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#367 - La ninna nanna dell'ultima notte
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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: dom apr 02, 2017 4:47 pm 
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iunioras ha scritto:
A me è piaciuto. Il problema è che credo di non averlo capito del tutto. Qualcuno più sveglio di me che mi faccia uno spiegone?


Non credo di esser molto più sveglio, perché dopo la magnata domenicale arriva l'abbiocco fisiologico, ma prima di apprestarmi al lounge pro-caffé, credo di disporre ancora della graforrea necessaria per fornire un'interpretazione (personale) complessiva delle tematiche di questa storia, che non mi pare così sconclusionata come altri hanno detto... e forse io avrei preferito.
Tra l'altro ne approfitto per portarmi avanti col lavoro, visto che dimezzando la materia, dopo potrò scrivere un post (un po')meno lungo del solito per il giudizio complessivamente dettagliato sull'albo :3


SPOILER §§§ SPOILER §§§§ SPOILER

SPOILER §§§ SPOILER §§§§ SPOILER

SPOILER §§§ SPOILER §§§§ SPOILER


Come dicevo poco prima, mi sembra che tutto quadri in modo abbastanza lineare, anche perché il soggetto a tesi è messo proprio in bocca ai personaggi, nella parte centrale della storia... quella più debole a livello di sceneggiatura. Ed in gran parte transita tra le parole di Markus e le reazioni qualunquistiche dei genitori coinvolti nel raduno meta-spiegonistico :tc: .

In pratica si parte dall'assunto che i bambini non sono più quelli di una volta. Che non sanno aver paura perché ormai sottovalutano - anche per colpa dei genitori viziatori/distratti, delle edulcorazioni Disney, etc. - il valore formativo delle fiabe, e i mostri/pericoli che vi sono tratteggiati come palestra di apprensione/apprendimento, non facendosi così le ossa nel mondo arcano e fatato "del raccontabile". In passato invece le favole avevano la forza di imprimere l'immaginario dei più piccoli, di spaventarli e farli immedesimare nella risoluzione del "problema" raccontato, in un certo senso proteggendoli dall'ignoto con la morale narrante ...e forse anche dagli adulti, a loro ancora ignoti nelle proprie bassezze.
Forse Markus esagera nel dipingere a carattere cubitali (p.45) l'idea di una sorta di eugenetica della fiaba, al limite della selezione darwiniana, ma il concetto di base è quello. Discutibile quanto sia, ma per questo ci sono psicologi, antropologi, filologi, filosofi, ad accapigliarsi... e la Baraldi non appartiene a nessuna di queste categorie, per fortuna, e Prop ci scuserà :D

Posto questo assunto, Markus, che sin da piccolo amava creare e raccontare mondi da fiaba, prima per sé da bambino, poi per altri marmocchi come burattinajo, molla tutto il suo teatrino perché deluso dall'indifferenza/sordità che gli riservano i bambini di oggi, avvezzi ad altri tipi di storie e forme d'intrattenimento, prodotte ed inculcate da adulti sciocchi o incapaci di focalizzarsi sulle reali attenzioni che necessita in quella fase un bambino - v. mutismo da responso di Sam Lewis. Insomma, è fuori-tempo massimo con le sue baroccherie baloccanti, e la situazione sta degenerando da sé.

Ad un certo punto - e qui latita lo "spiegabile", per quanto visto sulle vignette, almeno - parte una scheggia impazzita ed oscura dal teatrino creato da Markus, tale Jack, il burattino col papillon...forse una projezione negativa dei pensieri di Markus - che dopo confessa di non avere pieno controllo sui suoi "poteri" (p.91)- forse un'entità malvagia a sé, forse una metafora di legno animato per teorie geppettesche, forse un esecutore di qualche volontà superiore, chillosà... :roll:
Questo Jack entra in campo come amico-non-tanto immaginario - lo si riscontra concretamente in diverse vignette, e anche gli adulti lo vedono/ascoltano. Jack aizza i bambini di oggi a coalizzarsi per cambiare le carte in tavola, ed ad impostare un altro tipo di fiaba(nera, a pois però): se nessuno ci fa più paura o pensa di pensare per noi, adesso mettiamo noi fifa agli altri e la pensiamo un po' come razzo ci pare. Quindi i mocciosi si ribellano a modo loro al mondo degli adulti, disconoscendo le loro imposizioni fallaci, e divertendosi per gioco/ritorsione a seminare il panico o scherzetti crudeli, in nome di un cinismo infantilmente pre-morale.
I bambini sono da sempre "cattivi", ma il più delle volte lo sono senza cognizione di causa e solo verso altri bambini - v. tremendi episodi di bullismo già all'asilo. Qui invece lo sono coscientemente e contro gli adulti, perché ormai non reggono più le fregnacce delle nuove fiabe, mentre un pedofilo ti palpeggia ad un provino, od un genitore dice di capirti per raccogliere più consensi alle elezioni condominiali :x: .

