raffa ha scritto:
Non vogliamo chiamarlo pretesto, chiamiamolo riflesso in corso d'opera, collegamento, parallelo, ed è quello a cui serve incidentalmente, in quanto metafora, per illuderci una trentina di pagine e poi andare a parare su altro, ricollegando i pezzi verso il vero nocciolo dell'albo, che verte come SEMPRE E SOLO SU DYLAN e null'altro di contorno
.
Alla fine poteva esser Anna o chiunque altro, è una sagoma intercambiabile come altre anonime dylangirl del mese: nell'attuale gestione non contano i comprimari (e le loro eventuali vite/storia da narrare, figuriamoci le lovestory), conta solo scrivere SU Dylan e delle sue fisime da bello & maledetto. E se proprio vogliamo, su questo punto posso ribadire quanto detto nel commento per esteso dell'albo:
memmedesimo ha scritto:
Ma questa non è una rivisitazione parossistica dei suoi rapporti col gentil sesso, come ne Il cuore degli uomini, ma solo una trasposizione delle sua ansie [sull'amore malato/dipendenza per l'alcool], perché Dog che abbaja non morde(fanciulla), e come vedremo più avanti non di donna Anna si tratta... ma di un'entità astratta che è meglio immaginarsi come una dominatrice bondage sempre arrapata
E infatti...
Ocho però Raffa, che quello che sto adesso per dire su
Rania riguarda i precedenti numeri di questa saga, che presumo tu non abbia letto.
BACK-SPOILER Quando Rania (sua ex-moglie) parla qui con Dylan, esclude ogni sostanzialità concreta per Anna Never che di fatto fantasmaticamente
never existed - neanche sui cartelloni del numero #403, come nome d'arte - e accenna brevemente ad una fidanzata fugace nei numeri scorsi - Sybil.
Ma a livello di legami sentimentali, la cosa più importante è che allude al fatto di come non lo abbia mollato tanto per le corna (che lui le mise da sposati con una certa terrorista irlandese
) o per la solita farfallonaggine istintiva,
quanto per le sue tendenze autodistruttive (p. 73) di cui lei avrebbe dovuto rendersi complice se l'avesse lasciato crogiolarsi davanti ad una bottiglia per certe sue tribolazioni, non ultima la morte tragica di Lillie stessa.
Ancora una volta come vedi è l'alcool che tira le fila di questo discorso tra delle lovestory reali (ma passeggere) e una metaforica (ma per ora permanente) che le accomuna tutte. Prosit
ALOHA MATER MORELLINO DI SCANSANO