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#448 - Anatomia dell'anima
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Pagina 4 di 6

Autore:  wolkoff [ dom gen 07, 2024 1:47 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

edit più sotto - sarà intervenuto il mio correttore di bozze artificioso? :o

Autore:  bertuccia [ dom gen 07, 2024 1:50 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

ICERRR ha scritto:
Il problema è che allo scientifico filosofia si inizia al terzo anno, quindi prima di arrivare a quella gente lì mi ci vorrà un bel po'.



Ma sei già molto sveglia, guarda, se penso ai miei 16 anni vorrei aver avuto il tuo acume, discernimento e capacità di scrittura/analisi. Peraltro non li ho nemmeno adesso :D

Autore:  wolkoff [ dom gen 07, 2024 2:18 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Come avevo dichiarato in precedenza (ma ero poi io? o il mio ego 70enne? o mio nipote che s'era fregato la password per entrare nel mio account e farsi un selfie? Non garantisco, eh) ecco il mio parere diffuso sull'albo.

Giudizio complessivo sul 6+ perché - aridanghete con i "v. sopra" - come già detto il caro Russo fa un passo indietro involutivo (effetto collaterale delle storie a tema su commissione?) rispetto alle sue due fichissime storie iniziali dell'OB, ma comunque meglio della terza, dove il coprotagonista jazzista era davvero insopportabile :evil: .



S ☏ P ☏ O ☏ I ☏ L ☏ E ☏ R ☏



Copertina da ennesimo rifacimento omaggiante. Molto ben fatta ma come sempre idee nuove zero, e puzza anche di spoiler, ma su questo piaga dell'albo tornerò dopo.
Disegni abbastanza canonici di Gerasi per il suo stile, quindi apprezzabili in linea di massima, ma di fatto l'albo è povero di situazioni/vignette significative, per cui non doveva impegnarsi più di tanto nell'elaborare chissàcosa. Unica eccezione, in positivo, la sequenza tra pp.70-71. Male l'aspetto buffonesco e caricaturale ai limiti del gratuitamente cartoonoso di alcuni primi piani: certe cose lasciatele su Mercurio Loi.

Per quanto riguarda la storia in sé, faccio prima ad elencare i punti positivi, che tutto sommato non mancano.
I personaggi sono abbastanza credibili e non suscitano antipatie a pelle, la trama si divincola fluidamente con un certo ritmo (schematico: assassinio/Dylan flirta bene/altri flirtano male/altri ancora lavorano come gliela passa (call center e bottega), ed anche il tema sullo sfondo potrebbe risultare interessante, per quanto poco sviluppato e lasciato aleggiare solo a scopo di pretesto alla fine. Molte cose già viste, tipo la retorica dei call center alienanti, ma ci può stare; il profilo migliore comunque è quello del cacciatore di androidi difettosi, con la sua mania per il riciclo vintage 8-) .
Visti i vostri precedenti post, non mi ritrovo tanto nella polemica sui pesci rossi... perché non ci vedo nulla di strano ad inserirli in quel contesto come mini-starter domesticamente ilare di certi sospetti... mentre molto più forzata è la logica per cui l'appartamento di Carol è territorio di conquista/crocevia per chiunque, con Lila, Dylan, la padrona di casa ( :!: :?: ), il killer, etc, che ci entrano a sbafo di continuo come nulla fosse, anche in sua presenza.

[...]

Passiamo ai punti negativi, che prendono il sopravvento sul giudizio complessivo contro il (mio) pieno apprezzamento dell'albo.

Partendo dalla fine, io proprio non sopporto più quando vengono impiegate last minute La Morte (e la sua comare Vita) in modo così en passant da deus ex-macchinazione denoartri, per arrabattare posticciamente un solenne alone mistico/imponderabile alla singolarità delle vicende. Mambasta, e pure no: sono quasi 40anni che rifrullano questo escamotage stantio (autocompiacendosene), e anche qui se ne poteva fare tranquillamente a meno, adducendo per il bottegajo aggiustatutto un altro background o lasciando semplicemente tutto senza spiegazioni. Tra l'altro tutto ciò mortifica l'impianto di base sulle IA, gli automi, i rapporti uomo-macchina, la simulazione dell'anima, l'obsolescenza programmata, il ricondizionamento psico-lavorativo, etc che potevano risultare molto più interessanti/approfonditi senza quel bigotto doppiocameo forzoso in coda :( :( :(