Come s'ennesce?
Semplice : tornando a spaventare i bambini coi racconti, per farli crescere un po', anche da questo tipo d'alzate di capo/cresta, che non maturano gnente in loro, mentre covano rancore in luna park malmesso.
E qui ritorna di rinculo il ruolo di Markus, che nonostante lo scetticismo iniziale dei trucidi mocciosi (p.80), ed il suo stesso disfattismo (p.57), un po' si ricrede ed torna al suo vero mestiere. Quello di spaventare i piccoli, che è anche un piccolo dono. Eccolo che riesce di nuovo magneticamente ad attrarre l'attenzione dei fanciulli raccontando fiabe vintage in modalità creepy-fantasy, tramite questo innato potere speciale (p.91) - diciamo "carisma" affabulatorio, ma può essere qualsiasi cosa, anche a livello sovrannaturale/onirizzante - facendo immedesimare nuovamente i bambini in quanto rappresentato nel teatrino :o :o :o .
Adesso i burattini sono loro stessi in scena, e vivono sulla loro pellicina le avventure della strega nella casa di marzapane, dello spaventapasseri succhiacervelli, del Due di Cuori di picca munito, dell'uva carnivora che se magna la volpe non disprezzandola, etc. E stavolta se la fanno davvero sotto, tornano a gridare di paura, a fare meno i gradassi, a chiedere ajuto agli adulti (in questo caso Dylan, p.87), o a invocare il ritorno a casa da mammà (p.89) dopo la fuitina cattivonza. E' tutto merito dell' "uomo che racconta storie" se allora stì marmocchi non fanno più storie e si ricalano nei ranghi, ripetendo anche alcune lezioncine precotte per loro dagli adulti (v. Gesù ed il Paradiso remunerativo, p.94).

Markus, che ha un cuore debole e delicato, non regge tutto questo squasso e crepa lì lì.
I bambini pentiti si riconciliano (per ora...) coi genitori con abbraccio post-sbandata/capriccio, mentre Jack, che è l'unico bambino a non ricongiungersi con nessuno - non avendo genitori reali a reclamarlo, si suppone - torna a farsi marionetta di nonsisapiùchi per intonare idealmente il ritornello finale della filastrocca, a corollario imboccato del discorso a tesi partito sin dalle prime pagine: "... sia di lezione/ Senza dolore non c'è redenzione". Per apprendere bisogna essere provati dalla paura e dal dolore. Ed è necessario che pure i mocciosi attuali, come quelli denavorta, aprano le orecchie e ne prendano la loro razione, anche se solo raccontata :) .

[...]

Fffiu....non immaginavo che ci volesse tanto a spiegare un albo della Baraldi. Non so se è un buon segno :cry: .

Di certo i bambini potevano essere resi in modo più inquietante, l'impianto moralizzante è un po' reazionario, e non siamo certo ai livelli di Lord of Flies, ma questa cosa delle fiabe come materiale da paura (o di ribellione) in wonderland non è una cosa che compare per la prima volta di Dylan...anche se altrove più di striscio. Vedasi L'antro della Belva, L'armata di Pietra, Gita fuori porta, La Fiaba Nera, etc. Di recente poi si è visto un intero CF dedicato a questo ambito, ed evviva le coincidenze :!: proprio qualche settimana fa nell'Old Boy invernale ci sono due personaggi delle fiabe che si ribellano al loro stereotipo...dando di matto, o un teatro di burattini che si diverte a spaventare nel grottesco.


