Non ho riletto gli speciali precedenti (anche perché ho scoperto che me ne mancano un paio, per motivi a me ignoti), quindi come preparazione al nuovo capitolo mi sono fatto bastare il
previously di pagina 2. Un po' come con il Ciclo della Meteora, dunque, il mio giudizio prescinde dall'aspetto più strettamente legato alla continuity -che d'altronde molti, nelle pagine del thread, hanno indicato come uno dei punti deboli, o comunque meno soddisfacenti, dell'albo.
Difficile capire se la lentezza con cui l'ho letto derivi dal piacere di degustare le tavole di Bacilieri (con riserve, che esporrò a breve), o dal fatto che la vicenda proceda moooolto l e n t a m e n t e, con passo quasi zombesco (il che non sarebbe del tutto inappropriato), e con personaggi che sembrano tutti un po' catatonici (non solo i morti).
Concordo quasi completamente, dunque, con la visione e il giudizio di Wolkoff, anche se a me non ha dato fastidio che il dettaglio iniziale sulle lampade galloformi si sia rivelato privo di stretta necessità narrativa -è quel tipo di dettaglio insignificante ma buffo, divertente o patetico a seconda dei punti di vista, che mi pare di aver trovato più volte in Sclavi (eravamo ancora nell'introduzione, del resto, e su centosessanta pagine un'escursione del genere la posso tollerare).
Però, visto che ho tirato in ballo il Maestro, non posso fare a meno di notare una differenza fondamentale: perché è vero che la descrizione del grigio orrore quotidiano in cui la distanza tra vita e morte (vivi e morti) si è fatta quasi insignificante su cui Bilotta basa gran parte dell'albo è di chiara ispirazione sclaviana (il Crepuscolo in primis), ma secondo me l'errore è stato pensare che questo particolare
mood potesse essere conservato con pochissime variazioni d'intensità spalmandolo sulla lunga distanza di uno Speciale. Detto più brutalmente, e senza farne una questione di qualità o indulgere in confronti impossibili e inutili: ricordate
quante cose accadevano negli Speciali scritti da Sclavi, anche in quelli più metafisicamente/filosoficamente/psicologicamente densi?
Poi ci sono anche alcune soluzioni che non mi convincono particolarmente, sia a livello di plot che di stile. Nel primo caso, non mi è chiaro perché Dylan vada via da Undead, la prima volta, perlopiù attraversando lo stesso bosco in cui ha rischiato di morire poche ore prima: sei lì, sai che da quelle parti c'è qualcosa che ti interessa/riguarda, tanto vale metterti a investigare e aspettare che Osmond ti cerchi -e anche qui, non capisco bene perché Osmond non lo cerchi da subito... Nel secondo caso, non capisco l'utilità dei flashforward di p. 131 e p. 139, dove si mostrano in due vignette gli esiti dello scontro armato tra Flagellanti e Ritornanti, e a livello temporale l'espediente dei messaggi vocali che Bloch manda a Osmond mi crea qualche perplessità (soprattutto se, come mi pare di capire, e come suggerirebbero di fatto i flashforward di cui ho appena scritto, si tratta in realtà di un solo messaggio, che Bloch inizia a registrare a pag. 129, dopo la morte della moglie... ma prima che i suoi uomini trovino Elvin, e dunque prima che lo scontro armato tra Flagellanti e Ritornanti diventi inevitabile).
I disegni di Bacilieri sono sempre preziosissimi: il modo in cui sabota/eccede la griglia bonelliana, e gli stessi confini delle vignette, o il bilanciamento cromatico delle sue tavole, rivelano le stimmate del Maestro -ma fin qui non dico niente di nuovo. Però, sì, anche qui c'è qualcosa che mi convince meno: forse ci sono un po' troppi grigi (retini, I suppose, ma aspetto l'intervento di qualcuno più esperto sull'argomento); forse il suo stile non è il più adatto per le scene di azione (l'agguato nel bosco); forse in alcuni momenti c'è qualche eccesso in direzione del grottesco o della caricatura (anche qui mi distacco da Wolkoff, visto che in particolare ho trovato eccessive le smorfie della ragazza durante l'interrogatorio delle pp. 101-104); forse ogni tanto Margaret finisce per somigliare in maniera sinistra a Giovanni Lindo Ferretti...
E, forse senza forse, c'è un errore di continuity così clamoroso che l'ho notato perfino io, che a queste cose non faccio praticamente mai caso: i due fori di pallottola sul davanti della felpa di Elvin cambiano collocazione tra la prima e la seconda volta in cui li vediamo (pag. 128 e pag. 132), e poi scompaiono del tutto, salvo riapparire a pagina 151... in posizione ancora diversa. Che sia un effetto dello stesso dislocamento spaziale che ha colpito Undead?