Cravenroad7

Il discorso fila ma solo fino a un certo punto, perché la storia di Casali, per quanto non sviluppata al meglio, mi è sembrata molto (ma molto) migliore delle altre due che citi.

Come risultato finale posso anche darti ragione Rimatt. Quella di Casali ha meno difetti ed è più "compiuta" rispetto alle altre due. Però, al netto dei problemi di sceneggiatura che si portano dietro, ho preferito queste ultime o per l'atmosfera (Baraldi, dove indubbiamente hanno anche un notevole peso i disegni di Mari) o per la parte finale (Ratigher, che a un certo punto ha alzato altissimo il livello dopo 3/4 aritmici e così così).
Paradossalmente ho dato un voto un filo più basso a quella.di Casali proprio perché la ritengo quella col potenziale più alto ma anche.meno sfruttato.

a me questo albo è piaciuto, ho trovato la storia intrigante a partire già dal soggetto (ignoravo l'esistenza di questa malattia). Holden mi sembra davvero ben caratterizzato e anche Dylan fa il Dylan (cosa purtroppo non così scontata ultimamente).
Inoltre a differenza di chi si lamentava dello spiegone finale, preferendo una soluzione tipo quella del mese scorso senza spiegazioni, dico che in realtà non tutto viene spiegato. Cioè viene spiegato tutto il discorso della malattia di Holden che lo costringe a ricordare tutti i dettagli del passato e viene spiegato il discorso della sua ex che si era convinto di aver ucciso, ma di come faccia a prendere i ricordi di altri non viene data spiegazione e l'ho apprezzato, proprio come il discorso degli zombi del mese scorso.

Pensavo di averlo notato solo io; ma a molti a cui è piaciuta la storia sembra non interessare, o forse ormai ci hanno fatto il callo. Per me sono elementi essenziali che così come ci vengono proposti finiscono per rovinare la lettura.

Appena rientro a casa lo posto, abbi pazienza.

SPOILER

In questo albo, che mi ha colpito positivamente, mi è piaciuto il Dylan con il carattere, che dà ultimatum e non si lascia trascinare dalla pietà che potrebbe fare un individuo scosso, o quanto meno in evidente cerca di aiuto. Il passato, con tutta la sua carica distruttiva ci appartiene e non deve essere rubato da nessuno!
Gran bella storia nel complesso, che si focalizza su una parte di amore profondo, una sorta di paradosso quasi, che dimostra quanto possa essere potente anche quando finisce.
La parte dell' "omicidio" di Dylan ci si mette un po' per "digerirla" ma considerando la sensibilità del soggetto, anche l'uccisione di un bruco può essere stato davvero traumatizzante per lui (anche se pensandoci bene, nella sua carriera mi pare che abbia ucciso persone nelle quali, anche se si sono rivelati dei mostri, ne vedeva anche la parte umana, quindi avrebbe comunque provato rimorso).

Finalmente lo spiegone finale non è pomposo né deleterio poiché Dylan arriva alle conclusioni evitando parole a fiume e superflue, trattando il lettore non da stupido e superficiale.

I disegni li ho trovati in perfetta sintonia con la storia, quindi thumbs up! La copertina non mi esalta: non la realizzazione, ma la costruzione di essa. Con un titolo e un argomento del genere le possibilità erano infinite per dare sfogo al suo tratto, cosa che il risultato finale non è riuscito a dare.

votato buono! bellissima storia,e poi io adoro i dylan "mentali"

Albo tutto sommato Buono.
Il legame particolare e mentale tra dylan e il giovane holden (citazione salingeriana?!?) mi ha intrigato assai, portandomi con antico piacere di lettura a proseguire per capire come sarebbe andata a finire.
Addirittura in alcuni momenti, questa situazione e legame tra i due, mi ha rammentato (mooolto ) alla lontana due vetuste
e gloriose storie del passato del nostro, che giocavano proprio sul piano transfert mentale/psicologico...
e cioè "lo specchio dell'anima" (gioiellino barbatiano) e "ti ho visto morire" del mitico ferrandino.

