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#406 - L'ultima risata
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Pagina 17 di 19

Autore:  JMZ [ mar lug 14, 2020 2:45 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

L'ipercitazionismo di Sclavi è cosa nota -aprite una pagina a caso di Cagliostro e guardate se "non" c'è una citazione-, laddove poi non riprende quasi integralmente il soggetto da qualcosa di già esistente, vedasi gli Uccisori, Killer, Lama di Rasoio, la Casa Infestata, l'Assassino è fra Noi per dirne qualcuno.
C'è però da dire che in Sclavi la citazione si fa materia plasmabile che viene deviata su un percorso a sè stante e prende nuova forma allacciandosi ada altre citazioni in maniera organica e coerente, magia questa che non accade con Recchioni in cui la citazione rimane quasi sempre una citazione fra le tante.
E per inciso a me la cosa non disturba affatto.

Autore:  wolkoff [ mar lug 14, 2020 2:51 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

... a me sa di disturbato invece, quel tipo di citazionismo :?



Ad ogni modo, mettendo da parte De Palma (che è un regista piuttosto "classico", e raramente scrive soggetti originali), non trovo il trittico Sclavi-Recchioni-Tarantino tanto proficuo come metro di paragone a loro interno.

Sclavi spesso razziava a destra e manca, è vero, ma le sue citazioni erano abbastanza velate o da suggello in calce, tipo epigrafe, e quando erano sfacciatamente evidenti servivano come canovaccio per puntare alla sua personalissima rivisitazione di un tema/storia (v. Terminator --> Killer!). Non si compiaceva affatto di quello che citava: il suo era un uso soggettivamente strumentale e pro-ispirazione.

Tarantino (in origine) proveniva da una sub-cultura di nicchia cinematografica, che non incensa il mainstream impegnato e prevedibile per famiglie, ma andava in solluchero per il trash da B-movie di genere o da exploitation da homevideo, spesso stranieri e non conosciuti dal critico medio bacchettone mmerigano del secolo scorso. Per cui è giusto dire che si diverte a parodiare certi generi e citarli nelle sue pellicole, magari perché dopo sono diventati cult (v. suo apprezzamento stile fan per Lino Banfi e la commedia sexy italiana).
Tenendo conto che molti suoi stessi film sono anche su quella falsariga, per cui non si limita soltanto a citare certi elementi, ma li fa propri perché aderisce ad una scuola di pensiero/artigianato cinematografico.

Recchioni, last but non least(rionico) nella maggior parte dei casi sfrutta le citazioni come riempitivo perché di suo ha poco da dire, tranne le solite cose, senza che abbiano valore in sé nella storia e nel suo mood. E si compiace in modo clinicamente narcisistico di questo ammucchiamento bulimico di riferimenti in (dis)ordine sparso, come se fossero referenze per farsi bello. Nel caso ficca di straforo citazioni particolarmente "raffinate" (v. ossessione per Shakespeare, Kafka, Lovecraft, Baudelaire, etc) questo discorso gli serve anche per arrogarsi la complicità auto-approvante di illustri precedessori; nel caso di riferimenti più terraterra/di nicchia li usa per ammiccare un (meta?)discorso tra compari nerd dandosi pacche a vicenda sulla gobba. Contributo alla storia in sé: zero.

Se ho citato qualcuno in questa spiegazione fatemelo presente. :3

Autore:  alemans123 [ mar lug 14, 2020 2:55 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Che però è qualche cosa che viene fatto anche da Recchioni, con il Giudizio del Corvo. Prendere la trama di un film o di un libro e svilupparla in maniera differente non mi ha mai creato problemi anzi è un bel what if. La differenza grossa sta nel fatto che la citazione di Recchioni in certi casi è inserita a forza (guardare Mab di questo albo). Non ho mai avuta la stessa impressione negli albi di Sclavi.

Autore:  wolkoff [ mar lug 14, 2020 2:58 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Il giudizio del corvo è l'ultimo dei problemi, ed infatti è un albo molto apprezzato, da me compreso.

Sono gli ultimi due anni che hanno segnato il passo in modo nauseabondo...