Tutto torna, ed i ritornerò quando posso per dare un giudizio sull'albo, visto che questa parentesi serviva solo a fugare certi dubbi, e a facilitarmi la digestione dei maccheroni. Perché anche scrivere vaccate da far paura è catartico :g:


NINNA NANNA, NINNA ALOH', QUESTO BIMBO A CHI LO DO,
SE LO DO ALL'UOMO NERO, GLI DA' DEL CORNUTO UN ANNO INTERO
Spoiler!
...anche i bambini possono avercela con gli arbitri di calcio :mrgreen: :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: dom apr 02, 2017 8:59 pm 
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Rispondo a nightmare...
Si è vero Sclavi ha ammesso di non aver capito il finale della sue storie rileggendole dopo tempo. Però è anche vero che ha ammesso di aver scritto molta anche da ubriaco, mi sembra nel documentario nessuno siamo perfetti. Ora, con questo non voglio né giudicare né puntare il dito sul Tiziano Sclavi uomo (perché è artisticamente che lo conosciamo ed artisticamente va valutato) però io penso che il suo stile narrativo sia stato spesso influenzato dall'alcool. Ma non per niente eh, però penso che il bere alteri un po' anche la nostra fantasia e ci faccia venire degli spunti diversi che a mente lucida non avremmo. Ecco la differenza. Me ne rendo conto io stesso (che per hobby disegno) e se sono bevuto disegno tutt'altro di quello che disegno da lucido. ! Migliore ? Peggiore? Sta agli altri giudicarlo. Come noi abbiamo giudicato i capolavori di Tiziano. E forse un po' la sua "maledizione" lo ha aiutato ad essere uno tra i migliori sceneggiatori di tutti i tempi secondo me a livello MONDIALE.


Quindi...Regalate del vino alla Baraldi :D

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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: dom apr 02, 2017 11:28 pm 
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Diobrando ha scritto:
Rispondo a nightmare...
Quindi...Regalate del vino alla Baraldi :D


98 tavole di applausi per Diobrando huahauahhahauhuahu :D :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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1...2...3... Freddy viene per te...


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 12:25 am 
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OT...visto che non capisco cosa c'entri Sclavi con questa storia...

Diobrando ha scritto:
Sclavi ha ammesso di non aver capito il finale della sue storie rileggendole dopo tempo. Però è anche vero che ha ammesso di aver scritto molta anche da ubriaco


Ma voi davvero credete che Sclavi si prendesse sul serio mentre faceva quel tipo di dichiarazioni?
Non è mica Bukowski, che senza la penna intrisa nel whisky rimaneva a secco di idee. Né tanto meno il romanziere maledetto che vive degli effluvi del laudano per recarsi in mondi altri. A me sembra che quando Sclavi si rivolge in questo modo a chi gli fa domande, lo fa in linea di massima per sminuire goliardicamente l'iconicità di Dylan stesso, della consequenzialità (cercata, da altri) nella logica degli eventi, per smitizzare il mito dell'ispirazione artistica fulminante, e quello del personaggio concepito a tavolino... con molta autoironia.
Sclavi è uno scrittore naturalmente dotato, ma anche molto scafato e tecnicamente puntiglioso in quello che fa(-ceva). Uno dal bagaglio di letture, interessi, e conoscenze immenso. Che riusciva a non far trasparire i meccanismi elaborati del mestiere dietro la rarefazione della sua genialità. E spesso amava perculare giornalisti ed espertoni che si erano costruiti un'immagine di lui, sull'onda dello strombazzamento clamoroso del "fenomeno" Dylan Dog, a cavallo dei primi '90s e poi oltre.

HORA HORA ALOHA :)

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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 9:04 am 
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wolkoff ha scritto:
Sclavi è uno scrittore naturalmente dotato, ma anche molto scafato e tecnicamente puntiglioso in quello che fa(-ceva). Uno dal bagaglio di letture, interessi, e conoscenze immenso. Che riusciva a non far trasparire i meccanismi elaborati del mestiere dietro la rarefazione della sua genialità.


Quello che manca a questi autori giovani (che poi Sclavi era più giovane di loro quando ha creato Dylan Dog) è la tecnica, tecnica, tecnica. Citando Ambrosini (credo): Dylan Dog ha spezzato l'egemonia del fumetto avventuroso in Italia introducendo nel mercato popolare tematiche come il sogno, l'inconscio, ecc. E citando invece lo stesso Sclavi: "Io preferisco trovare ispirazione nei Buddenbroock che in Stephen King."

Non lo può scrivere CHIUNQUE.


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 9:39 am 
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mi associo a bertuccia:
- momento di isteria collettiva e Rania per calmare gli animi spara in aria AL CHIUSO? boh...
- Markus sta per dare la soluzione a Dylan e lui che fa? "ah scusa dimmelo domani che devo andare a fare il provolone"
aggiungo:
- vabè che son bambini, però prima sembrano geni del male, poi diventano talmente stupidi da scrivere sul muro il luogo dove si sono rifugiati per poi dire che nessuno può entrare li

anche se ho letto qualche commento così così, a mio avviso l'albo viene invece salvato dai disegni, quanto mi è mancato Roi...

