Cravenroad7

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#352 - La calligrafia del dolore
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Mediocre (5) 32%  32%  [ 28 ]
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Buono (7-8) 28%  28%  [ 24 ]
Ottimo (9-10) 3%  3%  [ 3 ]
Voti totali : 87
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: mer dic 30, 2015 1:14 pm 
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Iscritto il: mar mag 26, 2009 2:24 pm
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Ma... Solomon... che dici??? Il colpo di scena è proprio che la penna è...

SPOOOOILERRRRRRRRRRR

... la penna è...

SPOOOOILLLLERRRRRRRRRRRRRR

... MALEDETTA!

:D
Infatti lo faccio capire già nelle prime 4 pagine proprio per sviare l'attenzione. E pure il titolo è subdolo, perché si fa credere che il pericolo sia nella calligrafia e non nell'oggetto!
:D :D :D :D :D :D

No vabbè dai scherzo... Però un po' mi dispiace che ci siano lettori che la pensano davvero così. Cioè, ci metto tipo tre mesi a scrivere una storia di DYD e credo di ragionarci anche su parecchio. Ora, siccome so di non avere le scimmie urlatrici nel cervello (non ancora, ma arriveranno) chiedo che mi si lasci almeno il beneficio del dubbio sulla bontà di quello che faccio. E' che mi piace giocare con i lettori e sovrapporre più piani narrativi (è un po' il mio marchio di fabbrica, fin dai tempi di PIOVONO RANE). A tal proposito vi inviterei a dare un'occhiata (solo dopo aver letto il fumetto e dopo aver votato) alla recensione approfondita di Lorenzo Barberis, che mi ha devvero impressionato per quanto ha sviscerato l'albo, trovando la maggior parte degli indizi per una diversa chiave di lettura (alcuni non li ha azzeccati, ad altri ammetto che non avevo pensato). Se a qualcuno interessa, il link è qui:

http://barberist.blogspot.it/2015/12/dy ... olore.html

Oh, BUON ANNOOOOOOOOO!!!!!!!!!!
Che :r: vegli su di voi sempre!
:D


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: mer dic 30, 2015 2:38 pm 
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Iscritto il: lun dic 21, 2015 5:31 pm
Messaggi: 258
Scusate, sono odioso e non aprirò altri OT ma questo è piccolo piccolo e doveroso, secondo me.
Ho notato ora che è di Cavaletto l'episodio della fase 1 - I sonnambuli.
La storia non mi ha convinto del tutto, e ammetto di essere criticissimo, ma una cosa, una singola pagina del tutto accessoria allo sviluppo dell'intreccio e della trama, mi ha colpito in una maniera rara.
La scena in cui due persone, un ragazzo e una ragazza, forse fidanzati, forse marito e moglie, forse amanti, forse due appena conosciuti, sono a letto e ascoltano in tv la notizia degli omicidi avvenuti durante il sonno, lasciando intuire la possibilità che due persone che dormono assieme potrebbero non svegliarsi il giorno dopo o svegliarsi come assassini della persona amata.
Loro due che si guardano in quel modo, senza dire una parola, raccontano più dell'intera storia (che per carità, non è male, sebbene non mi abbia lasciato molto altro) e di molti episodi della fase 2 scritti da Barbato, Recchioni, Simeoni e Ratigher vari.
Tutto qui :)

_________________
http://nuwrestling.net/index.php/forum/forum-home


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: mer dic 30, 2015 4:44 pm 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
Messaggi: 829
Cavaletto realizza una storia autenticamente horror che però alla resa dei conti non esce dalla routine, per quanto curata e professionale.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Il soggetto è una variante sul risaputo tema degli "oggetti maledetti". E poco importa che il notaio neghi che una vera e propria maledizione esista. In fin della fiera, gli effetti sono esattamente quelli che uno si aspetta: gente che dà di matto e ammazza a dritta e a manca oppure mostri sanguinari che sbucano dal nulla.
E' tutto molto tipico.

La sceneggiatura segue uno schema 'simmetrico' che alterna in maniera abbastanza ripetitiva indagini di Dylan a morti cruente. E anche questa è una cosa parecchio tipica.

Il risultato è che la storia segue un percorso narrativo troppo prevedibile e non riesce a generare tensione. Manca qualsiasi vera sorpresa. Non aiuta il fatto che l'identità del colpevole si capisca fin dalle prime pagine, quando il notaio osserva le stilografiche con occhi spiritati... :roll:


Apprezzo molto la volontà di Cavaletto di lavorare sull'horror vero e proprio anzichè su gialli o pseudo-commedie-surreali, ma temo sia rimasto ancorato a modelli e parametri davvero troppo datati per risultare efficaci.


