Trovo più capolavoro "Polvere di stelle" che "Il Seme della Follia"......la Barbato è brava, ha dato una scossa a Dylan in un momento non bellissimo e eccitante per la serie con le sue sceneggiature molto ma molto ben scritte. Ha "stravolto" il personaggio, nel senso, la strapazzato, ha esplorato la sua anima, come quella di Bloch e di Groucho ("Oltre quella porta"; "La scelta"...etc...). Ha cercato di andare nell'intimo dei vari caratteri. Chi è Groucho? Perchè porta questa maschera della commedia? prima o poi esaurirà le battute...(prendo da "Oltre Quella Porta"); e Bloch? L'uomo in grigio...sempre pronto a regalarsi sullo sfondo. Ha legato molto Bloch e Dylan ("Il Numero 200"), ha reso tutto più umano, più capibile, in un certo senso.
Beh, sinceramente però adesso mi stucca. Ne sono quasi stanco.
Ripenso a come Sclavi, ma anche Medda, o addirrittura Ruju, usano i personaggi. Groucho non lo smascherano. Preferisco vedere questo sosia che spara battute (freddure, anzi) senza andare a capirlo, senza pormi il perchè. Bloch, preferivo continuare a vederlo come l'ispettore ancora più scettico di Dylan, che soffre appena vede il sangue, che ha bisogno dei suoi antiemetici, che è sempre lì sulla scena del crimine. No, debole, fragile, quasi votato a Dylan, al suo ragazzo.
Certo, queste analisi approfondite del personaggio, chiedersi il perchè, come, quando, sono giuste, ma basta farle una volta, due. Ma poi basta. Il Dylan della Barbato dopo due storie non lo reggo; eppure le storie sono belle. Ma vedere sempre dyd abbattutto, distrutto, prenderlo, sconvolgerlo, come Groucho o Bloch, mi da noia.
Dov'è il Dylan ironico, spensierato di Sclavi (anche quello nuovo), di Medda, ripeto, avvolto anke di Ruju?
Non so come spiegarmi, ma mi da noia questo voler capire fino in fondo all'anima ogni personaggio.....Come il fatto che adesso (c'entra poko) viene fuori che Dylan vive in un altro universo parallelo (molto simile al nostro...). Perchè? Leggevamo (o almeno leggevo) Dylan che combatteva i mostri dell'anima, i mostri più terribili, la solitudine, l'emarginazione ecc....sapendo che viveva nel nostro mondo, stavi per quell'ora sospeso nella fantasia pensando che a Londra a Craven Road 7 c'è un campanello che urla...adesso sapere che è tutto in un universo parallelo...boh...finche penso alle storie della Barbato, posso capire...ma se penso alle storie di Sclavi (Memorie dall'invisibile, Accadde domani, terrore dall'infinito, tre per zero, il volo dello struzzo, finche morte non vi separi, etc....etc....etc...etc....ancora per tanto) se penso a tutte queste storie, non posso pensare che è tutto in un altro universo.....allora capisco che il Dylan di Paola è totalmente diverso da quello di Tiziano, quello di Tiziano è qui a Londra, quello di Paola chissà dove, in un altro universo.....
"....Cosa dicevano, nel '68? Allargare l'area della coscienza. Ma ormai del '68 si ride...e la coscienza si restringe sempre più. Com' era la parola d'ordine: imbecille? No: libertà!"
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