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Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti.
Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 1:00 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Albo inconsistente. :cry:

seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R

L'idea alla base poteva risultare interessante, pur rifacendosi a suggestioni già viste sull'infanzia "crudele" in opere di autori come Ray Bradbury e Stephen King (I figli del grano), ma la realizzazione non è all'altezza.

Il contesto "politically correct", secondo cui i bambini non sono davvero cattivi ma solo traviati o incompresi, neutralizza ogni cosa. Così la storia si riduce a un racconto moraleggiante banale e convenzionale.

Come se non bastasse, la sceneggiatura in molti punti -già segnalati da diversi utenti- è dilettantesca.
Per la centomiliardesima volta la soluzione delle vicende viene dal solito matto che tutto sa e nessuno ascolta. :x:
Dylan è uno spettatore e un idiota. Il fatto che non ascolti Markus perchè lo interessa di più tacchinare la sventola di turno è una stupidaggine senza pari.


Fallimento totale. Anche Roi da molto tempo non mi dice più nulla.

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Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 1:27 pm 
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P
O
I
L
E
R
:wink:

Cyber Dylan ha scritto:
Il contesto "politically correct", secondo cui i bambini non sono davvero cattivi ma solo traviati o incompresi, neutralizza ogni cosa. Così la storia si riduce a un racconto moraleggiante banale e convenzionale.


Secondo me il contesto non è così politically correct. Come detto prima l'impianto e la conclusione della storia sono piuttosto reazionari/repressivi in sé - v. rivolta sedata - e quindi poco "correttivi" in senso illuminatamente formativo, e oltretutto senza assoluzione morale dei diretti interessati. I genitori rimangono fessi ed ottusi, i bambini tornano a bersi le loro menate pur di non restare soli, ma soltanto perché se la sono fatta sotto grazie al teatrino di Markus.
E se i mocciosi vengono mostrati incattiviti - più che cattivi - durante la storia, i motivi per cui potrebbero tornare ad esserlo in futuro restano, anche senza la presenza di Jack a sobillarli. La redenzione - v. ultima pagina - consiste solo nella (sana e rispolverata) possibilità di suscitare paura attraverso il racconto, che torna a suggestionare ancora i bambini, dopo che loro stessi avevano provato ad incutere terrore tra gli adulti. La paura come misura di contenimento quindi, per marmocchi irrequieti, una "lezione" da mandare giù... e poi tutti a (ninna)nanna. Ma non credo che ogni interessato possa andar a dormire con la coscienza tranquilla o come nulla fosse, dopo quanto accaduto.


ALOHA A LETTO SENZA CENA, MA COLAZIONE A LETTO L'INDOMANI

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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 2:49 pm 
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Cyber Dylan ha scritto:
Il contesto "politically correct", secondo cui i bambini non sono davvero cattivi ma solo traviati o incompresi, neutralizza ogni cosa.

Non sono molto d'accordo su questo punto.
Per esteso, il messaggio potrebbe essere che i bambini (gli uomini), in assenza dei vincoli e delle regole imposti dalla società (qui rappresentati come favole e miti, strumenti ancestrali di trasmissione e introiezione della morale), sono per loro natura "cattivi"; un concetto simile all'homo homini lupus di Hobbes, se vogliamo. Un messaggio ben poco rassicurante e politically correct, a mio parere.

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"Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 6:33 pm 
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sono d'accordo con cyber dylan, infatti quest'albo non mi convince ,
per me i bambini sono cattivi , nella vita , e solo delle regole imposte li rabbuoniscono, infatti i maestri severi che c'erano anni fa servivano a questo, ora invece gli permettono di fare tutto.
per questo a me i bambini non piacciono.
e poi questa storia fa sembrare che i bambini nascono con una certa saggezza che gli adulti tradiscono... non è vero ,per me i bambini nascono cattivi.