Il lavoro di Piccatto & Co. non è particolarmente memorabile. I mostri sono abbastanza qualsiasi.

_________________
Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 1:05 am 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
Messaggi: 638
Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
Il problema principale di questa storia secondo me è la scarsa presenza di suspense o tensione : se tutto è più o meno chiaro fin dall’ inizio (grazie, anzi per colpa di copertina, titolo e prima scena), lo svolgimento risulta prevedibile e quindi noioso. Veramente l’ unica cosa che resta da capire

SPOILER
è il ruolo esatto della penna nella vicenda.
Ma è solo una questione di dettagli. E poi non tutto mi convince. Si va bene, è passata per le mani di uomini importanti, però il discorso delle firme sui documenti che da sole possono stravolgere una vita è valido per le penne normali, ma che c’ entra. Questa è chiaramente un oggetto infernale che provoca morte e follia, anche se è il suo possessore a decidere come utilizzarla.
FINE SPOILER

Ottimi i disegni di Piccatto (i tre che lo hanno aiutato hanno lasciato praticamente inalterato il suo tratto) tornato ormai quasi agli antichi splendori, dopo un periodo buio durato parecchi anni.

Copertina invece letteralmente inguardabile per bruttezza (nel senso che cerco di tenere l’ albo girato per il fastidio che mi provoca).

Introduzione interamente dedicata a Marcheselli. E guarda caso l’ albo contiene un refuso (a pag. 63) che probabilmente al buon Mauro non sarebbe sfuggito …

5,5


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 9:14 am 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
Messaggi: 1281
SPOILER SPOILER SPOILER

Comincio subito col dire che mi è piaciuto e mi levo il pensiero. Come ampiamente rilevato, e anche previsto, si tratta di una storia horro vecchia scuola, di quelle che a me piacciono sempre, soprattutto quando non si prendono eccessivamente sul serio. Per quanto penalizzata da uno svolgimento che sbatte letteralmente il mostro in prima pagina, si arriva alla fine con la curiosità di capire il movente del notaio - ecco perché la meno ispirata e anche un po' citazionista, secondo me, seconda parte, quella sull'officina, era doverosa per anticipare al lettore che la 'maledizione' non era legata necessariamente a Mooncaster Manor. C'è un buon Groucho, mentre Bloch e Carpenter si limitano a timbrare il cartellino. Ormai abbiamo capito che i riferimenti al fatto che è in pensione sono il nuovo 'non vedrò mai la pensione'.
Lo svolgimento è molto buono, poteva essere più truculento, insomma si poteva fare di più, ma siamo comunque di fronte ad un prodotto ben confezionato nel complesso: è una storia che è una storia, insomma. Interessante la ferita di Dylan - io ci avrei ricamato un po' più sopra, un Dylan muto per una decina di pagine poteva essere affascinante - orrenda l'ultima tavola che ci mostra la tizia bionda che si allontana in auto verso il tramonto: tornerà, non tornerà? In quest'epoca di continuity, grande è la confusione sotto il cielo. Andando dal generale al particolare, ci sono delle cose che non mi hanno convinto.

- Pag. 15, il troione simil-Rowena ci ricorda che Dylan non ama. Sempre grazie mille, Cuore degli uomini.

- Pag. 26, "Non so se è peggio aver sognato un mostro o una minorenne" E la madonna. Risuonano, in lontananza, grevi echi Gualdoniani.

- E' tornata Irma.

- Pag. 63, "Un MAGANATE dell'industria petrolifera" Recchioni, meno selfie e più editing.

- E' tornata Irma.

- Secondo me, alla fine, la calligrafia del dolore non c'entra proprio niente. Boh.

- E' tornata Irma.

- La Recchionata del mese: "E'... è morto?" "Se non lo è... recita benissimo." No. Basta. No.

- E' tornata Irma.