Autore:  alemans123 [ mar lug 14, 2020 3:07 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Sì Wolk era per fare un esempio di un citazionismo positivo. A questo giro sono stranamente d'accordo con te :-) :-)

Autore:  V.M. [ mar lug 14, 2020 7:06 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

wolkoff ha scritto:
Sclavi spesso razziava a destra e manca, è vero, ma le sue citazioni (...) servivano come canovaccio per puntare alla sua personalissima rivisitazione di un tema/storia (...) il suo era un uso soggettivamente strumentale e pro-ispirazione.
(...)
Recchioni (...) nella maggior parte dei casi sfrutta le citazioni (...) senza che abbiano valore in sé nella storia e nel suo mood.

Condivido questo estratto del post.
A volte faccio davvero fatica a contestualizzare le citazioni di Recchioni.
Quelle di Sclavi generalmente erano più funzionali alla narrazione, benché talvolta meno "oneste".

Autore:  anarkypg [ mer lug 15, 2020 5:35 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Infatti. Sclavi rielaborava le citazioni, l'attuale curatore le spiattella lì. Brutta scrittura.


JMZ ha scritto:
L'ipercitazionismo di Sclavi è cosa nota -aprite una pagina a caso di Cagliostro e guardate se "non" c'è una citazione-, laddove poi non riprende quasi integralmente il soggetto da qualcosa di già esistente, vedasi gli Uccisori, Killer, Lama di Rasoio, la Casa Infestata, l'Assassino è fra Noi per dirne qualcuno.
C'è però da dire che in Sclavi la citazione si fa materia plasmabile che viene deviata su un percorso a sè stante e prende nuova forma allacciandosi ada altre citazioni in maniera organica e coerente, magia questa che non accade con Recchioni in cui la citazione rimane quasi sempre una citazione fra le tante.
E per inciso a me la cosa non disturba affatto.

Autore:  anarkypg [ mer lug 15, 2020 5:37 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Perfettamente d'accordo!
Ma perché continuate a comprarlo? L'unica vera forma di dissenso che ha in mano il lettore è quella di non comprare. A Bonelli non interessa nulla delle contestazioni via web, l'unica cosa che contano per un editore sono i numeri, e finché le vendite vanno bene continua per la sua strada.

wolkoff ha scritto:
... a me sa di disturbato invece, quel tipo di citazionismo :?



Ad ogni modo, mettendo da parte De Palma (che è un regista piuttosto "classico", e raramente scrive soggetti originali), non trovo il trittico Sclavi-Recchioni-Tarantino tanto proficuo come metro di paragone a loro interno.

Sclavi spesso razziava a destra e manca, è vero, ma le sue citazioni erano abbastanza velate o da suggello in calce, tipo epigrafe, e quando erano sfacciatamente evidenti servivano come canovaccio per puntare alla sua personalissima rivisitazione di un tema/storia (v. Terminator --> Killer!). Non si compiaceva affatto di quello che citava: il suo era un uso soggettivamente strumentale e pro-ispirazione.

Tarantino (in origine) proveniva da una sub-cultura di nicchia cinematografica, che non incensa il mainstream impegnato e prevedibile per famiglie, ma andava in solluchero per il trash da B-movie di genere o da exploitation da homevideo, spesso stranieri e non conosciuti dal critico medio bacchettone mmerigano del secolo scorso. Per cui è giusto dire che si diverte a parodiare certi generi e citarli nelle sue pellicole, magari perché dopo sono diventati cult (v. suo apprezzamento stile fan per Lino Banfi e la commedia sexy italiana).
Tenendo conto che molti suoi stessi film sono anche su quella falsariga, per cui non si limita soltanto a citare certi elementi, ma li fa propri perché aderisce ad una scuola di pensiero/artigianato cinematografico.

Recchioni, last but non least(rionico) nella maggior parte dei casi sfrutta le citazioni come riempitivo perché di suo ha poco da dire, tranne le solite cose, senza che abbiano valore in sé nella storia e nel suo mood. E si compiace in modo clinicamente narcisistico di questo ammucchiamento bulimico di riferimenti in (dis)ordine sparso, come se fossero referenze per farsi bello. Nel caso ficca di straforo citazioni particolarmente "raffinate" (v. ossessione per Shakespeare, Kafka, Lovecraft, Baudelaire, etc) questo discorso gli serve anche per arrogarsi la complicità auto-approvante di illustri precedessori; nel caso di riferimenti più terraterra/di nicchia li usa per ammiccare un (meta?)discorso tra compari nerd dandosi pacche a vicenda sulla gobba. Contributo alla storia in sé: zero.

