Era l'estate del 97 credo...11 anni, mi capita a casa di mio cugino (10 anni più di me) questo albo e comincio a leggere...sino ad ora avevo letto pochi Dylan Dog...e tutti sporadici, in giro per case altrui..
Fu un esperienza traumatizzante e non esagero: per un ragazzino di quell'età che pensava a nascondino, il calcio, i primi videogame questo albo fu molto shockante..
Mastro Hora mi angosciava pesantemente: per la prima volta entrarono nella mia testa i concetti di usura, dell'angoscia (bello o non bello, questo è uno degli albi più angoscianti della serie), dello sfruttamento sessuale; la situazione della ragazza che si vendeva a Mastro Hora per allungare la vita al proprio ragazzo fu difficile da digerire...ripeto la parola....TRAUMATIZZATO.
Nonostante tutto non riuscii a non finire l'albo, sollevato dal fatto che Dylan se la fosse cavata e il nemico di turno sconfitto, ma le scene sopra descritte continuavano a destare la mia morbosa ma spaventata curiosità...e leggevo e rileggevo..
Mi ricapitò in mano questo albo qualche anno fa e potete immaginare... anni e anni erano passati e quel ragazzino di 11 anni era ormai un giovanotto di oltre 20 primavere ben conscio degli orrori della vita: insomma, fu come entrare dopo tanto tempo nella saletta della scuola materna in cui giocavo, che da bimbo mi sembrava enorme mentre da cresciutello pareva un buco..
Oggettivamente L'uomo che vende il tempo è una buona storia, ma nulla di che...sicuramente angosciante ad alti livelli, ma il Chiave ha scritto di meglio..
Tuttavia ringrazio con tutto il cuore Claudio Chiaverotti per averla scritta, le emozioni che regalò a quel ragazzino quell'estate in Abruzzo le porto ancora con me... e questa storia NON la rileggerò mai più, perchè deve rimanere traumatizzante come fu alla prima impressione..
Di colpo, dopo la lettura di questo albo, ero cresciuto...
E perdonate i toni pseudo drammatici, ma in fondo....cosa deve dare un fumetto, se non emozioni?