Un'altra cosa di mio (e di altri) sgradimento nei dialoghi è l'appeal à la Fabio Volo di Dylan. Davvero insopportabile, un gatto morto lumacone finto-simpatico, aspirante filosofo di provincia, che spara qualunquaggini col sorrisino per sembrare più alla mano e intortare la prima cosa che respira - beh, qua non proprio :mrgreen: - di pene non munita.
Tutto per sbrodolarne il cincischiamento con tale Lila, che in pratica è il nocciolo della storia e sinceramente si poteva concretizzare in molte meno vignette, come semplice (chetalenonè) rapporto a due :* .

Poi, come detto in precedenza, nell'andazzo sincopato della sceneggiatura, una cosa che ricorre un modo urticante, fino quasi a sembrare un'ossessione personale dell'autore, è il siparietto ultra-insistito del "che faccio, ti accompagno back home?/salgo a casa tua?/ti salto addosso sul divano?". Ne ho contate quelle 5/6 variabili solo nelle prime 60pp. Caro Russo, o hai subito sensibilmente qualche trauma da rivangarci in sede, o per te il nocciolo assoluto dei rapporti umani (ed umanizzanti, nell'animo) sono davvero le scarrozzate di fine serata, per veder come va a finire l'appuntamento al buio - qui con la Morte spesso... che beffa, eh. Patetico e riduttivo, da fotoromanza coi baloon (pieni) :? :? :?

:x: Infine la cosa peggiore di tutte, a mio parere: :x:

Tutto l'albo è praticamente un mega-spoiler di sé.
Senza essere una volpe cybernetizzata, attorno a p.30 anche il più carnivoro dei viverridi neuronalmente in letargo, s'è già mangiato la foglia con tutto l'albero e mezza foresta di dove si vada a parare e cosa ci sia dietro la storia delle sparizioni/ritorni delle pseudo-vittime "riprogrammate".
Lasciando perdere Stepford (DD#28) ed i citazionismi autosgamosi o strizzocchiolinanti - v. cognome Deckard (p.63) dal romanzo di P.Dick che ispirò Blade Runner - che comunque arrivano più in là, già della copertina e dal titolo ci sono meta-riferimenti al mondo delle IA e della ricostruzioni di personalità non-umane...
...mentre, fino a p.81 circa, nel corso nell'albo in pratica non si vede nessun elemento che si ricongiunga al tema modernissimo del tecno-trittico di albi partito col #446. Anzi, ricompaiono standard più analogicamente da boomer, come la cabina telefonica, il cercapersone, gli appuntamenti smart-less, il quotidiano cartaceo sotto la porta, le sveglie che non suonano, i tostapane che s'inceppano, etc. Quindi, giocoforza, da che dipenderanno mai quelle sparizioni, se il tema lo sappiamo già dal mese scorso ma tarda orsù a manifestarsi? Ai postumi (su un cloud?) l'ardua evanescenza :| .
Senza contare che tutto è costellato di telefonatissimi - da quale centralino? :D - grassetti lamentosi (vedi p.12) sul finalmente "sentirsi VIVA" detto da credibilissime ragazze carine già avanti con gli anni ma che ( :?: :!: :?: ) sfortunelle non hanno mai ricevuto la grazia di un invito per una pizza fuori (v. p.20) in vita-ccia loro.

Adesso vi lascio, e vado a farmi io una pizza (virtuale, post-festività si smazza) con le studentesse disadattate del palazzo a fianco e nel caso vi aggiorno sulla limonata, senza ghiaccio. Da un Nokia 3310.

ALOHA
Spoiler!
ma allora sono tornato il cccciovane Wolkoff di qualche anno fa, o sono il suo clone salvato online da un bot artificiale che ogni tanto risorge per qualche bug dispettoso? :g:

Autore:  Keanu Coen [ dom gen 07, 2024 2:30 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Il problema dei pesci rossi secondo me è Dylan, il quale a quanto pare (pagina 21) inorridisce alla stessa maniera se riducono in fin di vita Botolo, se asportano il fegato a Johnny o se muore un pesce rosso!

