Nima83 ha scritto:
Ma svecchiare non vuol dire donare nuova linfa vitale
[...] Dunque l'uso (o il ripescaggio) di vecchie glorie poc'anzi citate potrebbe servire a irrorare nuovamente - almeno su carta - la testata di quelle sane atmosfere horror/gotiche/dylaniate a cui buona parte di noi erano affezionati. E potrebbe funzionare dato che in primis Chiaverotti, e in secundis Medda e Ambrosini "sanno come andrebbe gestito il personaggio"
[...] Dunque vediamo cosa ci prospetta il futuro: certo senza convincenti (e magari, perchè no, reazionari) cambi di rotta, la testata potrebbe veramente perdere molti lettori.
Tralasciando il discorso delle vendite - che è ormai è solo una corsa di rattoppo a che pesci pigliare prima di prenderli in faccia - lo svecchiamento visto finora consiste solo in una ciarlatanesca sfornata di novità volta a creare un
modicum di re-interesse sull'onda dell'hype. Non ha migliorato la qualità delle storie, né ha offerto un ricambio generazionale a livello di autori che in futuro potrebbero costituire l'asse portante della testata... perché se penso a
Simeoni o la Baraldi come punti fermi di DD mi tremano i polsi, per le rasojate
Quindi proporre un trio cardine di VERI autori dylaniati come
Ambro-Chiave-Medda per la curatela artistica ed editoriale della testata - oltre che una decina di storie all'anno in 3 per imprimere uno status definito - servirebbe a restituire il personaggio non solo a chi lo conosce da tempo, ma anche a chi possiede una penna di qualità/idee diffuse e sicuramente superiori alla media attuale al limite dello sconforto cronico.
Si tratta di dare Cesare (malaticcio) a chi sa occuparsi di Cesare.
Non è un discorso di anzianità o reazionario, in quanto fine a se stesso. Non è neanche il croccantino-contentino da dare al lettore-cane fedele che ti segue pure nella tomba. Altrimenti così si fa il gioco (retorico) dei soliti noti che sostengono come noi vecchi lettori siamo dei talebani intransigenti e non accettiamo nulla che non sia il DD dei primi 100 numeri.
Parlando di anzianità anche la
Barbato conosce Dylan da lustri, ma abbiamo tutti visto la sua deriva messa nelle attuali condizioni di lavoro, senza contare il calo di ispirazione, e i soggetti riciclati dai leit motif delle sue precedenti storie.
Mignacco lavora anche da prima, ma non affiderei mai ad uno come lui il direttivo, perché a differenza del trio sopramenzionato non ne possiede la statura autoriale
.
L'unica cosa certa è che andando avanti in queste condizioni, a parte tutti i discorsi sulla crisi del fumetto come
media in Italia, DD arranca o contiene le perdite a fatica, perché le fantomatiche nuove cciovani leve sono degli esseri avvistati forse nell'Area 51, mentre dozzine di aficionados di vecchia data (anche qui sopra) minacciano di tagliare il cordone dopo il #400 se si continua con questa linea che disprezza a priori le indicazioni dei lettori e punta alla priorità di idee strampalate piuttosto che alla semplice qualità di scrittura.
Tanto per dirne una, il Signor
Castelli, sull'orlo della pensione ed in parte esautorato da molti compiti per
Martin Mystère (testata ancora più in crisi), prova comunque ad andar incontro ai lettori - nonostante l'ostruzionismo di Airoldi & co dai piani alti SBE, ormai marvellizzati fino al midollo esangue
- ed in una cena con la sua fanbase ufficiale (v.
questo link) dichiara di aver indicato più volte alla casa editrice come tentare un rilancio della testata ricordandosi PROPRIO che [cit.] "
bisogna dare voce ai lettori, coccolarli come faceva Sergio Bonelli, senza snaturare il personaggio... dal basso, dando voce alle associazioni o ai forum".
Mentre altrove c'è invece chi si vanta di sbattere le porta in faccia alle sensazioni di chi conosce questo fumetto da quasi un trentennio, e farà di tutto per passare per genio incompreso davanti ai matusa retrivi qualora i risultati dovessero passare per semi-fallimentari
.
UN ALOHA
CON UN POCHITTO DI RECALCITRANZA
(
questa la capiscono solo Zak e pochi altri...
)