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#449 - La misura del mondo
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Autore:  JMZ [ mer feb 14, 2024 9:31 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

Ma qualcuno ha dato un senso al trip allucinato post pippata di gas al locale? Non so, magari è una citazione da "I Viaggi di Gulliver" che non ho mai letto, ma a me sembra un po' gratuita come sequenza, o perlomeno io non sono riuscito a trovare connessioni fra uno scenario e il successivo. Che mi dite?

Autore:  wolkoff [ gio feb 15, 2024 12:42 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

JMZ ha scritto:
Ma qualcuno ha dato un senso al trip allucinato post pippata di gas al locale? Non so, magari è una citazione da "I Viaggi di Gulliver" che non ho mai letto, ma a me sembra un po' gratuita come sequenza, o perlomeno io non sono riuscito a trovare connessioni fra uno scenario e il successivo. Che mi dite?


Secondo me è una via di mezzo: all'inizio (pp.54-56) comincia il trip pandemonico con Arlecchino che danza e sbeffeggia (post fumi del gas) per irridere la morte imminente di Dylan e Lu dopo il suo scherzetto... col Nostro che si scazzotta con demonazzi simbolici da taverna, senza risolvere nulla con Groucho (vicino ai demoni spesso, secondo molti autori :o )...
... poi, vuoi il contesto della storia, vuoi le suggestioni telepatiche di Lu, si sprofonda nel meta-incubo allucinato collegato ai Viaggi di Gulliver (pp.57-59) con Dylan in tour prima prigioniero dei lillipuziani, poi studiato dai giganti di Brobdingnag, indottrinato dai sapienti di Laputa, fino alla cavalcata coi saggi equini di Houyhnhnm.
Pagina 60 è una sintesi da questi trip, dove Arlecchino sballa le dimensioni in scala, e diviene lui il gigante che fa saltare il banco delle sue vittime, anche se non ho colto - ammesso che ci sia - la citazione da questo passaggio molto bello [cit.] Ma se tutto questo è reale... spero di addormentarmi presto


Adesso anche se s'è fattanacerta, direi che sono ancora abbastanza sveglio per ricordarmi di chiamarmi Michele e non Davide.
Lo dico per i ® da interpretazione, nel caso, non per problemi di anagrafe o battesimo sconfessato.

Spoiler!
... lo dico perché un tizio di nome Davide, su un sito specialistico piuttosto in vista, ha praticamente estorto a scrocco gran parte della mia interpretazione sul senso della misantropia in questa storia feat.Swift, verbatim, come sulla figura de lo dimonio Arlecchino made in Ambro tramite collegamenti a Dante, Alichino, etc.

E no Conte, non ho un gemello disconosciuto dietro il sipario :wink:

Autore:  leonearmato [ gio feb 15, 2024 6:18 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

Buona storia, anche se abbastanza nella media, all'interno della produzione di Ambrosini per Dylan Dog.
Più che altro, a differenza di altre prove, anche recenti, una trama abbastanza risicata (per i suoi standard, si intende, neanche vale la pena paragonarlo a quel che esce gli altri mesi).
Storia che odora di commiato, specialmente nel finale.

E' stato bello, anzi bellissimo. Questi ultimi dieci anni pieni di presenze su Dylan Dog non verranno dimenticati; gran parte della qualità è venuta dalle storie del Conte nel post #325.

Autore:  JMZ [ ven feb 16, 2024 9:51 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

wolkoff ha scritto:
JMZ ha scritto:
Ma qualcuno ha dato un senso al trip allucinato post pippata di gas al locale? Non so, magari è una citazione da "I Viaggi di Gulliver" che non ho mai letto, ma a me sembra un po' gratuita come sequenza, o perlomeno io non sono riuscito a trovare connessioni fra uno scenario e il successivo. Che mi dite?


Secondo me è una via di mezzo: all'inizio (pp.54-56) comincia il trip pandemonico con Arlecchino che danza e sbeffeggia (post fumi del gas) per irridere la morte imminente di Dylan e Lu dopo il suo scherzetto... col Nostro che si scazzotta con demonazzi simbolici da taverna, senza risolvere nulla con Groucho (vicino ai demoni spesso, secondo molti autori :o )...
... poi, vuoi il contesto della storia, vuoi le suggestioni telepatiche di Lu, si sprofonda nel meta-incubo allucinato collegato ai Viaggi di Gulliver (pp.57-59) con Dylan in tour prima prigioniero dei lillipuziani, poi studiato dai giganti di Brobdingnag, indottrinato dai sapienti di Laputa, fino alla cavalcata coi saggi equini di Houyhnhnm.
Pagina 60 è una sintesi da questi trip, dove Arlecchino sballa le dimensioni in scala, e diviene lui il gigante che fa saltare il banco delle sue vittime, anche se non ho colto - ammesso che ci sia - la citazione da questo passaggio molto bello [cit.] Ma se tutto questo è reale... spero di addormentarmi presto


