IL FEROCE DESIDERIO
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Come detto torno su questa storia per un giudizio più diffuso. Se mi è sembrata
la migliore letta quest'anno, una serie di motivi ci sarà...
E' una cosa che si percepisce durante la lettura, la superiorità di queste 94 pagine, rispetto alla media corrente sull'inedito o altrove. Mentre vai avanti con le tavole non solo sei affascinato e calato nell'incubo, ma piuttosto che accelerare la lettura per vedere come diamine vada a finire spinto dalla solo curiosità, preferisci tornare indietro di qualche pagina, ricapitolare la situazione, scovare le suggestioni o gli spunti che possono fornire qualche indicazione in più. Per me questo è sintomatico di una storia riuscita, almeno nell'appeal. E NON E' POCO di questi tempi, quindi tanto di cappello ad Enna, che da solo fa provincia.
Molto bene Dylan subito immerso nei sogni ammorbanti - i migliori sono i primi due, raccontati con grande stile, anche per immagini - come il generale senso di confusione che lo attanaglia, in una tenuta nobiliare fuori dal tempo, con le giornate scandite da una tenda spalancata sempre allo stesso modo, tipo refrain ossessivo da
Giorno della Marmotta. Anche la caratterizzazione dei comprimari nei loro scambi è di notevole spessore, con l'enigmatico Pittacus-Hopkins a tener banco, ed Adrian che non rappresenta il solito rampollo viziato e malaticcio, ma costruisce un rapporto particolare con Dylan, per empatia, tra incontri/scontri verbali, allucinazioni condivise, reciproci sospetti, etc
Effetto strizzata-d'occhio tra aficionados anche la caverna a forma di bocca spalancata che apre la prima pagina - chiaro omaggio al #82
Lontano dalla luce, considerando che il titolo provvisorio di questa storia era
Lontano dal bujo, prima di propendere per
Il feroce desiderio - come il riferimento alla
Dama in Nero in un soggiorno di clausura tra maggiordomi e servette, con M&G back in action
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Certo, si poteva fare di meglio nella seconda parte, dove il ritmo cala un po' e la storia vive una fase di stanca prolungata, diciamo dall'incontro dei Newcomb con la psicologa in poi... e ci vogliono 20 pagine per sbloccare la situazione dalla rissa al pub fino all'uscita definitiva di Adrian dalla magione, con tanto di mascherina sugli occhi ed incendio simulato. E anche dopo quella dissolvenza (p.277), mentre Dylan capisce di non aver capito tutto, la storia più che ad un controfinale spiazzante, per darsi una quadra, si avvia verso un lungo spiegone inter-familiare con Lord Newcomb che sciorina tutto nei dettagli, lasciando poco spazio alla fantasia
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Onestamente tifavo per un altro genere di creatura rispetto ai (SOLITI) vampiri, ma quando c'è di mezzo luce/bujo, bare, vermi, condizionamenti mentali, sete di sangue & mattanza, è difficile non cadere in questo classicopertuttitempi.
Senza cercare neanche una parvenza di coerenza nella sindrome vampirica lungo il trentennale bestiario di DD, perché sappiamo benissimo come dai tempi di
Vivono tra noi, I Vampiri, Manila, etc. esistono dozzine di forme differenti, con infinite variabili, per una non-unica specie. Ammetto però che due esemplari che possono concepire un figlio mi mancavano...
Alla fine quindi un
8 - per
Enna più che meritato, con qualche leggero rimpianto per un inizio d'alta scuola non ripagato dall'esito troppo scolastico. Ma rimane lo stesso una storia valida, che ajuta a riabilitare un po' le sorti di questo Maxi, già afflitto da un duo
P&M in vena di spacconate, o un
Simeoni all'ennesima ciofeca per bimbetti
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LONTANO DA ALOHA
NON C'E' NESSUN INEFFABILE SPLENDORE