In definitiva una storia classica, penalizzata da disegni che per quanto buoni non danno la giusta atmosfera e da qualche dialogo un po' legnoso. Niente di grave. In futuro vorrei leggere però qualcosa di più simile ai Sonnambuli.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 11:59 am 
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Iscritto il: mar mag 26, 2009 2:24 pm
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SPOILER

@ DarkStar: se posso dire, questa storia, così apparentemente classica e lineare, è tutta costruita sui dettagli. dettagli che portano ad una lettura completamente diversa. Mentre la sceneggiavo avevo in mente il film SIGNS di M. Night Shyamalan. L'ho visto e rivisto più volte e ne ho "rubato" la stessa struttura narrativa, perché per me è uno dei suoi film migliori. Un film che ad una prima visione sembra lineare e quasi "banale" (soprattutto se paragonato ai suoi film precedenti che avevano colpi di scena clamorosi ed espliciti), mentre se ci ragioni su rivela una chiave di lettura completamente diversa... Infatti la penna NON è un oggetto infernale che provoca morte e follia. E' solo una penna, come viene detto alla fine. Ti invito a rileggerla sotto questo punto di vista se ti va... Probabilmente il giudizio non cambierà, ma vedrai che tutte le scene si incastrano molto meglio e acquistano senso (ehm ,almeno lo spero!)

@ Don Cristo: quando ho scritto questa storia IL CUORE DEGLI UOMINI non esisteva ancora. Il fatto è che io ho sempre pensato questo, e cioè che Dylan in realtà (anche se forse solo a livello inconscio) non ama nessuna donna, ma è troppo spaventato per ammettere (anche a se stesso) questa sua debolezza. Dylan, se vogliamo, è innamorato dell'amore... E' solo un mio pensiero che avevo quando ero un lettore, e che ho avuto modo di esprimere in questa storia...


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 12:11 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
Messaggi: 1281
Capisco. Vabè, era uno dei lati del personaggio che preferivo, quindi ogni riferimento a questo differente modo di interpretarlo mi fa letteralmente salire il nazismo. Come ho detto, niente di grave.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 2:00 pm 
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Iscritto il: sab ago 27, 2005 7:04 pm
Messaggi: 1949
cava76 ha scritto:

@ Don Cristo: quando ho scritto questa storia IL CUORE DEGLI UOMINI non esisteva ancora. Il fatto è che io ho sempre pensato questo, e cioè che Dylan in realtà (anche se forse solo a livello inconscio) non ama nessuna donna, ma è troppo spaventato per ammettere (anche a se stesso) questa sua debolezza. Dylan, se vogliamo, è innamorato dell'amore... E' solo un mio pensiero che avevo quando ero un lettore, e che ho avuto modo di esprimere in questa storia...


Vero. Come ama la giacca nera ma ne ha addosso una diversa in ogni episodio.
Dylan è un metafisico: fedele a concetti assoluti e astratti, fatica a adeguarsi a una realtà che ha caratteristiche complesse e plastiche, caratteristiche che vanno per forza di cose a ledere la purezza della sua visione.
E si sa che spesso, di fronte a collisioni tra ideale e reale, quello che si finisce per fare è comportarsi da stronzi. :)


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 3:16 pm 
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Iscritto il: gio ott 09, 2014 3:21 pm
Messaggi: 121
Ho votato mediocre perche', nonostante gli evidenti sforzi degli autori al fine di creare un buon albo, tutto risulta noioso. Secondo me Cavaletto, nonostante la sua professionalità e buona volontà, non e' mai riuscito ad entrare nello spirito della serie. I colori della copertina sono orrendi e, ad eccezione degli interventi di Sclavi, rimpiango sempre di piu' i redazionali "anonimi" dei bei tempi andati.

PS: Gli "interventi" di Irma e Carpenter sono un pugno nell'occhio.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 6:47 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Località: Verona
Per me una buona storia, piuttosto semplice nel suo dipanarsi ma scritta con gusto, ironia e amore per il dettaglio. Cavaletto sta per me diventando una piacevole conferma: per quanto nessuna delle sue storie mi abbia entusiasmato, le ho trovate tutte gradevoli e di piacevole lettura, il che per me non è affatto poco. Se mi si passa il paragone (che per me non è affatto negativo), sta diventando quel che fino a poco fa era Marzano, ovvero un autore che leggo sempre con piacere e che difficilmente stecca del tutto – confesso che neppure la tanto vituperata Una affezionata clientela mi è parsa così tremenda, anzi: sono ben altre, IMO, le storie che hanno fatto male a Dylan. La scrittura di Cavaletto è innegabilmente "eighties" e, di conseguenza, ha un certo sapore rétro, ma la cosa non mi dispiace, e anzi, trovo che su Dylan non funzioni neanche male.

Buoni i disegni, anche se Piccatto lo preferisco in solitaria (perlomeno quando è ispirato).

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 8:12 pm 
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Iscritto il: ven apr 24, 2009 8:22 am
Messaggi: 1514
Località: cremona
ed ecco l'ultima rece del 2015!!!!!
PS: AUGURI A TUTTI!!!!!!!

