Votato accettabile, un 6,5.
seguono SPOILERCome detto dall'autore (buon anno a lui e a tutti gli utenti
), ha cercato di realizzare una storia classica. Per semplificare di quelle a schema: contatto (nei modi più vari) di Dylan col cliente – contatto con l'orrore – contatto “risolutivo” (o comunque conclusivo per l'albo) con la causa/colpevole – finale (controfinale?).
Qui però, come spesso ultimamente, si cerca il coinvolgimento emotivo di Dylan, la cliente è infatti una sua vecchia fiamma (passione non del tutto sopita) che fa una brutta fine e quindi la faccenda prenderà una piega personale. Mi chiedo come mai capiti così spesso di recente, forse si vuole una maggiore empatia verso storia e personaggio, ma a lungo andare diventa tanto indifferente come se non ci fosse. La storia si legge con piacere, senza noia, pur con qualche calo di tensione, dovuto anche, ma non certo solo, alla presenza degli accessori elementi di continuity: la solita comparsata di Carpenter, l'utilizzo della riacquistata (eh, non io, ma magari c'era chi si era illuso...) Irma che, con l'accenno di Bloch alla pensione, fanno “nuovo corso”.
Non manca lo splatter, ma non si tratta di una presenza gratuita, quanto funzionale alla narrazione.
Si arriva alla confessione del cattivo (che si poteva pure permettere, fosse sopravvissuto per cosa l'avrebbero arrestato? Per l'uso della penna? Anche se pare sia nell'uso che se ne faccia che risieda il suo potere, quale poliziotto, Carpenter poi, l'avrebbe ritenuta un'imputazione da considerare?), alla sua tragica fine, non male com'è stata resa, alla scena intima di Dylan al cimitero e al finale con la ragazza che leggendo mi è sembrato pessimista: Anne ha firmato con la stilografica e si è salvata per il momento, ma sembrerebbe che il suo destino sia segnato, tanto più che guida un auto con DY nella targa e lei aveva precedentemente affermato “Non ti puoi immaginare quante macchine sono arrivate in riparazione con quelle due lettere nella targa...” Se però è più ambiguo e c'è dell'altro ben venga, aggiunge curiosità.
Sui disegni buon lavoro di Piccatto e del suo team, voto 7. Erano anni che lo trovavo sotto tono e nemmeno nell'antecedente a più mani (
L'armonia del silenzio, sul primo Maxi Old Boy) mi era sembrato tanto migliorato.
Sulla copertina la penso come RKC, con la differenza che non sono poi molte quelle di quest'anno che mi abbiano soddisfatto.