Se ho citato qualcuno in questa spiegazione fatemelo presente. :3

Autore:  Ilnomeutenteinserito [ mer lug 15, 2020 9:08 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

anarkypg ha scritto:
Perfettamente d'accordo!
Ma perché continuate a comprarlo?

GOMBLODDO!!!
:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Autore:  Rrobecop 2 [ mer lug 15, 2020 12:31 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

GRANDE RROBBBBBBEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!
KAPOLAVORO KOME SEMPREEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!

IL CICLO 666 SI KIUDE KON LA PIù GRANDE CITAZZZZIONE DI TUTTI I TEMPI!!!!!!!!!!
Spoiler!
IL GIOCO DELL'OKA, DOVE LE PEDINE SI SPOSTANO DA UN PUNTO A PER ARRIVARE AL PUNTO Z. UN GIOCO LINEARE (PER GENTE GEGNA COME IO E TE) BELLISSSIMISSSIMO KE PUò DURARE TRE CASELLE O TREMILA, BASTA AGGIUNGERE CASELLE, OPPURE PAGINE KOME IN QUESTA STORIA KE POTEVA ANKE DURARE 20 PAGINETTE SKARZE. MA TU KOME SEMPRE HAI OSATOOOOOOOOO

GRANDISSIMA TROLLATA PER KUEI 4 BOOOMER PRIMOCENTISTI KE TE, I TUOI FAKEZ, I TUOI SOCIAL MEDIA MANAGER E TUTTI TUOI RROBEKORPS PERKULATE E RIDIKOLIZZATE GIUSTAMENTE SUI SOCIAL PER KUELLO KE SONO: VEKKI HATERZ RITARDATI!!!!!!!

VAI KOSìììììììììììììììì ALLA GRANDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE RROBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!

Autore:  Walecs [ mer lug 15, 2020 12:41 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

ok groomer

Autore:  V.M. [ mer lug 15, 2020 12:58 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Walecs ha scritto:
in questi mesi ho appurato che tutti quelli che scrivono "gombloddo" (manco in italiano corretto, pure scritto volutamente sbagliato!) lo fanno solo perché non hanno argomentazioni e/o perché ora va di moda scriverlo a pene di segugio tanto per conformarsi alla massa (e in certi casi perché i media hanno fatto un lavaggio del cervello troppo radicale perché si possa combatterlo, ma per fortuna non è questo il caso).

Io invece in questi mesi ho appurato che 9 volte su 10 chi non sopporta le ironie sui "gombloddi" e parla di lavaggio del cervello dei media è un complottista. Ma magari non è il tuo caso. :mrgreen:

Autore:  wolkoff [ mer lug 15, 2020 1:43 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Sinceramente non ho capito a cosa vi riferite nei vostri scambi sarcastici tra complottisti e contro-complottisti... ma di sicuro quando mi viene in mente che Eriksen è stato comprato, nessuno sa come piazzarlo in campo, e rimane a svernare a Luglio in panchina, qualche agghiacciandeee congiura alle spalle dell'uomo col siamese sulla capoccia la intravedo... :o

Spoiler!
Immagine

Autore:  Ilnomeutenteinserito [ gio lug 16, 2020 8:53 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Rrobecop 2 ha scritto:
GRANDE RROBBBBBBEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!
KAPOLAVORO KOME SEMPREEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!

IL CICLO 666 SI KIUDE KON LA PIù GRANDE CITAZZZZIONE DI TUTTI I TEMPI!!!!!!!!!!
Spoiler!
IL GIOCO DELL'OKA, DOVE LE PEDINE SI SPOSTANO DA UN PUNTO A PER ARRIVARE AL PUNTO Z. UN GIOCO LINEARE (PER GENTE GEGNA COME IO E TE) BELLISSSIMISSSIMO KE PUò DURARE TRE CASELLE O TREMILA, BASTA AGGIUNGERE CASELLE, OPPURE PAGINE KOME IN QUESTA STORIA KE POTEVA ANKE DURARE 20 PAGINETTE SKARZE. MA TU KOME SEMPRE HAI OSATOOOOOOOOO

GRANDISSIMA TROLLATA PER KUEI 4 BOOOMER PRIMOCENTISTI KE TE, I TUOI FAKEZ, I TUOI SOCIAL MEDIA MANAGER E TUTTI TUOI RROBEKORPS PERKULATE E RIDIKOLIZZATE GIUSTAMENTE SUI SOCIAL PER KUELLO KE SONO: VEKKI HATERZ RITARDATI!!!!!!!