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 7:59 pm 
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Al di là dell'interpretazione che ho dato qualche post sopra, l'idea della "selezione genetica" delle fiabe è molto interessante e secondo me meritava di essere sviluppata meglio e più estesamente.
Per il resto la storia non mi è piaciuta per nulla. Come ormai è d'uso, Dylan è in balìa degli eventi, non indaga, non agisce (tutt'al più slinguazza) e risolve il caso grazie a botte di culo e al solito deus ex machina. I dialoghi sono a tratti imbarazzanti, i comprimari banalotti quando non fastidiosi, mentre vano e un po' maldestro è il tentativo della Baraldi di recuperare alcuni stilemi delle vecchie storie (la filastrocca, la storia dentro la storia, il finale aperto*). Degno di nota in negativo è l'espediente, leggerissimamente macchinoso, per giustificare l'assenza di Groucho.
Voto 5.

*Leggi: alla cazzo.

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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: lun apr 03, 2017 8:19 pm 
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Anche quest'albo è l'ennesima fiera dei luoghi comuni del buon vivere civile:


EDUCATIONAL SPOILERs
in ordine sparso

- Se spariscono dei bambini, non osate neanche sospettare un coinvolgimento degli immigrati (è logico, invece, come dice il politico, battere anche quella pista, dato che non tutti gli stranieri sono ben integrati: la cronaca ce ne fornisce spesso delle prove)
- Se sei musulmano/a, nessuno può criticarti. Rania è esente da problematicità tipiche dei personaggi dei fumetti, è sempre brava, spiritosa ed equilibrata; in quest'albo, la psicologa infantile, ne ascolta appena due parole ma subito ne tesse le lodi. E il peggio è che il motivo per la la quale ce la presentano senza difetti è proprio perché è musulmana. Insomma, non è un personaggio: ogni volta che appare, è uno spot vivente ed ininterrotto alla tolleranza
- Un politico, quando parla alla folla, sicuramente vuole solo il tuo voto; i politici fanno tutti schifo, si sa (populismo 2.0)
- Le donne sono premurose con i figli, gli uomini sono dei bastardi che pensano solo a se stessi e al loro lavoro (femminismo 2.0)
- I genitori sono un branco di ignoranti/zombi che dicono solo: "I figli, i figli, i figli...". Una variazione dello zombesco "Fame, fame, fame..." (che gli autori non abbiano bambini, come ci informa l'editoriale, d'accordo, ma trattare chi ha figli come un decerebrato...)
- I vecchi scacchisti che giocano al parco sono persone sagge e danno una mano ai più giovani (anziano + scacchi = saggezza)
- Quelli che girano spot con i bambini sono dei laidi affaristi senza scrupoli; le mamme che portano i propri figli a girare spot sono delle degenerate (questo luogo comune era vecchio già ai tempi di "Bellissima" di Visconti)
ecc.

Non so se con il reiterare di questi messaggini tutt'altro che subliminali il mondo diventerà un posto migliore (manco per niente) ma sicuramente le storie di Dylan Dog resteranno immerse nella mediocrità educativa. Oppure basterebbe metterci, al posto del bollino "DD tenebrosoo" un nuovo bollino: "Fumetto Educational".
Paradossale, poi, che questa pianura di conformismo venga spacciata nell'editoriale per qualcosa di "coraggioso" e "contro corrente". Conformismo collettivo, visto che tutti gli autori di DYD hanno gli stessi, identici, codici moralistici che propagandano all'unisono tra una pagina e l'altra come nei vecchi rituali di partito. Senza mai osare alcuna infedeltà alla linea.


Beh, amici miei... siamo veramente al top!


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 Oggetto del messaggio: Re: #367 - La ninna nanna dell'ultima notte
MessaggioInviato: mar apr 04, 2017 11:29 pm 
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Diciamo subito che questo è il genere di storie che voglio leggere su DD, almeno a livello di significati e sensazioni che suscita.
Però pur essendomela letta due volte non sono riuscito a pervenire a un livello minimo di “spiegazioni” per esserne soddisfatto anche come trama in sé. Perché comunque non concordo con la soluzione di wolkoff
Spoiler!
Jack = il bambino col papillon. Non c’è un vero motivo per poter affermare ciò, non mi basta vedere quello che fa alla fine, cioè va a casa dell' (ex) burattinaio se non c’è alcun indizio nelle sue azioni precedenti.
A me quello pare uno dei tanti, fin dall’ inizio quando è addirittura vittima di uno scherzo da parte di un altro bambino. Per cui non potendo attribuire a qualcuno il ruolo di questo fantomatico Jack, non si vede chi sia la loro guida.
Perché è vero che Markus aveva invece quei burattini (di cui almeno uno appare con le sembianze di Monday), anche se non si capisce perché avrebbe dovuto incitarli alla ribellione, anzi lui afferma che si siano ribellati da soli, per la storia delle fiabe che non sono più quelle di una volta … e quindi ? Forse hanno fatto veramente tutto da soli ? Mi pare eccessivo ma anche deludente come spiegazione.
... che poi come disegno fatto dai bambini, a me “Jack” pare più Markus.