Grazie mille Wolk, immaginavo fossero rimandi al romanzo in questione; è un peccato per chi, come me, è all'asciutto in materia non poter godere a pieno (o in parte) di tali citazioni perché le immagini, seppur suggestive, non lasciano trasparire un significato né preciso e nemmeno vago (cosa che non è mai mancato nei momenti più onirici di Ambrosini). Vorrà dire che dovrò leggere 'sto Gulliver prima o poi.

Autore:  ilMaLe [ ven feb 16, 2024 12:42 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

La Copertina di "La misura del mondo" è eccezionale, un omaggio ad Ambrosini, probabilmente realizzata dopo la sua scomparsa, un bell'omaggio a uno dei più originali autori della storia della Bonelli Editore.
Napoleone non c'entra con l'albo, come pure Arlecchino, però Ambrosini ce lo mise in diverse tavole, anche se qui siamo dalle parti dello Swift dei Viaggi di Gulliver e non del Carnevale di Venezia.
La storia non è delle migliori del compianto sceneggiatore e disegnatore, molto in linea con i suoi canoni noir.
Abbiamo una storia di degrado sociale, che risale agli anni '50 e personaggi che si incrociano tra i quali un particolarmente attivo Dylan Dog. Il contatto psichico tra l'assistente sociale Lu e il piccolo Donald aiuta a sbrogliare la matassa, per quanto non sia descritto come meriterebbe.
Spoiler!
Bloch parla di 4 cadaveri: la moglie, la cameriera nera, la prostituta e il quarto dovrebbe essere la madre adottiva? Non venne seppellita normalmente? altrimenti non si capisce a chi appartenga il quarto cadavere

Il personaggio di Slim è il classico psicopatico da storia di Ambrosini, un criminale verso cui è difficile avere pietas umana. Dylan lo lancia come un pupazzo e lì oggettivamente fa ridere (più delle battute un po' fiacche di Groucho).
Mancherà Ambrosini, ha dato tanto a Dylan Dog e alla Bonelli e i suoi lavori, anche quelli di routine come questo, valgono sempre la lettura.

Autore:  Pearl [ dom mar 03, 2024 5:33 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

Con tutto il rispetto per il compianto Ambrosini, anzi, forse proprio per rispetto nei confronti dei suoi precedenti (capo)lavori, sono rimasta molto delusa da una storia dalla trama inaspettatamente troppo, troppo semplice... Ho atteso fino alla fine qualche elemento di sorpresa che risollevasse la linearità estrema della storia (l'unico "colpo di scena"
Spoiler!
dello scoprire la parentela tra Donald e Slim
mi ha lasciata del tutto indifferente... abituata allo stile di Ambrosini mi sarei aspettata qualcosa di molto più complesso, come ad esempio l'intreccio tra piani temporali differenti per cui i due erano in realtà la stessa persona). Belle le incursioni nel mondo di Jonathan Swift che però a mio avviso non bastano per risollevare l'albo... L'idea di fondo era anche buona, ma non sviluppata a dovere, soprattutto considerando le trame con letture a più livelli a cui ci aveva abituati il Conte...
Disegni anche questi "involuti" rispetto al suo stile originario, ma la cosa non mi avrebbe nemmeno colpito più di tanto se solo la trama fosse stata all'altezza...
Titolo e copertina da 10.
Spiace quindi forse ancor di più che questo sia stato uno dei suoi ultimi albi... :(

Autore:  Kramer76 [ mar apr 30, 2024 4:41 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #449 - La misura del mondo

Immagine

la misura del mondo
albo che non va oltre una sufficienza politica, probabilmente il peggiore di ambrosini insieme a "la stanza del guerriero"
non tanto per i testi ermetici (ma mica poi tanto), non tanto per i disegni se possibile ancora più ermetici, scorbutici e anticommerciali
quanto per la trama prettamente dylaniana che è ancora più striminzita del solito (ma lui ha sempre voluto raccontare altro)
fa comunque riflettere questa sorta di testamento misantropo, a conferma del quasi inevitabile trait d'union tra ambrosini e sclavi
tipici personaggi e situazioni ambrosiniani (il nano, le donne versione horror di botero, il degrado triste e poetico dei flashback)
buona copertina nostalgica, addio conte

voto 6-

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