VAI KOSìììììììììììììììì ALLA GRANDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE RROBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!

grandissimo Rrobecop, come sempre :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

per il resto ha già risposto V.M. al mio posto... aggiungo solo che le faccine servivano a far ben capire l'intento ironico della cosa, poi c'è chi preferisce fare polemica gratuita a tutti i costi (suppongo per robe del passato) e chi invece preferisce farsi due risate...

Autore:  Keanu Coen [ gio lug 16, 2020 5:39 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #406 - L'ultima risata

Non so se qualcuno di voi si ricorda delle modalità rocambolesche con cui Faso di Elio e le Storie Tese riusciva a entrare in possesso delle poesie di Ermes Palinsesto. Più o meno rispecchia il modo in cui sono riuscito a leggere (finalmente) questo numero 406!

SPOILER
SPOILER
SPOILER


Copertina: non mi piace per nulla, tra Dylan raddoppiato artificialmente, colori casuali e logo nero su nero quantomeno discutibile, e in ogni caso Cavenago non mi ha mai convinto così poco come da qualche tempo a questa parte.
Opinione in generale: albo contemporaneamente migliore e peggiore del ciclo, per il semplice motivo che ogni cosa positiva che ci ho trovato viene rigorosamente annullata da una sua controparte negativa. Volendo oversemplificare, probabilmente è l'albo migliore dei sei.
Iniziamo dicendo che io, fin dalle anteprime, ero rimasto colpito in positivo dall'uso di Endrigo e della sua canzone, quindi che l'albo si apra così (e non con la solita parolaccia cui Recchioni mi aveva abituato!) non mi è dispiaciuto. Solo, credo di non capire la funzione di questa bambina che (mi pare) sparisce completamente dalla storia? Comunque.
Già all'inizio dell'albo capiamo che Dylan parlerà per due tutto il tempo, e se la storia mi ha insegnato qualcosa, nel caso di Rribe non è un buon segno, anche se la battuta iniziale sullo sparare agli oggetti immobili mi è piaciuta, ma è una rara avis.
Dopo due cose positive, iniziano i guai: pessima la scena del cane infernale, con banalissimo sproloquio dylaniano a colpi di clichè canini, e che finisce come sempre a tarallucci e vino, addirittura con il cane che diventa etereo, alla faccia della minaccia.
Tralascio la "citazione" da Shakespeare che è semplicemente ingombrante, e calo il sipario della carità su "Dylan Dogghe", ma non sul fatto che Bloch, paparino di Dylan, è salvato sul suo cellulare come "Bloch" (mi ha ricordato un soprammobilino che avevano i miei, a forma di chitarra, con sotto scritto "chitarra").
Per la serie, invece, un colpo al cerchio e uno alla botte, Dylan tira fuori il telefono, ma il telefono non funziona. Così sono contenti tutti. Alè. E Dylan disse "Che sciocco!" la prima volta...
L'incontro con il baleniere: se le citazioni di Moby Dick significassero "ottimo", After earth sarebbe ottimo.
L'incontro con Rrecchioni segamunito: a parte il fatto che forse le apparizioni di Recchioni si stanno moltiplicando a vista d'occhio (ho letto ieri "gli anni selvaggi" e l'ho trovato pure lì! Albo orribile, detto inter nos!). Lasciando stare i dialoghi che sono allucinanti, e tralasciando il fatto che già Sclavi aveva usato American Psycho eccetera, questa scena dà adito a vari dubbi:
-innanzitutto per giustificare il dinamico duo che scappa per le scale bisognerebbe aver detto prima che quelle scale le avevano salite! E non mi pare che sia detto da nessuna parte.
-dipoi, non c'è nulla che giustifichi il distacco che c'è tra il duo e il segamunito, perchè chi ci crede che Gnaghi corre pure veloce, oltre a essere intelligentissimo, violinista, esperto videoludico, eccetera? Nel film "American Psycho" il distacco è giustificato dal fatto che lei gli dà un calcio in faccia e lui per qualche secondo si preoccupa più della faccia che non della vittima, che quindi ha il tempo di distanziarlo.