Ma fin dalla prima pagina le cose non tornano, si inizia subito con un mistero (la voce proveniente dalla tv, che significa ?!?) che non viene mai spiegato.

Nel comportamento di Dylan non ho trovato da ridire, se non in quel “credo di amarti” (pag. 74) totalmente fuori luogo e fuori tempo.

Roi che aspettavo al varco dopo la strabiliante prova di Ut, e devo dire che qualcosa gli è rimasto, non è tornato subito al pilota automatico che ha avuto per tanti anni. Bene così.

Nel complesso tra pro e contro in ugual misura non posso che votare accettabile.


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Dark Star ha scritto:
Però pur essendomela letta due volte non sono riuscito a pervenire a un livello minimo di “spiegazioni” per esserne soddisfatto anche come trama in sé. Perché comunque non concordo con la soluzione di wolkoff
Spoiler!
Jack = il bambino col papillon. Non c’è un vero motivo per poter affermare ciò, non mi basta vedere quello che fa alla fine, cioè va a casa dell' (ex) burattinaio se non c’è alcun indizio nelle sue azioni precedenti. A me quello pare uno dei tanti...fin dall’ inizio quando è addirittura vittima di uno scherzo da parte di un altro bambino Per cui non potendo attribuire a qualcuno il ruolo di questo fantomatico Jack, non si vede chi sia la loro guida.


SPOILER, ANCHE QUESTO...


E invece, credo che Jack sia l'asso-asse cardine della "ribellione", a livello di starting point scatenante, e poi come appendice conclusiva. Rileggiti pagina 67 che praticamente è dedicata solo a lui, inquadrature comprese, nel ruolo di capobanda implicito, e poi facce sapé... nel caso. Oltretutto, nei disegni di Sam, indovina cosa indossa Jack? Un papillon! (p.30). :o
E non è un caso, se rimane di proposito l'unico moccioso NON RECLAMATO/RICONGIUNTO con gli adulti nel finale. Uno fuori dal coro, ma mimetizzato al suo interno, a partire dal ruolo di amico immaginario che si concretizza fuori dalla scena. In quest'ottica, come detto sopra, a me sembra che Jack sia una derivazione INCONTROLLABILE del "potere" di Markus che prende corpo/vita CONTRO LA SUA STESSA volontà (vedi p.91), per dimostrare(-reinstaurare) quello che è l'esito dell'orrore nelle fiabe per bimbi non più avvezzi agli insegnamenti di quel tipo di racconti, tramite una specie di approccio omeopatico - la cura attraverso lo stesso principio del male 8-)

Detto questo, per me di spiegazioni qui ce ne sono fin troppe o imboccate alla lettera, ed è abbastanza chiaro dove vada a parare l'albo. Un po' di cazzosismo ambiguo in più non avrebbe guastato...

ALOHA JACK DI CUORI, PRIMA DEL DUE DI PICCHE

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ok parto dall'inizio: la cover di Cavenago è una bomba, l'ho guardata per minuti affascinato dall'incastro di elementi e ogni volta che riprendo in mano l'albo non posso che rimirarla -e parlo da Stanomane della prima ora-, comunque copertina 10 con lode.
poi, l'albo: Baraldi segna un gol, non un gol da albo panini ma comunque un gol, il soggetto è di per se allettante, la trama ben dipanata e con nostalgici richiami al DyD che fu (le storia nella storia con Roi alle chine mancava da un bel po'); la sceneggiatura non è priva di difetti: Dylan è un giuggiolone, la psicologa è ai limiti del credibile e Rania passa da Gandhi a Clint Eastwood in 12 secondi ma niente sui non si possa soprassedere. Interessante lo snodo morale e non così banale come potrebbe sembrare; avendo una bimba di tre anni ragiono costantemente su concetti simili e non è mai facile uscirne convinti.
Roi è finalmente tornato a colorare il nero... e meno male.
Per ciò che concerne dubbi e spiegazioni concordo a pieno con l'interpretazione di Wolkoff, anche a me è sembrata pienamente leggibile.
voto buono!


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