Visto che l’Agosto della scioperaggine dilaga sul topic – solo 6 pagine dopo quasi un mese
- e nel mio fannullamento estivo mi avanza del tempo in panciolle, mi riporterei in pari con l’opera, abbozzando un parere su questo numero, visto che finora non ne ho avuto modo in modo diffuso.
SPOILER ⁞⁞⁞⁞⁞⁞ SPOILER ⁞⁞⁞⁞⁞⁞ SPOILER
⁞⁞⁞⁞⁞⁞ SPOILER ⁞⁞⁞⁞⁞⁞ SPOILER ⁞⁞⁞⁞⁞⁞ Per la cronaca, il mio voto sarebbe
7+ di soddisfazione, visto che senza dubbio si tratta di una storia molto “sentita” e ben scritta, anche se su alcuni punti si poteva far meglio e traspare una certa inesperienza nella gestione più asciutta di qualche passaggio andato a vuoto. L’autore però si presenta qui meglio di altri, non volendo tracimare nel personalizzazione aggravata (vs.
Baraldi e
Ratigher) e mostrando maggiore confidenza con le novità della fase#2. Sull’inedito quest’anno forse solo
Bilotta ha fatto di meglio. Ma siamo ancora lontani dalla top dylanietà del
Lago Nero …
Nizzoli? Buon lavoro anche il suo, ma in alcuni casi mi è parso irriconoscibile, a metà tra
Brindisi (p.6) e
Bacilieri (p. 46-47), in cerca di ombrosità. Il suo lato “sporco/pulp” non mi convince, a parte l’effetto snaturante rispetto ai fabuleggiamenti naif o asettici visti altrove nel suo tratto tipico. Non credo fosse la storia adatta a lui, tra l’altro.
La cura dei dettagli (v. interni domestici o paesaggi del Kent) è comunque di gran classe, va riconosciuto, ed il suo Dylan è uno dei più convincenti in circolazione tra i nuovi arruolati. Le scene nei pozzi fanno davvero paura, il resto molto meno. Gioca scorretto quando per le fattezze dell’amico di Dylan ammazzabruchi ritrae praticamente Holden da giovane, capigliatura compresa.
Salinger non apprezzerà, nei campi di segale
.
Su
Stano meglio sorvolare tra strabismi a ritroso nel ‘400 e projettili a ritroso nell’inconscio – per i sensi di colpa? Ormai credo sia chiaro come con l’effetto(alibi) pop delle copertine abbia tirato i remi in barca per tirare avanti col minino dello sforzo ed il massimo della carlonaggine annoiata
.
*****Per quanto riguarda la storia, direi che cattura (ancora) in modo efficacie, o almeno c’è riuscita con me, nonostante l’abbia letta tempo fa tra treni ed aerei….se ricordo bene, dal fondo delle mie memorie. Per quanto i dialoghi siano buoni, forse
un po’ verbosa nel rimestare continuamente sulla caratteristiche speciali della sindrome del non-più-giovane Holden, dovendola rispiegare ogni volta per spezzoni/approfondimenti, visto che in ogni trascorso tra lui e Dylan ci scappa una cartella clinica a margine, cosparsa di autobiografismi più o meno inattendibili
.
E poi onestamente mi sembra che si sia voluta mettere
un po’ troppa carne al fuoco sotto i denti del nostro vegetariano tramite il suo cliente cannibalizzante, ner cervello: epprima “
ricordotuttodegliultimianni”, eppoi “
ricordodiricordidiassassinichenonvoglionricordare”, enfine “
ricordoifattacciduncertoDylan”...
E’ come se l’autore si sia impasticciato da solo per creare più suggestioni (di quante ne servissero) non tanto per creare un personaggio interessante, quanto per giustificare la scansione dei suoi eventi da thriller, tra cause ed effetti, passato e presente. E per illustrare queste derivazioni della sindrome, ogni volta la tensione ci rimette in termini di ficcanza, come nella colluttazione ai margini del pozzo (pp. 82-87) dove la verbosità “rivelatoria” prende il sopravvento sull’effettivo pathos della scena, perdendosi in posticci botta & risposta da telenovela telefonata in teleselezione
.