Vero è che Dylan è un animalista, e fa parte del personaggio, ma cavolo gli fanno fare una faccia come se avessero torturato un gorilla albino picchiandolo con l'ultimo esemplare di Dodo! Cioè, pure l'orazione funebre ai pesci rossi (pagina 22), ma direi pure no!

Ci sta che l'indagine scatti per via dei pesci rossi, che GIUSTAMENTE incuriosiscono Dylan, perché non è il solito tritissimo spettro nel frigorifero, quindi giustamente appizza le orecchie... NON ci sta invece che Dylan pianga calde lagrime per la sorte di due pesci rossi, perché altrimenti il passo successivo è Dylan in ginocchio per strada con una formica calpestata in mano che grida NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Autore:  wolkoff [ dom gen 07, 2024 2:34 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Secondo me - e ne ho parlato pure in abbondantiam - i problemi dell'albo sono altri rispetto ai pescetti defunti.
E in quel caso, lo ripeto, l'espressione eccessiva di Dylan è responsabilità essenzialmente di Gerasi, e non tanto di Russo... perché ha voluto caricare tutte le espressioni in modo fuori luogo e teatralmente enfatizzato/cartoonesco dei personaggi.

Autore:  Keanu Coen [ dom gen 07, 2024 2:43 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Secondo me Gerasi ha solo accentuato un mood già previsto dalla sceneggiatura. Dylan commenta con "orribile" la morte di due pesci rossi, e considerando il fatto che poi la pagina dopo Lila parla del funerale in pompa magna dei pesci rossi, mi pare di capire che anche il lettore deve osservare proprio un lutto strettissimo per la dipartita, a prescindere che per Gerasi sicuro esistono solo le smorfie.

Che non sia il problema principale dell'albo è sicuro, ma è altrettanto sicuro che è una reazione estremamente sproporzionata.

Autore:  wolkoff [ dom gen 07, 2024 2:50 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

La reazione consiste di fatto solo in quella vignetta. Un pajo di pagine dopo lo vedi scherzare come nulla fosse da shplentito shplentente sul conto spese. Pensa se moriva il caro ragno del sottoscala, quanto poco durava il lutto :g: .

Comunque sono d'accordo sulla reazione sproporzionata, ma a me l'impressione sembra derivare da come la ritrae Gerasi più che dal contesto. Tanto per dire, a livello di smorfie forzose, basta guardare p.78.iv per vedere come si contorce da zitella 80enne interdetta lo stesso Dylan quando contesta il licenziamento di Lila. Tutto l'albo sembra un teatrino delle maschere emojicanti: e posso pure capirlo per i personaggi artificial-droidi, meno per Dylan... :roll:

Autore:  bertuccia [ dom gen 07, 2024 4:01 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

A onor del vero sono anni che io gli contesto l'espressività facciale di un merluzzo e l'indole melanconica.
Dylan è di cartone sia che muoia una persona, sia che ne muoiano 134, sotto ai suoi occhi. E lo stesso volto incornicia i momenti di giubilo.
Per cui non mi sento protestare se risente vagamente di un'ispirazione manga, nella sua estasi ridanciana.
Una maggiore cura affinché non assomigli a un provolone super simpa, quello si.

Autore:  Kramer76 [ dom gen 07, 2024 6:50 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

si chiama russo, non rossi :roll:

Autore:  wolkoff [ dom gen 07, 2024 7:54 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

:oops: Ooops, meno male che ci sono i correttori di bozze per la mia giovanilesca IA. :oops:
Spoiler!
Inadempienza Autogena

Forse inconsciamente preferivo confondere il colore dei pescetti con uno spalleggiatore dei putiniani...

