Ehilà Cyber!
Stavolta non sono molto d' accordo su alcune delle tue critiche.
Cyber Dylan ha scritto:
[...]Non ho dubbi che se Sclavi avesse ideato un soggetto del genere lo avrebbe sceneggiato in maniera molto più ironica[...]
"Se la storia l' avesse scritta Sclavi": ma non l' ha scritta Sclavi, e non possiamo stare a criticare uno sceneggiatore solo perché non è Sclavi. Anzi, probabilmente questa è la storia più vicina allo stile di Sclavi fra quelle non scritte da Sclavi, quale che sia il suo valore.
SPOILER
Cyber Dylan ha scritto:
[...]Il problema principale è che questa non è una storia di Dylan Dog.
Non è una storia horror.
Non è nemmeno una storia in qualche misura "fantastica".
Di 'fantastico' c'è solo la rivelazione finale che l'esattore era un fantasma. Ma anche se fosse stato in carne e ossa, quattro quinti dell'albo sarebbero rimasti tali e quali, con un personaggio nei guai per mancanza di soldi[...]
Io credo invece che questa sia una storia horror, una storia in cui si parla di un problema per molti reale e quotidiano, ma in chiave horror e con tanto di fantasma.
Fantasma che, inoltre, non mi sembra messo lଠtanto per, nè mi sembra che abbia poca influenza su ciò che accade: il fantasma è la spiegazione di perché Dylan e gli altri fossero perseguitati così ferocemente.
Al di là di questo, a mio avviso, una storia, per essere una storia di Dylan Dog, non deve essere per forza una storia horror nell' accezione classica del termine.
FINE SPOILER
Cyber Dylan ha scritto:
[...]Questa storia poteva benissimo essere interpretata da un qualsiasi sig. Rossi Mario con problemi di liquidità , un normale 'uomo della strada' che con incubi/fantasmi/vampiri o orrori di qualsiasi tipo e natura non ha nulla a che vedere.[...]
Bè, questa è una critica un pò ambigua, perché secondo me in linea di massima qualunque personaggio potrebbe essere coinvolto in qualunque soggetto, sta poi allo sceneggiatore dare alla vicenda un' impronta e renderla affine a ciò per cui si sta scrivendo.
Una storia come "La strage dei Graham" è l' esempio migliore di una storia che (e purtroppo non è il suo unico difetto) non è una storia di Dylan Dog; ma non perché sia più un giallo che un horror, perché Dylan Dog potrebbe benissimo essere protagonista di un intreccio giallo e non per forza horror, ma perché Dylan Dog sbuca dal nulla, non fa un accidente per tutte le pagine, non dà nessun tipo di impronta alla storia.
Invece credo che ne "Il Persecutore" Dylan Dog si presenti con molte delle sue caratteristiche tipiche, una volta tanto è davvero se stesso, e poco importa se si ritrova al centro di una vicenda che poteva benissimo riguardare un signor Rossi col conto in banca dello stesso colore del suo cognome.