-pagina 33: ditemi voi se nella prima vignetta Dylan e Gnaghi sembra che stiano scappando! Tanto che quando uscì l'anteprima di questa tavola io credevo che i due fossero all'oscuro che ci fosse un plagio che li minacciava con la motosega.
-inoltre, ha senso sempre nel film perchè la ragazza è da sola e disarmata: qui il cattivone ha davanti uno armato di pistola e l'altro di vanga, contro uno armato di motosega SPENTA per giunta! Si potrebbe dire "Quando un uomo armato di motosega incontra un uomo armato di pistola...". Oppure si potrebbe citare Pulp Fiction, nella scena in cui Butch decide che la motosega non è adatta ai suoi scopi e sceglie la spada, per capire che la motosega non è una minaccia adatta allo scopo!
-insomma, tutto questo bordello, e alla fine la motosega li liscia completamente! La definizione stessa di Tarallucci e vino! E ovviamente la minaccia finisce lì, perchè, come dice Rrobecop, siamo nel gioco dell'oca. Immaginiamo la potenza di vedere questa scena trasportata nel finale dell'albo, e vedere la motosega che squarcia Gnaghi invece di morire come come poi muore! Mah!
Come sempre il problema non è il numero delle citazioni, fosse anche spropositato: l'importante è che siano sensate! E Recchioni diciamo che non sempre fa suo questo che per me è un principio basilare.
A pagina 39, il marchio di fabbrica di Rrobe: una tavola fantastica, distrutta dai suoi dialoghi da asilo. Alè!
A pagina 49 Dylan dice "alla prossima STRANEZZA che vedo GLI sparo addosso". Ovviamente dovrebbe dire LE sparo addosso, ma siccome in Boccaccio esiste questo uso di GLI allora gliela abboniamo... Si vede che nessun follower lo ha avvertito prima della stampa.
Oh! A pagina 59 Gnaghi viene chiamato prima idiota, e poi poveraccio! Ci sarà un limite agli insulti che gli piovono addosso da tutti i lati? Ricordiamo solo lo "scemo" dato da Carpenter, e per par condicio lo "gnagheggiare" di Rania. Ma non dimentichiamo anche il "bizzarro" datogli dal curator ipse in ogni albo!
Già che siamo in argomento, notiamo anche che Dylan DAVANTI a Lord Chester che come sappiamo parla male, chiede a Gnaghi di TRADURRE quello che il lord ha appena detto! Ma ve la immaginate una cosa del genere? Voi incontrate un ragazzo disabile che parla male, insieme alla madre, mettiamo. Il ragazzo vi dice delle parole incomprensibili, e voi, rivolgendovi alla madre: "Signora, può TRADURRE?". Ma se non è la cosa più indelicata che abbia mai sentito, poco ci manca!!!!!! Che delicatezza, Rrobe!
Comunque, sopravvoliamo anche su questo.
Mater morbi tutta schiacciata verso l'alto e monodimensionale mi pare che l'abbiamo già detto. Dopo una vita, invece, che Roi ci delizia con le sue onomatopee sghimbescie, a pagina 63 vediamo una bella risata di Mater Morbi computerizzata e ripetuta due volte identica (perchè ricordiamo che per Egli du gust is sempre megl che uan, e infatti a pagina 64: di nuovo "che sciocco"! e due! Alè, la regola non fallisce mai!). Tra parentesi, ci sono anche due didascalie con "vedere il numero 404", di cui la seconda è assolutamente inutile.
A pagina 68 mi è piaciuta molto la soluzione della camminata nel labirinto. Mi sarebbe piaciuta ancora di più se non l'avesse già usata (du gust...) nel 400 con Dylan e Groucho nella foresta. Bisogna dire che la versione di Stano fa pena, mentre questa di Roi è bellissima. C'è da aggiungere che è tipico solo dei più umili pensare che si è già diventati dei classici da autocitare dopo solo sei mesi, come la Disney che appiccica il bollino Disney Classic appena un suo prodotto esce. Davvero umile.