A parte questo,
sia l’immedesimazione negli assassini che in Dylan sono di ottima fattura, confondendo le carte…e più spesso i pronomi. L’attore mancato, il cannibale mancato, l’innamorato a cui manca in buca una che gli ha dato buca, sono tutte buone storie nella storia, come il modo in cui Holden ne prende coscienza senza colpevolizzare le paturnie dei singoli
.
Ancora meglio il rapporto furbolento che s’instaura un po’ alla volta tra lui e Dylan, un transfer molto intrigante, prendendo progressivamente possesso dei suoi ricordi e delle sue movenze, inquietando persino Groucho, o gettando nell’ambiguità la questione sui sensi di colpa per una passione ormai infreddolita o un bruco freddato spassionatamente. Sicuramente a
vrei risparmiato la menzione a Bree, ma non ne farei un caso di blasfemia infrangitabù, quanto un comodato d’uso improprio. Forse la giustificazione è che serviva per far ‘ncazzare Dylan sul serio…e di questo va dato atto, perché nella storia s’insinua molto bene la progressiva sfiducia allarmata dell’empatico-a-termine NewBoy verso Holden, e la voglia di prenderne le distanze per chiudere ogni complicazione del caso
.
I migliori Rania e Carpenter visti sinora non è cosa da poco. Ed anche il pensionato Bloch convince, per quanto la sua chiamata in causa pare un po’ pretestuosa. Groucho da rivedere, un po’ impallato nel loffio, non mi sembra in sintonia con l’autore, a differenza di Dylan che qui mi è piaciuto parecchio, a parte la sparata sulla riqualificazione edilizia e qualche vomitismo di troppo
.
Malino il finale, come psico-ricostruzione, in cui si esagera nella rielaborazione dei rimorsi ribaltabili: l’auto-convincimento di Holden come carnefice espiatorio della sua relazione con Christine me pare na’ pattacata vistosa, forzata per riallacciarsi al resto della storia.
Malaccio come calo deflagrante di tensione tutta la scena del ricovero da pagina 92 in poi, dove Dylan esprime la sua saccenza da consulente pre-matrimoniale/post-mollamento.
Maluccio il non aver voluto insinuare in coda un dubbio, un incubo, un sospetto, un’irrisolvenza ulteriore, con un finale che spiega ogni cosa, effetto rassicuranza; non dico un controfinale chiaverottiano, ma qualcosa di meno squadrato ci voleva per incurvare il senso di quanto verbalizzato.
Qualcosina per cui
ho storto il naso… c’è, ma niente di affossante, come stortura da incoerenza.
Holden dice prima di ricordare tutto negli ultimi 4 anni (p.14) poi passa a 3 soltanto, con convinzione… ma forse si trattava di una sboronata da smemorando. Non si capisce perché Groucho debba avvisare Rania a pag 19 sulle ricerche del Nostro, mentre Dylan non chiama direttamente Rania dopo la confessione del teatrante (p.23). Come non si capisce il legame con col puzzle delle scatolette. Non condivido la necessità di motivare le fisime di Dylan (v. vegetarianesimo) con l’ennesimo retroscena a salve in esclusiva per noartri a trent’anni di distanza…mentre condivido l’uso della nuova tecnologia, ma
NON in questi termini .
Nel senso: è impensabile ormai collocare il dylanmondo in un contesto senza google o smartphone, ma dovercelo mostrare/inculcare di continuo mi sa – in buona fede – di pubblicità progresso/istruzioni per l’uso come le striscette quotidiane di
Frassica sul web dopo il TG1 serale. C’è davvero bisogno di spiattellare in ogni dove dove Groucho fa le sue ricerche? E’ necessario farci vedere in modo smaccato i segnaspot su GoogleMaps che Bloch destreggia con tanto
savoir faire (p.59)? Mi è bastata già una storia (Barbato, proprio un anno fa) risolta dalla vibrazione di uno smartphone… non vorrei si arrivasse ad una risolta da un vibratore comandato a distanza grazie ad una nuova startup. Ma con le nuove fiamme di Dylan, quellesoloXsesso, mai dire mai…
Adesso ho un vuoto di memoria, e non ricordo che altro avrei voluto scrivere. Ci risentiamo quando mollo la mia tipa, in un pozzo… di petrolio, se non altro per guadagnarci
.
PERO’ RICORDO TUTTI I MIEI 3634 “ALOHA” PASSATI