Sono d'accordo poi con altri utenti del forum su due cose:

Primo, l'accostamento fatto alle due precedenti storie degli esordienti ratigher e baraldi su dylan...prove con qualche picco di interesse, ma sostanzialmente incomplete..non che qui la sceneggiatura sia completissima, ma l'ho di certo trovata più riuscita rispetto a queste ultime due...ora non rammento se per Casali sia la prima volta sulla regolare, ma di sicuro se dovessi fare una classifica di questi tre esordienti dylaniati, metterei lui in prima posizione, seguito da Ratigher...
fanalino di coda (c'è da spiegarlo ancora?!? ) la Baraldi...
Forse avrei evitato il finalino/fanalino in coda con il solito duo di cartonati Rania/Carpenter... ...che ancora una volta
di troppo fanno rimpiangere il povero esiliato (perchè?!? ) Bloch, che qui (come al solito, fortunatamente ) compie la
solita toccata e fuga, che è ormai sempre più una boccata d'ossigeno per il sottoscritto ed altri vecchi aficionados
del caro vecchio panzone di scotland yard...

Secondo, dylan qui è stato giudicato da qualcuno troppo serioso, ma a me non è dispiaciuto...anzi, mi ha ricordato il primissimo dylan un po burbero e spesso scettico nei confronti dei clienti di turno, fossero essi uomini o belle figliole..e a volte restio nell'accettare un caso (presunto) paranormale...o addirittura portarlo a termine.

appunti finali volanti:
groucho simpatico ma un poco giù di tono...forse contagiato dal comportamento ombroso di dylan?!?
L'indimenticata Bree daniels citata lì per lì mi era sembrata una forzatura, ma al computo finale, accettabile.
Jenkins che da del lei a dylan?!? vabbè...voglio interpretarla come l'ennesimo refuso...

Concludo sperando nella prossima storia di Casali sulla regolare...forse, affinando qua e là, ci consegnerà un albo che potrebbe sfiorare l'ottimo...o almeno è ciò che auspico...

Decisamente apprezzabile la storia di Casali.Al netto di qualche forzatura sia nella trama,a volte un po' con l'affanno e la sensazione di accartocciarsi su se stessa,un po' per la caratterizzazione forzata di alcuni personaggi(Groucho su tutti,Carpenter)..."Sul fondo" si rivela una storia diversa dalle premesse iniziale.Sfruttando positivamente il tema della malattia "particolare",ci accompagna in una vicenda a meta' strada tra il romanticismo e il racconto di formazione.E funziona perche' funziona,e molto,molto bene il personaggio di Dylan.Calato perfettamente nel ruolo,Dylan e' in grande spolvero.Il suo rapporto con Holden,il suo fidarsi ma non troppo,e lo scossone emotivo provocato dal ricordo di Bree...sono in assoluto i momenti che definiscono questo albo.
La storia del protagonista della vicenda,Holden...appassiona e ci lascia con l'amaro in bocca durante la conclusione.D'accordo con chi dice che il potenziale poteva essere sfruttato anche meglio,e che forse un po' di irrisolto c'e'.Ma tutto sommato,peccati veniali.
E' un albo buono,maturo e di buon auspicio per il futuro.

Questi esordi saranno anche sgangherati qua e là, ma hanno un fascino incredibile, e vanno premiati!

Mah, un premio al co-raggio più che altro, ma non alla co-reografia d'insieme, a mio vedere.
Da quando è partita la fase#2 si sono succeduti in meno di due anni oltre una dozzina d'autori ai testi sull'inedito. Per non parlare di CF o altre testate non-regolari con ulteriori firme a supporto, spesso da una-botta-&-arrivederci.

Questo è un bene per le contaminazioni di stili, ricerca di nuove risorse, varietà d'approccio, multi-dinamica delle uscite, etc. Ma alla lunga si finisce per spersonalizzare la testata, trasformandola in un coecervo multicefalo senza un'impronta precisa, disorganica, o meglio, in un trampolino/vetrina dove invitare guest star all'ultimo grido di passaggio o parvenu che stanno simpatici alla redazione, ma che non possono portare avanti un progetto dylaniato al di là del singolo contributo-cameo, perché il personaggio non è "loro" (nelle corde/intenti progettuali) ma solo uno strumento griffato per confrontarsi con una pietra miliare del fumetto italico.