_________________
ma se dal 2023 diventassi io il nuovo curatore di dyd?

IO SONO RKC E SONO FATTO DELLA STESSA MATERIA DI CUI SONO FATTI GLI INCUBI.......
IT BEGINS......08/09/2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Sacello


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 8:41 pm 
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Iscritto il: gio lug 28, 2005 10:13 am
Messaggi: 2710
Cava sei un ragazzo simpatico e mi dispiace dirti che non mi é piaciuta :cry:


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio dic 31, 2015 9:12 pm 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
Messaggi: 532
Ero molto positivo nei confronti di questo albo.Mi era piaciuto il plot,e devo dire che l'inizio e' stato incoraggiante.Ho apprezzato i toni,il ritmo,l'interazione tra i personaggi,l'approccio del tutto inconsueto di Dylan alla vicenda per certi aspetti.Poi pero',il resto della vicenda non rende giustizia a una prima parte di buona fattura.E' come se il tutto si sfilacciasse,e la storia non trova mai un punto di equilibrio reale.Manca di intensita'.E non aiuta la spiegazione sul "villain" di turno e la sua rappresentazione,a un certo punto troppo netta e sparata in faccia.
Bene il fattore ambiguita' che tende a far riflettere Dylan sul concetto di giusto e sbagliato,e noi con lui.E gradevoli le pagine finali.Ma mi aspettavo qualcosa di piu' significativo.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: ven gen 01, 2016 12:18 pm 
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Iscritto il: ven nov 30, 2012 9:57 pm
Messaggi: 210
A me questa storia è piaciuta.
Una storia semplice ma che coinvolge.
Spoiler!
All'inizio avevo pensato a qualcosa tipo "Il nome della rosa", con una droga nell'inchiostro.
Bello l'uso dei mostri: metafora, allucinazioni o qualcosa di più profondo?
Un giallo con sfumature horror, una storia di vita quotidiana.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: ven gen 01, 2016 12:37 pm 
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Iscritto il: sab dic 28, 2013 7:16 pm
Messaggi: 2529
Località: Noland
Votato accettabile, un 6,5.

seguono SPOILER

Come detto dall'autore (buon anno a lui e a tutti gli utenti :) ), ha cercato di realizzare una storia classica. Per semplificare di quelle a schema: contatto (nei modi più vari) di Dylan col cliente – contatto con l'orrore – contatto “risolutivo” (o comunque conclusivo per l'albo) con la causa/colpevole – finale (controfinale?).
Qui però, come spesso ultimamente, si cerca il coinvolgimento emotivo di Dylan, la cliente è infatti una sua vecchia fiamma (passione non del tutto sopita) che fa una brutta fine e quindi la faccenda prenderà una piega personale. Mi chiedo come mai capiti così spesso di recente, forse si vuole una maggiore empatia verso storia e personaggio, ma a lungo andare diventa tanto indifferente come se non ci fosse. La storia si legge con piacere, senza noia, pur con qualche calo di tensione, dovuto anche, ma non certo solo, alla presenza degli accessori elementi di continuity: la solita comparsata di Carpenter, l'utilizzo della riacquistata (eh, non io, ma magari c'era chi si era illuso...) Irma che, con l'accenno di Bloch alla pensione, fanno “nuovo corso”.
Non manca lo splatter, ma non si tratta di una presenza gratuita, quanto funzionale alla narrazione.
Si arriva alla confessione del cattivo (che si poteva pure permettere, fosse sopravvissuto per cosa l'avrebbero arrestato? Per l'uso della penna? Anche se pare sia nell'uso che se ne faccia che risieda il suo potere, quale poliziotto, Carpenter poi, l'avrebbe ritenuta un'imputazione da considerare?), alla sua tragica fine, non male com'è stata resa, alla scena intima di Dylan al cimitero e al finale con la ragazza che leggendo mi è sembrato pessimista: Anne ha firmato con la stilografica e si è salvata per il momento, ma sembrerebbe che il suo destino sia segnato, tanto più che guida un auto con DY nella targa e lei aveva precedentemente affermato “Non ti puoi immaginare quante macchine sono arrivate in riparazione con quelle due lettere nella targa...” Se però è più ambiguo e c'è dell'altro ben venga, aggiunge curiosità.

Sui disegni buon lavoro di Piccatto e del suo team, voto 7. Erano anni che lo trovavo sotto tono e nemmeno nell'antecedente a più mani (L'armonia del silenzio, sul primo Maxi Old Boy) mi era sembrato tanto migliorato.
Sulla copertina la penso come RKC, con la differenza che non sono poi molte quelle di quest'anno che mi abbiano soddisfatto.


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