Keanu Coen ha scritto:
Premetto che non ho letto l'albo in questione, quindi le mie sono da considerarsi vere e proprie domande. Sulla base di queste due foto [...] mi viene da pensare che ci siano un sacco di spazi vuoti, sacrificati sull'altare della sperimentazione. Succede anche in altre pagine dell'albo? C'è una ragione per cui sono così?
Non riesco proprio a capire la posizione di quel cappello nell'ultima vignetta di pagina 37. Che sta succedendo in questa scena?
Sulla base dei dialoghi (e di alcune opinioni che ho letto qui), mi viene da pensare che sia la storia più standard del secolo. Sono in torto a pensarlo? Perchè certe volte la sperimentazione riguarda solo i disegni o in generale l'impostazione grafica, mentre soggetto e dialoghi sembrano del secolo scorso?
1) È così in molte tavole, anche se -come hanno già notato altri- nell'ultima parte l'impostazione diventa un po' più tradizionale, aderente alla classica gabbia bonelliana. Un'ipotesi (anche questa mi pare di averla letta nelle pagine precedenti, ma forse me la sto inventando io ora) è che con l'avvicinarsi della scadenza per la consegna l'autore abbia avuto meno tempo/possibilità di sbizzarrirsi, in quel senso.
2) Ehm... oddio, a me sembra abbastanza leggibile: il cappello è in testa alla tizia che generosamente si offre al nostro sguardo, e si sovrappone leggermente alla vignetta al centro della pagina. (Perché si rimetta il cappello è domanda che andrebbe girata allo sceneggiatore, suppongo. Se invece intendevi qualcos'altro e non ho capito la domanda, chiedo venia.
)
3) Avendo espresso una delle opinioni che citi, non posso che confermare che sì, il soggetto e lo sviluppo sono decisamente tradizionali: omicidi, scoperta del filo comune tra le vittime, ricerca e interrogazione dei personaggi coinvolti, soluzione del caso. E sì, anche se probabilmente non l'ho scritto, anche a me pare che la parte grafica sia perfino troppo sperimentale (sempre per i canoni bonelliani) per una storia così classica. La cosa in sé non mi ha dato fastidio (è uno di quei casi in cui puoi dire: be', almeno per i disegni vale la pena di essere letto/acquistato...), però mi ha fatto pensare, come dicevo, al fatto che i criteri per cui una storia venga assegnata a una collana o a un'altra, e a un disegnatore o a un altro, restano per me molto misteriosi -a partire dalla fatidica domanda: chi è che le decide, queste cose, e in quale stadio della lavorazione?
Per dire: Simeoni, scrivendo questa storia, sapeva dove sarebbe stata collocata, e/o aveva in mente che a disegnarla fosse qualcuno con quello stile? Qui c'è sicuramente qualcuno che ha una conoscenza molto più precisa delle dinamiche editoriali, quindi conto di scoprire qualcosa in più, prima o poi...