Cravenroad7

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#345 - Gli spiriti custodi
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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: mer giu 17, 2015 3:47 pm 
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Etilpropano ha scritto:
Ma un bel premio alla storia più brutta di sempre?


sarebbe una gara dura... molto dura...

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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: mer giu 17, 2015 4:41 pm 
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Iscritto il: sab mar 29, 2014 12:17 pm
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Ennesimo albo della fase 2 deludente piuttosto anzichenò. E non salvo nemmeno i disegni perché lo stile di Gerasi non mi garba affatto.
Attendo le mirabolanti novità del prossimo numero. Se sarà fuffa, come temo (avanti così, bravi :mrgreen: ) abbandonerò la serie senza più remore.


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: mer giu 17, 2015 5:19 pm 
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@Kow-altry-(voi, che mandate tutto in vacche, Tsè :dito: )

Terminata la questione dello splatter, se ne sussurra un'altra...magari anche più interessante: quella della "modernità":
Spoiler!
:o :o :o

Immagine

:o :o :o


Secondo me tu soffri un po' troppo di necrologismo praecox, o di schematismi periodici stagni, quando non barricadermi sterilizzati con tanto di certificato cimiteriale :x: .
Io ci andrei molto più piano nello spacciare qualcosa per defunto, a livello di composizione o registri narrativi âgées, anche perché come diceva Agé(e)silao da Subiaco "solo chi è morto non può dire di esserlo".

Kowalsky ha scritto:
E' interessante il paragone con NN, credo che il suo universo fantascientifico sia invecchiato male (essenzialmente perché è nato vecchio, attingendo dal cyberpunk quando il cyberpunk stava già morendo)
[...]In ogni caso, penso che la differenza sia che il mondo di DD possa essere aggiornato abbastanza facilmente... mentre quello di NN sia paradossalmente molto più rigido nella sua costruzione fantascientifica.


Premetto che questo genere d'argomenti meriterebbe più spazio ed in altro luogo, magari nella sezione Discussioni Varie o quella dedicata a Nathan Never...con riverb(er)osità dylaniate.

Però dire quello che dici equivale a tagliare le gambe a qualsiasi sviluppo fantascientifico della serie partendo da un presupposto errato. Quello di associare categoria stilistica a periodo, dichiarando la morte di una nell'altro, o viceversa.
Nathan era ANCHE cyberpunk, combinando quei registri narrativi - arrivati come al solito in ritardo sul suolo italiota, almeno nei fumetti - a millaltrecose che esploravano la fantascienza, anche prima dei romanzi di Verne o Wells, di cui emergono comunque molte tracce e liberi rifacimenti nella serie 8-) .
Ciò non vuol dire che qualcuno non sappia coglierne lo spirito, e rivederlo magari in un'ottica interessante ancora adesso, in modo che il cyberpunk possa essere riutilizzato su uno spettro più ampio di potenzialità, senza parlare di riesumazioni vintage o raduni tra nostalgici rianimatori.

La fantascienza, ovvero la sapienza (immaginativa) del futuro è una branca difficile da manipolare nel corso dei tempi...questo va riconosciuto .
Ma ciò non vuol dire liquidarla con fare saccentemente disingenuo e disincantato, in semplice retrospettiva, anche solo perché la maggior parte dei congegni elettronici reperibili nei primi 20 numeri di NN, ad esempio, impallidirebbero oggi davanti a quanto riesce a combinare un AppleWatch con le sue millemila funzioni a portata di vena, sul polso.
Vogliamo abolire le ristampe per questo, o scriverci sopra un parental advisory ammonendo: "attenzione, il futuro non è andato così in realtà, questa fantascienza è vecchia di per sé, consideratelo solo il documento di un'epoca!" :D .

Per fortuna la fantascienza, cyberpunk o meno, non è cosi rigida come pensi tu, ma può sempre reinventarsi, in progress, un proprio futuro narrativo di sussistenza da sviluppare, cogliendo anche le sfide del presente o le suggestioni lasciate in sospeso da altri. Altrimenti non avrebbe più senso di esistere, se non nel riguardarsi affascinata il proprio ruggente passato ( :?: :!: ).
Per sfortuna, molti degli attuali autori imbarcati nel tirare avanti la vecchia carretta nel marenostru del Trio dei Sardi, non sono in grado di cogliere quelle sfide, e la loro scrittura - tornando a quanto detto da me e DonCristo qualche post fa - non è all'altezza dei tempi per confrontarsi col genere.