Autore:  Dies [ dom gen 07, 2024 9:58 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Condivido l'impressione positiva nei confronti dell'albo, di gran lunga il migliore degli ultimi tre, finalmente per meriti propri e non solo per demeriti altrui. Svolgimento avvincente, riflessioni calzanti, ripresa intelligente della mitologia dylandoghiana. Ora, per quanto io possa ritenerla una valida uscita dylaniata vorrei comunque fare alcune osservazioni:

- la rivelazione finale declina la tragedia in una considerazione più ampia, canonizzata nella continuity della serie; è una mossa divertente che tuttavia priva di importanza la sequenza di maggiore impatto. In un certo senso ne ammorbidisce l'efferatezza fisica, attenua il risvolto emotivamente violento - chi, come me, ha pensato al Seven fincheriano? - e sfuma quel senso di perdita diventando appunto qualcosa di diverso e non per questo meno efficace. Però ecco, per una volta secondo me sarebbe stato bello vedere invece un finale secco nella sua drammatica inquietudine.
- la Vita, la Morte e quello che passa nel mezzo... a me le personificazioni da deus ex machina hanno stancato fin dalle prime apparizioni sclaviane. Mi sembrano un pigro escamotage del quale è facile fare abuso, finalizzato a rendere narrativamente accomodante ogni componente irrazionale. Magari inventarsi qualcosa di nuovo, di tanto in tanto..
- sulla capacità di Dylan nel passare in una frazione di secondo dal registro comico a quello drammatico, già è stato detto. Aggiungo che la sua mi è sembrata una caratterizzazione davvero troppo frivola e ridanciana, sarà anche in piena fase di innamoramento ma un minimo di contegno, per Toutatis!
- ...comunque, sarò io sensibile all'argomento "incuria e maltrattamento" ma il passaggio relativo ai pesci per me è assolutamente ok. Chi se ne frega delle vittime umane, qualcuno pensi ai poveri pesciolini lasciati morire di inedia!
- sempre in relazione al finale, ho avuto un forte senso di déjà-vu che non saprei dove collocare. Non è la prima volta che leggiamo di umani che non sono umani o personaggi che cambiano personalità in seguito a reset/sostituzioni, però in questo caso mi ha ricordato qualcosa di più specifico e affine. Può magari essere legato alla trilogia del Crepuscolo? Boh?!..

Comunque ben fatto, auspicando che sia il primo di una lunga serie qualitativamente proficua. Certo, non so come interpretare il fatto che l'unica uscita finora rilevante della gestione Baraldi non abbia visto il suo contributo attivo. Speriamo di non rischiare l'effetto-Zagor per cui su base annuale si festeggiano 2-3 sceneggiature di Rauch, mentre tutto attorno c'è Burattini che fa terra bruciata.

Autore:  Baron Karza [ dom gen 07, 2024 11:24 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

wolkoff ha scritto:
Come avevo dichiarato in precedenza (ma ero poi io? o il mio ego 70enne? o mio nipote che s'era fregato la password per entrare nel mio account e farsi un selfie? Non garantisco, eh) ecco il mio parere diffuso sull'albo.

Giudizio complessivo sul 6+ perché - aridanghete con i "v. sopra" - come già detto il caro Russo fa un passo indietro involutivo (effetto collaterale delle storie a tema su commissione?) rispetto alle sue due fichissime storie iniziali dell'OB, ma comunque meglio della terza, dove il coprotagonista jazzista era davvero insopportabile :evil: .



S ☏ P ☏ O ☏ I ☏ L ☏ E ☏ R ☏



Copertina da ennesimo rifacimento omaggiante. Molto ben fatta ma come sempre idee nuove zero, e puzza anche di spoiler, ma su questo piaga dell'albo tornerò dopo.
Disegni abbastanza canonici di Gerasi per il suo stile, quindi apprezzabili in linea di massima, ma di fatto l'albo è povero di situazioni/vignette significative, per cui non doveva impegnarsi più di tanto nell'elaborare chissàcosa. Unica eccezione, in positivo, la sequenza tra pp.70-71. Male l'aspetto buffonesco e caricaturale ai limiti del gratuitamente cartoonoso di alcuni primi piani: certe cose lasciatele su Mercurio Loi.