Peccato, come sempre, che Dylan stavolta parli addirittura per TRE, visto che c'è anche Chester, e tutto quello che dice è una fesseria!
A proposito di Chester, ma la differenza tra la prima apparizione di Chester di Piccatto e questa? Tutto sdentato e bavoso, e questo di Roi? Non c'è rispetto
Sul fatto che Lord Chester sia cugino di Gnaghi, super sipario della carità! Si sa che i cugini dei Lord fanno i becchini nei cimiteri scozzesi, tra l'altro.
Comunque: la splash page con tutti i Groucho dovrebbe essere un colpo da maestro e invece manco uno di questi Groucho è amalgamato con gli altri. Dovrebbe essere una tavola piena di Groucho e invece ci sono un sacco di fastidiosissimi buchi, e lo stesso dicasi per la tavola con lo spazio come sfondo, per niente amalgamato con i due personaggi.
Giuro, su tutta la situazione del multiverso non dirò una parola, perchè l'unica definizione possibile è una parolaccia, e io non le scrivo mai.
A pagina 78: a me va bene tutto, ma come si fa a pensare che sia una buona idea fare dire a Groucho quella filastrocca in quella posizione lì? completamente innaturale, fuori contesto... Rovina soltanto la tavola, che poi sarà la diciottesima splash page dell'albo.
Probabilmente per fare un favore a me, un altro COLMO! Gino Bramieri back in action! Ovviamente, Depretis style, usare una battuta vecchia come il cucco, e poi dire che è vecchia come il cucco. Sceneggiatura 101!
Poi non vorrei dire, ma Gnaghi muore, e da pagina 77 a pagina 87 lui è sdraiato per terra e manco si vede più. Dopo averlo preso per il sedere per sei albi, questo mi sembra il trattamento ideale.
Lo spiegone di Groucho di pagina 88 è la cosa più assurda che io abbia mai letto, ecco, l'ho detto.
Infine: la questione della frase presa da Woody Allen. Secondo me l'importante non è segnalare la fonte o meno, perchè da quando Dylan esiste a volte l'autore viene citato e a volte no, senza, o quasi, criterio.
La questione è:
-la frase detta da Diane Keaton nel film ha senso perchè legata alle parole della sua interlocutrice
-la Keaton in 40 secondi cambia un sacco di espressioni facciali mentre la dice, e ci mette 40 secondi a dirla
-Groucho invece rimane con quella espressione tutto il tempo e l'effetto è pessimo.
Bastava, secondo me, spezzare questa battuta (evidentemente irrinunciabile) in due vignette, e nessuno avrebbe avuto niente da dire. E invece Rribe è ossessionato da questi balloononi e non si accorge di quanto siano fumettisticamente cacofonici. Contento lui...
Tra l'altro Dylan (da quale pulpito!), dopo aver stordito Sybil con quel pippone tremendo su Unbreakable, e aver parlato da solo per sei albi, ha il CORAGGIO di dire a Groucho, che ha appena conosciuto, e che gli ha salvato la vita, di stare zitto! Siamo al porco che dà del maiale alla colomba (cit.)!
Tutto questo ovviamente mentre c'è ancora Gnaghi stramorto a terra!
Ultima considerazione: "Comincio ad avere caldo con questo cappotto. Dovrei comprarmi una giacca o due, o magari una dozzina". Grande Roberto, è così che si scrivono i fumetti! Così si creano le mitologie dei personaggi!
Concludendo: Roi come sempre ci sono cose che sa fare alla perfezione, e cose che non sa fare. Ammettiamolo. Ad esempio, deve aver fatto un patto col diavolo, perchè per ora fa certi occhi che fanno spavento di quanto sono realistici. Se penso all'albo del mese prossimo, mi viene da piangere.
Roberto, invece, su come si imposta un fumetto, probabilmente non ha uguali. Per come materialmente lo scrive, bisogna calare per sempre il sipario della carità. Peccato.
Finalmente questo ciclo è finito, giuro che non ne potevo più.
Quasi dimenticavo: se il Rribe mi avesse citato il bellissimo pezzo dei Litfiba "Il pazzo che ride", gli avrei perdonato tutto il resto!

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