Ma darlo per spacciato è tutt'altra cosa... :(
Non è un discorso di anagrafe, ma di calligrafi.
Non è un discorso di modernità; è un discorso di capacità.


[...]

E qua torniamo, di rimbalzo senza buca, sul discorso Dylan.

Kowalsky ha scritto:
Per me il punto centrale è la modernità. Ci sono storie di DyD scritte 25 e rotti anni fa che colpiscono ancora per la loro modernità, ci sono storie che sono invecchiate ma di cui si percepisce chiaramente la portata che avevano nella loro modernità (Canale 666), ci sono storie che sono nate vecchissime nonostante tentassero di essere moderne (quella su second life di cui non ricordo neanche il nome)


Forse mi sbaglio, ma credo tu confonda "modernità" per "attualità", almeno che le due cose a tuo vedere non siano sinonimi.
Paradossalmente la modernità è senza tempo e fruibile su larga scala a più riprese, visto che ha sempre effetto rigenerante sull'immaginario di chi le si avvicina, mentre l'attualità è subito destinata a scadere, nonostante qualche giorno di sosta in frigorifero :? .

Non credo Dylan sia un personaggio più semplice attualizzare perché - complici certi autori "accomodati/monotematici" - ha cristallizzato un suo presente continuo da cui peterpanescamente non vuole staccarsi, abitudini e setting compresi.
Da qui anche le difficoltà dell'attuale gestione, che comunque ci sta mettendo del suo perché questa attualizzazione risulti molto ruffiana, parecchio esaltata, troppo affrettata, e poco produttiva nei termini di valore aggiunto alle storie, fraintendendo quali fossero le reali sofferenze della testata per privilegiare un restyle (in parte necessario, eh :roll: ), ma per ora solo di facciata e senza potenziale per incidere sul breve, cioè sulle 94pp.
Sono entrati in un presepe di cristallo con un corteo di elefanti pensando che calpestando quello che c'era prima ne venisse fuori mosto d'annata per il futuro :mad: .

Ma per fortuna Dylan saprà sopravvivere comunque a se stesso, e non è detto che da questo bozzolo non nasca una bella farfalla, con tanto di teschio sul groppone :3 .
Resta il fatto che pensare di aggiornarla, questa bozza, puntando sul modus di grido delle serie tv attuali, e pensando che sia questo il necessario "moderno", visto che Second Life era già vecchio quando uno sceneggiatore della SBE s'è ricordato di riproporla in chiave personale su DD...non mi pare una scelta in grado di cambiare granché le cose, al fondo .

L'orrore in fondo è un genere senza tempo, come il piacere di spaventare raccontando cose truci, efferate, tenebrose, occulte, inspiegabili o inquietanti. Sa andare al di là dei recenti preconfezionati sotto-generi ad eco limitata, splatter compreso...
...anche perché come ricordava un certo tizio semisconosciuto la paura è il sentimento più antico dell'uomo :tc: .

MA NON ERA LA F*CA?
NO, QUELLO NON ERA SENTIMENTO...ERA SOLO UN'ALOHA E VIA

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: mer giu 17, 2015 5:52 pm 
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Ramingo ha scritto:
Ennesimo albo della fase 2 deludente piuttosto anzichenò. E non salvo nemmeno i disegni perché lo stile di Gerasi non mi garba affatto.
Attendo le mirabolanti novità del prossimo numero. Se sarà fuffa, come temo (avanti così, bravi :mrgreen: ) abbandonerò la serie senza più remore.


anche perchè tra due numeri non si torna più indietro. Inizia la storia da 12 numeri consecutivi.

Bella la firma. Condivido. Ti va di spiegarmi il motivo nel topic di mater morbi?