Comunque se ripenso che una delle colonne portanti dovrebbe essere Simeoni, mi consola sapere che ci saranno sempre altri ad alternarlo

AND THE NEXT IS...? ALOHA

Davvero, non volevo far ripartire la questione "fase 2" con annessi e connessi. Solo, in estrema sintesi, concordare con chi ha voluto notare qualche incongruenza o sbavatura qua e là ma anche con chi apprezza il punto di vista di nuove leve, almeno per quanto riguarda la testata regolare. Tutto qui. Andando solo lievemente più a fondo, questa storia, come anche quella di Ratigher o Baraldi, ha lasciato alcune sequenze (di forma o contenuto) tali che, per quanto mi riguarda, superano i difetti/sbavature, e questo mi basta. Inoltre mi sono totalmente stufato (e parlo per me, ovvio) di andare a valutare dialogo per dialogo, vignetta per vignetta, se Dylan sia in o out of character, se Rania e Carpenter valgano o meno ecc ecc. Piglio quel che c'è. Se non mi garba dimentico in fretta, altrimenti applaudo.

Si parlava di esordi: se sono avvenuti con la fase#2, è normale che il discorso venga collegato, o no?
Ci sono i pro ed i contro, come in molte cose, per questi neo-arruolati. Ne ho parlato prima e tanto basti, riportando anche dei numeri, che vanno al di là delle mie sensazioni - come si potrebbe fare per l'enorme ricambio instabile di disegnatori in successione perpetua .

Ritornando alle mie sensazioni, a me sembra che di questo passo si spersonalizzi l'identità della testata, in senso disorganico, trasformandola in un porto di passaggio per gente in cerca di visibilità o per ospitate trendy.
Per quanto possano piacere (o non), la Baraldi, Ratigher e Casali non rappresenteranno mai il fulcro della testata come autori stabili e ricorrenti. Sono collaboratori, nel senso cursory/episodico del termine, e non garantiscono continuità - quindi "identità" - come non possono sobbarcarsi la direzione della testata. Cosa che invece spetta alla triade Recchioni-Barbato-Simeoni. Un tempo si parlava anche di Medda ed Ambrosini, ma non appena reso possibile hanno tagliato la corda .

Per il resto, senza andare a fondo, ho letto questo albo - di cui non so se scriverò una recensione - tra treno ed aereo per Londra. Anche se mi è piaciuto, l'ho quasi dimenticato perché avevo altro a cui pensare. Se lo rileggerò mi tornerà a mente cosa andava bene e cosa non, magari scrivendoci qualcosa sopra, senza voler stufare nessuno con le ragioni dei miei assensi/dissensi. Una cosa ricordo: per le prime 75 pagine ho pensato al migliore albo dell'anno finora, per le ultime ho pensato alla più pataccoide cialtronata pseudopsicologista che abbia letto negli ultimi tempi.
Il voto è relativo...

COM'ERA QUEL SALUTO? AH...LOHA

ecco cosa mi ha colpito di questo albo , ma che non riuscivo a inquadrare , casualmente mi è venuto in mente giorni dopo.
questo numero porta alla ribalta un tema che è quello che penso anch'io di dylan dog.
Ad un certo punto della storia dylan si accomuna al protagonista della storia facendo capire che si assomigliano in qualche modo.
E riguarda la personalità di dylan , si è visto anche qui , sembra serioso a detta di alcuni.
Ma dylan è serioso o scanzonato come in certi albi ?
per me è uno tosto , ma che ha un sacco di phobie , è uno che si innamora sempre , ma che lascia o viene lasciato come uno straccio , è uno che uccide per sbaglio , ma che difficilmente uccide persino i mostri , cioè è una serie di contraddizioni che quasi non possono coesistere in una persona.
Ed in questo albo il fatto che venga sottolineato che assomigli al protagonista che sembra uno dalla psiche complicata o addirittura malato me l'ha fatto piacere.

Ti sbagli. È uno da "mi piaci ma non ti amo".