Per quanto riguarda la storia in sé, faccio prima ad elencare i punti positivi, che tutto sommato non mancano.
I personaggi sono abbastanza credibili e non suscitano antipatie a pelle, la trama si divincola fluidamente con un certo ritmo (schematico: assassinio/Dylan flirta bene/altri flirtano male/altri ancora lavorano come gliela passa (call center e bottega), ed anche il tema sullo sfondo potrebbe risultare interessante, per quanto poco sviluppato e lasciato aleggiare solo a scopo di pretesto alla fine. Molte cose già viste, tipo la retorica dei call center alienanti, ma ci può stare; il profilo migliore comunque è quello del cacciatore di androidi difettosi, con la sua mania per il riciclo vintage 8-) .
Visti i vostri precedenti post, non mi ritrovo tanto nella polemica sui pesci rossi... perché non ci vedo nulla di strano ad inserirli in quel contesto come mini-starter domesticamente ilare di certi sospetti... mentre molto più forzata è la logica per cui l'appartamento di Carol è territorio di conquista/crocevia per chiunque, con Lila, Dylan, la padrona di casa ( :!: :?: ), il killer, etc, che ci entrano a sbafo di continuo come nulla fosse, anche in sua presenza.

[...]

Passiamo ai punti negativi, che prendono il sopravvento sul giudizio complessivo contro il (mio) pieno apprezzamento dell'albo.

Partendo dalla fine, io proprio non sopporto più quando vengono impiegate last minute La Morte (e la sua comare Vita) in modo così en passant da deus ex-macchinazione denoartri, per arrabattare posticciamente un solenne alone mistico/imponderabile alla singolarità delle vicende. Mambasta, e pure no: sono quasi 40anni che rifrullano questo escamotage stantio (autocompiacendosene), e anche qui se ne poteva fare tranquillamente a meno, adducendo per il bottegajo aggiustatutto un altro background o lasciando semplicemente tutto senza spiegazioni. Tra l'altro tutto ciò mortifica l'impianto di base sulle IA, gli automi, i rapporti uomo-macchina, la simulazione dell'anima, l'obsolescenza programmata, il ricondizionamento psico-lavorativo, etc che potevano risultare molto più interessanti/approfonditi senza quel bigotto doppiocameo forzoso in coda :( :( :(

Un'altra cosa di mio (e di altri) sgradimento nei dialoghi è l'appeal à la Fabio Volo di Dylan. Davvero insopportabile, un gatto morto lumacone finto-simpatico, aspirante filosofo di provincia, che spara qualunquaggini col sorrisino per sembrare più alla mano e intortare la prima cosa che respira - beh, qua non proprio :mrgreen: - di pene non munita.
Tutto per sbrodolarne il cincischiamento con tale Lila, che in pratica è il nocciolo della storia e sinceramente si poteva concretizzare in molte meno vignette, come semplice (chetalenonè) rapporto a due :* .

Poi, come detto in precedenza, nell'andazzo sincopato della sceneggiatura, una cosa che ricorre un modo urticante, fino quasi a sembrare un'ossessione personale dell'autore, è il siparietto ultra-insistito del "che faccio, ti accompagno back home?/salgo a casa tua?/ti salto addosso sul divano?". Ne ho contate quelle 5/6 variabili solo nelle prime 60pp. Caro Russo, o hai subito sensibilmente qualche trauma da rivangarci in sede, o per te il nocciolo assoluto dei rapporti umani (ed umanizzanti, nell'animo) sono davvero le scarrozzate di fine serata, per veder come va a finire l'appuntamento al buio - qui con la Morte spesso... che beffa, eh. Patetico e riduttivo, da fotoromanza coi baloon (pieni) :? :? :?

:x: Infine la cosa peggiore di tutte, a mio parere: :x:

Tutto l'albo è praticamente un mega-spoiler di sé.
Senza essere una volpe cybernetizzata, attorno a p.30 anche il più carnivoro dei viverridi neuronalmente in letargo, s'è già mangiato la foglia con tutto l'albero e mezza foresta di dove si vada a parare e cosa ci sia dietro la storia delle sparizioni/ritorni delle pseudo-vittime "riprogrammate".
Lasciando perdere Stepford (DD#28) ed i citazionismi autosgamosi o strizzocchiolinanti - v. cognome Deckard (p.63) dal romanzo di P.Dick che ispirò Blade Runner - che comunque arrivano più in là, già della copertina e dal titolo ci sono meta-riferimenti al mondo delle IA e della ricostruzioni di personalità non-umane...
...mentre, fino a p.81 circa, nel corso nell'albo in pratica non si vede nessun elemento che si ricongiunga al tema modernissimo del tecno-trittico di albi partito col #446. Anzi, ricompaiono standard più analogicamente da boomer, come la cabina telefonica, il cercapersone, gli appuntamenti smart-less, il quotidiano cartaceo sotto la porta, le sveglie che non suonano, i tostapane che s'inceppano, etc. Quindi, giocoforza, da che dipenderanno mai quelle sparizioni, se il tema lo sappiamo già dal mese scorso ma tarda orsù a manifestarsi? Ai postumi (su un cloud?) l'ardua evanescenza :| .
Senza contare che tutto è costellato di telefonatissimi - da quale centralino? :D - grassetti lamentosi (vedi p.12) sul finalmente "sentirsi VIVA" detto da credibilissime ragazze carine già avanti con gli anni ma che ( :?: :!: :?: ) sfortunelle non hanno mai ricevuto la grazia di un invito per una pizza fuori (v. p.20) in vita-ccia loro.

Adesso vi lascio, e vado a farmi io una pizza (virtuale, post-festività si smazza) con le studentesse disadattate del palazzo a fianco e nel caso vi aggiorno sulla limonata, senza ghiaccio. Da un Nokia 3310.

ALOHA
Spoiler!
ma allora sono tornato il cccciovane Wolkoff di qualche anno fa, o sono il suo clone salvato online da un bot artificiale che ogni tanto risorge per qualche bug dispettoso? :g:


Buonasera,
concordo con la tua analisi come altre volte, soprattutto riguardo all'inserimento di morte/vita che mi rovinavano gli albi anche quando avevo 16 anni (e l'URSS era ancora una realtà); nella valutazione complessiva però, astraendo da questo aspetto, lo trovo un buon albo e auspico che si segua questa linea.

Ampliando questo intervento, ci tengo inoltre a dire che per me riprendere albi del passato è una scelta giusta, che ha sempre caratterizzato Dylan fin dai primordi; faccio un esempio: quanti anni abbiamo dovuto attendere per comprendere a pieno la frase di Xabaras "Addio, figlio, non incrociare più la mia strada!" ? Che piaccia o meno i collegamenti con episodi di decenni precedenti sono coessenziali a Dylan Dog come testata, e Stepford non è nemmeno tra i più remoti visto che aveva già avuto un seguito nel bellissimo episodio 121, Il Confine.

Baron Karza

Autore:  wolkoff [ lun gen 08, 2024 12:11 am ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

S
P
O
I
L
E
R


Baron Karza ha scritto:
[..] per me riprendere albi del passato è una scelta giusta, che ha sempre caratterizzato Dylan fin dai primordi [...] Che piaccia o meno i collegamenti con episodi di decenni precedenti sono coessenziali a Dylan Dog come testata, e Stepford non è nemmeno tra i più remoti visto che aveva già avuto un seguito nel bellissimo episodio 121, Il Confine.


Beh, magari fosse così... il DD#122 non è propriamente un seguito del #28, ma un suo personaggio ne è profondamente condizionato a livello narrativo, e ne comporta/soffre le conseguenze, proseguendo parte di quella storia in un altro contesto. Bravo il Chiave ( 8-) ) a riprendere quello spunto e sviluppare quella traccia, in modo personale ma coerente, senza partire per la tangente né cercare pedantemente il sequel da strombazzare al botteghino, non richiesto da nessuno.

Qui invece cosa fa l'esimio RUsso, a differenza del Maestro con gli Occhiali da Sole? :cry:
Un'allegra mazza ultracorporale bacata da stipsi creativa, se non mettere in nota (ultra-didascalica) che SICCOME CI SONO DEI SOSPETTI AUTOMI in giro, allora si dovrebbe ricollegare mnemonicamente il tutto al fantomatico DD#28, e meglio farlo presente a Dylan che no... assolutamente no... no way... mai sia... figuriamoci... suvvia... maddai... in altre 600 e passa storie MAI si era trovato di fronte ad esseri pseudo-umani riprogrammati, doppioni artefatti, androidi posseduti, e quant'altro... cose MAI viste su DD fuori dalla pietra miliare Stepford, altroché.

