
R

Chiuso nell'incubo: 8

Una buona storia, anzi, più che buona. Anche se è ovvio che alla fine sarà tutto un sogno o qualcosa del genere, la morte di Groucho è un bello shock. Purtroppo il finale è un po' tirato lì. Mi sembra che i disegni siano indirizzati ad essere molto "classici", a ricordare anche certe atmosfere di M%G e la Londra che veniva dipinta negli anni '80.

A volte non ritornano: 5
Soggetto migliore della sceneggiatura, diciamo. Non ho amato particolarmente i disegni, diciamo. A proposito dei ruoli assunti dai personaggi recurring, in questa storia la Trelkowsky appare per fare solo e soltanto il compitino di dire quattro parole strampalate e fornire, due volte, la spiegazione agli eventi sovrannaturali senza che Dylan debba far nulla

Sciopero generale: 6
Gualdoni si salva con l'ironia. Quando ho letto il passaggio in cui ri fa le scene di Morgana ho pensato "si vabbè vola un po' più in basso" ma poi, appunto, s'è salvato buttando la storia sull'autoironia e anche su una critica abbastanza sensata al lettore. Anche qui non ho amato molto i disegni in generale, ma m'è piaciuta molto la sequenza "spaziale".
Gli inferni col direttore bi-faccia sono sempre più un'occasione sprecata, dovrebbero essere un luogo dove tutto è possibile, e invece sono sempre un luogo dove tutto è sempre uguale.

La media fa 6 (come direbbe Max Collini...)
Ma è un 6 positivo, considerando che la migliore del lotto è quella nuova che riesce davvero a essere classica senza essere banale.

SEGUONO SPOILER

Chiuso nell'Incubo
Ennesimo tour de force per il nostro Dylan che nel confrontarsi con la "normalità" viene attaccato da mostri dell'inconscio che gli ribadiscono che lui con la vita comune non potrà mai avere a che fare.
Fino ad un certo punto è d'impatto e i disegni di Di Vincenzo fanno il loro lavoro. Tutto crolla in uno dei finali più brutti mai letti.

A Volte non Ritornano
Sorprendente racconto pieno d'atmosfera gotica e di malinconia che mi hanno accompagnato per tutta la lettura.
La figura di Gregory Talbot è affascinante: abbiamo di fronte una persona pacata che ha in sé un dono importante ma quanto mai ingombrante che gli permette di rianimare, seppur per pochi instanti, persone appena defunte dando così ai cari l'effimera quanto inutile possibilità di sfruttare ogni secondo in più regalatogli.
La crescente consapevolezza che il “controllo” gli stia sfuggendo di mano però gli permette di estraniarsi dal suo ruolo fino a quel momento ricoperto, e di chiedere aiuto. Dylan ha un bel ruolo: dapprima incredulo poi sempre più coinvolto emotivamente. Sinceramente ho provato imbarazzo per lui quando inspiegabilmente e senza pensarci più di tanto su, abbandona Talbot agli squali televisivi che di lì a poco si sarebbero agguantati su di lui per spolparlo vivo. Questo denota una certa capacità di far immedesimare il lettore nella storia, nei personaggi e nelle situazioni in cui vengono calati.
Finale un po’ stiracchiato (mi riferisco all’ultimo fotogramma), che devo ancora metabolizzare.
Disegni molto affascinanti e affini alla storia, seppur con molti difetti di profondità dei volti (soprattutto cono Dylan).

Sciopero Generale
Sicuramente un divertissement prima di tutto per gli addetti ai lavori, che è chiaro che si sono divertiti a lavorarci su. Il caos, il nonsense e soprattutto gli inferi dylaniati danno sempre la possibilità di aprire mille mondi, di sfruttarli, di spaziare con la fantasia senza che il lettore medio storca il naso più di tanto, poiché a venire intaccati (seppur per un solo racconto), non sono quei cari punti saldi che gli tengono l’anima in caldo con le proprie sicurezze (Ghroucho deve far ridere, Bloch deve essere cinico dal ‘46, Dylan deve investigare etc.(yu)).
Quello che segue è puro delirio, divertente, (in)sano, con qualche pizzico di auto citazionismo e meta fumetto che non guasta.
Disegni ottimi, molto originali.

Copertina di Cavenago da urlo! Si conferma un autore ottimo che andrebbe sfruttato di più nel mondo del “Cacciatore dell’Incubo”, più di nomi noti che evidentemente non hanno più nulla da dire.

Bel Maxi, "buono" meritatissimo.
Di Gregorio bilancia bene la sua attitudine malinconicamente retorica con una storia che psicoanalizza intellgentemente e senza presunzione Dylan. La sua è la storia migliore, che avrebbe potuto meritare un' uscita a sè stante.
Marzano tira fuori una piacevole variazione al tema zombesco, dimostrandosi fra gli scrittori maggiormente a proprio agio nell' ambito dell' horror più tradizionale.
Gualdoni si diletta dando qualche stoccatina (neanche tanto leggera...) ai lettori che lui vede come perennemente insoddisfatti (metatesto? a me sembra fin troppo esplicito), ma lo fa con una storia divertente, di classico surrealismo dylaniato, ingarbugliata e con intermezzi arabeggianti e assurdi alla vecchia maniera.
Un buon acquisto, insomma!