Lette anche le prime due.
Sul gioco dei rimandi con l'albo mensile in edicola ha già detto Recchioni nell'introdurre il volume, quindi non mi ci soffermo. E' come un cercare un confronto continuo tra questo Old Boy e il Dylan rinnovato, per non lasciarli troppo come due mondi paralleli, senza nessun punto di contatto.
Chiuso nell'incubo ci presenta un protagonista in crisi, profondamente segnato, minato nelle sue certezze e pronto ad una nuova vita, normalmente da incubo, in cui sembra lo zombie di sé stesso. Fino a 2/3 o poco più dal finale avevo la sensazione di star leggendo una delle migliori storie di Di Gregorio, poi la conclusione non mi ha convinto appieno, forse troppo sbrigativa, ma il ripristino dell'ordine (ancor più trattandosi dell'Old Boy) era ovvio e questo finiva per togliere un certo pathos e d'altra parte un finale differente faticherei ad immaginarlo (peggio sarebbe stato lo scoprire che fosse appunto tutto un incubo che svanisce all'alba). Buoni i disegni, anche se non reggono il confronto con quelli di Dall'Agnol (parte onirica su tutte). 7
A volte non ritornano si lascia leggere, buona l'idea di fondo, c'è uno scontro classico per la serie nel finale. Forse il personaggio centrale di Talbot manca del giusto fascino e di una certa complessità, ma è voluto il suo essere una specie di travet del paranormale, incapace di controllarlo. Risulta un po' piatto ed è forse uno dei motivi per cui la storia fatica ad entrare da subito a pieno regime. Sul 5,5. Contando i disegni, di un più che sufficiente Pontrelli, il voto complessivo è 6.
Della storia di Gualdoni ho già detto sopra. Il mio voto complessivo a questo Maxi è sul 6,5. Di poco superiore al precedente. Non ricordo quand'è stata l'ultima volta che ho votato buono per questa pubblicazione, spesso mi è capitato di saltarne dei numeri, a volte ho votato più che altro spinto dal valore di una sola storia (l'ultima volta mi pare proprio per
Paranoia di Ruju), e considerando che, seppur senza esagerare, l'ho preferito ai precedenti Maxi, arrotonderò per eccesso