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: mer giu 17, 2015 7:13 pm 
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Il Cellulare ha ucciso l'horror. Non parlo del cellulare di Dylan Dog, parlo di tutte le storie horror, letterarie, cinematografiche, ecc. che si basavano sul pericolo e la paura di trovarsi smarriti, soli, in situazioni anomale. Se metti una ragazza sola in un bosco oggi, la prima cosa che la gente penserà è: Perché non usa il cellulare per chiamare aiuto?
Per colpa di questa domanda gli autori si trovano di fronte a 3 scelte, una più stupida dell'altra.
1. Non c'è campo / batteria del cellulare morta. Includere scena banale in cui si mostra questo fatto (la preferita dagli americani).
2. Fregarsene e fare finta che non esistano i cellulari quando si è nel bosco, per poi farli riapparire in città.
3. Ambientare storie nel passato (sta diventando comune).

E questo è solo un esempio. Quante volte vittime di film horror si trovavano a dover dimostrare ad amici/genitori/fidanzate che il mostro esiste? Ma fagli una foto e mettila subito su socialnetcazzo del caso.

Ci vogliono, abbiamo bisogno, di grandi menti che rinnovino il genere. Questo può accadere nella letteratura, dove il genio ha libertà d'azione. Al cinema, il produttore gli dirà di non rompere i coglioni e fargli un remake della mosca senza mosche però, che fanno schifo alle persone.


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: mer giu 17, 2015 7:38 pm 
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Iscritto il: sab gen 31, 2015 12:29 pm
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ma ti sei perso il nuovo capolavoro del genere social horror allora: UNFRIENDED - se ti disconnetti muori. C***o brividi.



che tristezza

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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: gio giu 18, 2015 1:12 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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Ho notato solo adesso la sostituzione ...
Secondo voi HELL's BELLL's e' proprio inguardabile e snatura il personaggio , o ci puo' stare ?


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: gio giu 18, 2015 1:17 pm 
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inezia, la cosa grave è la mancanza del quinto senso e mezzo


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: gio giu 18, 2015 2:50 pm 
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Goblin ha scritto:
Ho notato solo adesso la sostituzione ...
Secondo voi HELL's BELLL's e' proprio inguardabile e snatura il personaggio , o ci puo' stare ?


a mio avviso non è un'esclamazione a snaturare un personaggio, però, molto semplicemente, non c'era alcun bisogno di introdurla... cioè, cosa ti da in più?

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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: gio giu 18, 2015 3:34 pm 
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Pare che "Hell's Bells" sia stata ripreso da qualche vecchio albo (non ricordo quale), ma non vedo perché debba prendere il posto del super-classico "Giuda ballerino". Forse per "inglesizzare" ancora di più Dylan? In questo caso non ha alcun senso.

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"Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: gio giu 18, 2015 4:43 pm 
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A pelle, è che a Recchioni piacciono tanto tanto tanto gli ac/dc e allora si fa così e zitti

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MessaggioInviato: ven giu 19, 2015 1:46 am 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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no , perchè all'inizio non è che mi abbia dato fastidio , cioè se era per inglesizzare ci stava , l'importante che non sostituisse giuda ballerino , al massimo lo alternasse


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: ven giu 19, 2015 9:03 am 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
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Goblin ha scritto:
no , perchè all'inizio non è che mi abbia dato fastidio , cioè se era per inglesizzare ci stava...


ma anche no, anche se il fumetto è ambientato a Londra, è comunque un fumetto italiano. Ma a parte questo, ci sono 98 pagine in italiano con all'interno una sola esclamazione in inglese e questo significa inglesizzare?

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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: ven giu 19, 2015 10:02 am 
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Iscritto il: gio feb 28, 2013 1:39 pm
Messaggi: 701
in Dopo Mezzanotte Dylan dice "mena le tolle", se non è British questo...


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 Oggetto del messaggio: Re: #345 - Gli spiriti custodi
MessaggioInviato: ven giu 19, 2015 10:54 am 
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Iscritto il: lun giu 25, 2012 3:23 pm
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Località: Galluzzo
8Mike ha scritto:
in Dopo Mezzanotte Dylan dice "mena le tolle", se non è British questo...

Questa era una delle cose più ganze di Dylan Dog: pur vivendo a Londra, poteva uscirsene con un'espressione del genere, oppure fare colazione con cappuccino e cornetto. Cioè, quando leggo "Memorie dall'invisibile" e Dylan dice al barbone "mena le tolle", quella battuta mi da quasi un senso di straniamento, che non ci sta affatto male in un fumetto come Dylan Dog.

Secondo me l'autenticità (?) dell'ambientazione londinese potrebbe togliere un po' di fascino al fumetto.

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