Insomma, il contrario di qualsiasi sviluppo o re-take (ri)creativo.
Soltanto una strizzata d'occhiolino amarcord per nerdomani suonati. Come già detto cisposa e strabica, e nemmeno fine a sé: proprio sterile nell'ottica di questo albo, visto che poi concretamente si va a parare verso tutt'altro fronte (v. personificazioni della Vita/Morte) in barba ad Asimov, P.Dick, gli androidi, etc :dito: .

Autore:  rimatt [ lun gen 08, 2024 12:46 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Letto l'albo, ecco qualche sintetica considerazione con qualche vago SPOILER.

Russo sa scrivere ma eccede nell'utilizzo di un citazionismo vagamente nerd, in cui accumulare citazioni è più importante che contestualizzarle correttamente o reinterpretarle in modo creativo. Per dire che in quest'albo di citazioni ce ne sono un'infinità, ma molte sono fini a se stesse. Questo già emergeva nell'ultima storia dell'OB sceneggiata da lui (quella disegnata da Nespolino), pur gradevole. (Anche) qui si insiste molto, direi troppo, sui cliché, dylaniani e non. Vero che lo sviluppo della storia, specie da un certo punto in avanti, è prevedibile e che il finale è una sorta di anticlimax in quanto depotenzia quanto letto fino a quel punto (per quanto l'impatto di alcune scene, a una prima lettura, sia innegabile), ma questo, a mio modo di vedere, è un peccato veniale, dato che il racconto, per quanto sia sui binari della prevedibilità, scorre comunque bene.

Il lavoro di Gerasi mi ha convinto solo in parte: lui è un autore davvero molto bravo e lo conferma anche qui, ma la sua (recente) tendenza al cartoonesco e alla recitazione concitata dei personaggi, spesso iperespressivi e ritratti in posture quasi arakiane, mal si abbina a una sceneggiatura spesso cupa, che contempla almeno un paio di scene intensamente tragiche. Gerasi è un autore da commedia stralunata, più che da splatter: perfetto per certe sceneggiature bilottiane, meno indicato per questo lavoro di Russo, in cui l'iperespressività dei personaggi impoverisce la narrazione più che rafforzarla. Penso che un Mari avrebbe reso molto meglio, così come un Armitano o un Furnò.

Detto ciò, questo numero 448 mi è piaciuto: ho ritrovato le giuste atmosfere, il giusto trattamento dei personaggi, le giuste situazioni. Mi è sembrato di leggere una storia di Dylan, insomma; un po' di maniera e programmatica, se vogliamo, ma comunque sincera e, se non pregevole, quantomeno onesta e apprezzabile. I difetti in precedenza segnalati mi impediscono di considerarlo un albo del tutto riuscito, ma un discreto/buon albo sì, per me lo è.

Autore:  baubau [ lun gen 08, 2024 12:51 pm ]
Oggetto del messaggio:  Re: #448 - Anatomia dell'anima

Quindi gente, mi tocca prenderlo o no?
A me Russo è piaciuto moltissimo nel numero dell'old boy disegnato da Bacilieri (ma, nonostante la storia fosse obiettivamente ottima, godeva appunto dell'effetto "Bacilieri" che, per quanto mi riguarda, è uno di quei pochi disegnatori che -all'americana- dà sempre un apporto importantissimo anche allo storytelling e alla narrazione, elevandola di molto), mentre non mi ha conquistato affatto negli altri due old boy, dei quali ho letto solo una trentina di pagine. Mi hanno allontanato in particolare alcune lungaggini e ingenuità nei dialoghi, un po' troppo macchinosi e forzati.
Come si comporta il buon Russo in questo numero, da questo punto di vista? Dialoghi un po' più maturi e incisivi, come in "Il Diavolo in Paradiso"? Oppure siamo dalle parti della cazzatona, come in "Uomini o Mostri"?

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