Sul discorso cciovani/non più cciovani non intervengo perché è di una retorica sconfortante
Dico solo che DD non lo leggevano solo i ragazzini negli anni '90 (v.
Umberto Eco) e se le storie di oggi fossero state pubblicate allora, la SBE oggi si chiamerebbe
Tex Willer Editore avendo sbaraccato il resto per assenza di entrate, al contrario dell'abbondanza di pernacchie.
Passiamo al resto:
Myskin ha scritto:
Quello che Recchioni ha fatto è stato introdurre degli elementi - personaggi di colore, personaggi femminili indipendenti - che in un'ipotetica versione cinematografica o televisiva di Dylan Dog (cioè in quello che ipotizzo essere l'obiettivo a lungo termine della Bonelli per garantirsi una sopravvivenza) risulterebbero del tutto indispensabili
Secondo me, in generale, lo stesso ipotetico showrunner dovrebbe avere zero timore reverenziale nei confronti di Sclavi, Recchioni e Chiaverotti; per far funzionare tutto dovrebbe prendere quello che gli serve dal fumetto
Maqquale timore reverenziale de Sora Lella de noartri?
Tu credi davvero che una casa di produzione internazionale si faccia fare le pulci da un editore italico da cartaceo, perché non ha rispettato i parametri originari del personaggio? Una volta condivisi i copyright possono distorcere e modificare tutto per esigenze di budget, di trama, di regia, degli attori stessi o delle pressioni di circuito. Figurati se stanno a pensare che Xabaras è nato a metà '600, e la Trelko sembra più vecchia di lui. Non c'è Sclavi o Chiaverotti che tenga, ahivoglia a puntare i piedi sul seggiolino zoppo.
Se vogliono aggiungere indispensabilerrime motivazioni
gender e qualche nuovo personaggio femminile, non hanno di certo bisogno del tappetino rosso che R.R. gli stende da apripista 10 anni prima in edicola, se hanno già un'idea migliore in mente.
Non che ci voglia molto...
Myskin ha scritto:
Io non credo che lo schema classico del Dylan originario sarebbe sopravvissuto Per esempio, è impossibile far vivere a Dylan delle storie d'amore davvero importanti o approfondite: tutto si deve risolvere nell'arco di 98 pagine.
Aridanghete con le storie d'amore. L'albo da 94 (e non 98, tranne i primissimi senza editoriali da 96) pagine SERVE AD INTRODURRE (e risolvere, talvolta)
IL CASO DEL MESE.
NON si incentrava su Dylan e le sue vicende personali. Finito l'albo si passa oltre. E' questo il nodo della disputa. Gli autori incapaci e senza idee si riversano invece continuamente
SU Dylan perché non sanno sviluppare oltre quel trend. Ed ecco quindi imperversare valanghe di meta-narrazioni, riflessioni sulle fisime sclaviane, ed altre amenità che gli autori dovrebbero risolvere con loro stessi (o su un lettino) PRIMA DI COMPORRE LA SCENEGGIATURA, e non durante di straforo, utilizzandone le pagine a fine strumentale, nel dylancentrismo più estenuante di stucchevolezza in stucchevolezza.
E poi anche le 94pp
non sono così costrittive come paventato. Si possono anche proporre due storie in un centinajo di pagine (v. #77), o una doppia divisa su due uscite (v.
Ramblyn) se servono più pagine per sviluppare una trama. Ma anche tre... quattro... cinque... MA NON per insistere ancora una volta SU Dylan e la sua vita personale, e quello che dovrebbe cambiarlo, o quello che lo mantiene tale. Anche basta
.
Ci hanno provato a fare una sottospecie di saga da 12 numeri con la meteora, ma i risultati sono stati penosi ad esser buoni. Perché, a parte quel concept in sé, non è semplice lavorare con 3/4 autori per volta nell'arco di oltre un anno di produzione. Alla fine le teste dell'idra si annodano da sole se qualcuno non le mozza. Stai paragonando format che sono troppo distanti dai formati italici della SBE. E non a caso i tentavi di mmmeriganizzazione della testata finora sono stati fonte di ridicolaggine abbastanza palese.
bertuccia ha scritto:
Le vicende come custode del cimitero hanno offerto un ottimo spunto per atmosfere creepyssime ed erano anche sufficientemente verosimiglianti.
Io proporrei come passo finale dell'elaborazione del lutto sclaviano, di prendere in considerazione l'ipotesi che Sclavi ne avesse le scatole piene della sua creatura, esaurita la voglia di scriverne, di occuparsene, l'abbia data in adozione, fregandosene dei risultati.
Guarda che quel lutto
l'abbiamo metabolizzato quasi tutti, e che Sclavi non ne potesse più di DD è risaputo. Colui che non riesce ad andare avanti e meta-rimugina ossessivamente ancora sui costrutti e gli stilemi sclaviani senza svilupparne oltre, è proprio un certo ragazzo (ultraquarantenne) de borgata di nome Roberto. Che tanto per dire va rispolverare un certo custode dal cimitero di Boffolara ed il suo assistente gnagheggiante... proprio un bel modo per esorcizzare il lutto, allargando la fossa
.
bertuccia ha scritto:
Ci sono fasi nella vita in cui la "pedata" può sembrare una soluzione accettabile, verosimile, altre in cui fa semplicemente ridere i polli
Ci sono delle fasi della vita di un autore in cui pensa che i suoi lettori siano tutti dei polli. E se non fa ridere, merita di esser preso seriamente a pedate